il No B Day & la forza della Rete
Il tam tam generato dalla Rete che ha dato vita al No Berlusconi Day del prossimo 5 dicembre, non può non farci riflettere sul significato che ha assunto il web come mezzo di comunicazione e strumento di battaglia politica. La mobilitazione, promossa dal web e nata grazie all'utilizzo di un social network come Facebook, ci racconta una realtà ben diversa da quella che conoscevamo fino a qualche anno fa. Una realtà a cui la politica si deve saper adattare, aggiornando i propri strumenti comunicativi in funzione dei cambiamenti avvenuti nella nostra società. Il dato che emerge navigando sui principali siti che si occupano di politica, è che i politici (e dunque i partiti) scontano un grosso limite: quello di non utilizzare al meglio le potenzialità di internet come strumento di comunicazione. Essi vengono avvertiti, soprattutto dalle nuove generazioni, come lontani, il che alimenta sentimenti diffusi come l'antipolitica, rendendo i giovani sempre più restii ad ogni forma di inquadramento politico. Il fenomeno scaturito a seguito del famoso V Day di Beppe Grillo a Bologna ha dimostrato chiaramente quale sia il potenziale del web. Il blog diventa uno strumento per mobilitare le piazze, per consentire maggiore partecipazione politica, per ottenere maggiori informazioni, decretando Internet come un mezzo di comunicazione potentissimo che entra nelle case, sui telefonini, in modo immediato e diretto. E soprattutto non ha filtri, non è sottoposto a nessun controllo o censura. Ed è gratuito. Basti pensare a Genova, ai fatti del 2001: già allora questo importante strumento è servito a far vedere ciò che il potere voleva tenere nascosto ma che in realta la Rete impedì. Oggi continua ad essere così, in maniera sempre più diffusa. L'oscuramento mediatico che stiamo sistematicamente notando rende sempre più difficile il passaggio delle informazioni e crea quel contesto melmoso di non democrazia nel quale sguazzano gli uomini del Pifferaio di Arcore (Belpietro e Feltri in primis), tutti presi nel non far capire alla gente la realtà dei fatti ostile al proprio Capo. Credo che la legittima battaglia contro questo vergognoso oscuramento debba essere caratterizzata da un utilizzo massiccio della Rete, potente strumento di denuncia in grado di rompere censura e mistificazione. Recenti indagini hanno dimostrato che dopo la Tv, Internet è il principale mezzo di comunicazione per informarsi sui temi politici (62%) e quello che incide maggiormente sulla scelta del proprio orientamento. Di fronte al crollo dei media tradizionali, in particolare di tv e giornali (-21.5%), i media digitali rappresentano l'unico mezzo in crescita. Su un campione di intervistati di età superiore ai 18 anni, è emerso un dato significativo: il 77% cerca le informazioni su quotidiani online (blog 25% e forum 21%). Internet sta diventando il maggiore mezzo di comunicazione per approcciare il mondo politico, uno strumento che consente di informarsi e stabilire un dialogo diretto e costruttivo con la classe politica. La parola chiave diventa "interattività", aumenta il bisogno di confrontarsi in spazi virtuali di discussione. Diversi esponenti politici hanno intuito le potenzialità del web come luogo del dibattito. Basti pensare ad Obama, negli Usa, che è riuscito a creare una nuova forma di campagna elettorale usando i social media. In Italia siamo ancora un po' indietro. Ma, nonostante il timido approccio della politica alle nuove forme di comunicazione, qualche passo avanti si sta facendo. Penso alla crescente diffusione dei blog come luogo di discussione e confronto politico, una sorta di diari online che mettono in condivisione i propri pensieri e le proprie riflessioni. Un tentativo per rompere la distanza che esiste tra la politica e il "mondo reale". Discorso a parte meritano i siti di partito, soggetti anch'essi a diverse indagini, le quali hanno dimostrato che spesso gli appartenenti ad uno schieramento politico non visitano quasi mai il loro sito di riferimento. Pochissimi sondaggi, assenza di forum di discussione aperta, mancanza di coinvolgimento degli iscritti. Spesso non si trovano nemmeno i calendari delle iniziative. Il senso di questa riflessione è quello di cercare di comprendere (e far comprendere) che è necessario e vitale aggiornare il proprio modo di comunicare attraverso l'utilizzo di nuovi media, tentando anche di modificare il proprio linguaggio, migliorando l'efficacia dei messaggi che vogliamo dare. Ciò non sostituisce affatto l'importanza del radicamento, della presenza non solo virtuale, ma anche reale. Ma credo che l'utilizzo della Rete sia un elemento praticamente imprescindibile per caratterizzare la bontà democratica e sociale di un Paese libero e civile, come dovrebbe essere realmente il nostro.