tpi-back

giovedì 19 novembre 2009

il rapporto feudale all'interno del PdL


Ecco alla fine riemergere il tipico rapporto da feudalesimo moderno tra il Pifferaio di Arcore e la sua corte dei miracoli. L'imperatore era assente da qualche giorno dalla scena mediatica (quella naturalmente più consona alle sue caratteristiche) e i suoi vassalli ne hanno approfittato per mettersi in mostra e dire ognuno la sua. Fini in primis (che mostra sempre più la sua voglia di smettere i panni da primo vassallo e indossare quelli più comodi di novello imperatore) non perde occasione per mettere in difficoltà il Signore di Arcore con le sue affermazioni; Bossi che, pur di difendere il suo padrone, torna ad abbaiare contro gli immigrati cercando di spezzare la catena che lo tiene legato alla cuccia di Arcore; infine Schifani che cerca di mettere paura a tutti agitando lo spauracchio delle elezioni anticipate in faccia ai valvassori che si ostinano a non rientrare docilmente nei ranghi. Insomma, a ben vedere, si è ricreata una situazione tipica di un partito nato sul predellino di un'automobile, in una fredda sera d'inverno, in una famosa piazza di Milano: una situazione nella quale gli insofferenti ai diktat del Capo optano per un comportamento di palese contrasto mentre al contempo i riconosciuti lecchini del Signore fanno comunella per riproporre una falsa visione del volemose bene. A questo punto è facile intuire che tenere unita una coalizione di questo genere non è proprio cosa da poco e la tentazione per l'imperatore di mandare tutto a ramengo è abbastanza forte anche in relazione alla certezza di poter contare sul bagno di folla che da quindici anni circonda il dominus di Arcore. Ma non sempre i sondaggi tagliati su misura e i voti di fiducia (28 con quello di ieri sulla privatizzazione dell'acqua) possono far dormire sonni tranquilli al Capo e allora è meglio farsi rivedere nelle austere sale di Montecitorio attorniato da donzelle più o meno di primo pelo adoranti e ocheggianti; è meglio tornare all'antica abitudine dei comunicati e delle dichiarazioni stucchevoli ma sempre efficaci che riportano all'ordine e alla realtà i sognatori e i cospiratori del cosiddetto Popolo della Libertà. Il tutto con l'unico intento di ricomporre la fronda interna e mettere così fine allo spettacolo da bordello, sottile metafora usata dal vassallo di seconda fila Verdini. E poi ci sono sempre quei corvi neri (meglio sarebbe dire rossi) che continuano a volteggiare sul capo dell'imperatore, rovinando il sonnoe il riposo: incubi nefasti che hanno le sembianze di aule di tribunale e di giudici assetati di voglia forcaiola, messi lì con l'unico scopo di destituire il Signore di Arcore e di spogliarlo (non solo in senso metaforico) di tutti i suoi averi e delle sue ricchezze, non sempre lecitamente accumulate. Ossessionato dal tradimento dei suoi vassalli e valvassori, il dominus torna sistematicamente a parlare di complotto e di progetto eversivo, di giornalisti e di giudici comunisti coalizzati per farlo fuori. Decide allora di uscire allo scoperto, affermando che la compagine di governo è unita e forte e che il popolo (i contadini liberi e i servi della gleba) è sempre dalla sua parte. Ma se alla fine la minaccia elettorale dell'imperatore riporterà l'ordine, o se al contrario i feudatari decideranno di togliergli la corona, fondamentalmente non cambierà la sostanza di un sistema politico-istituzionale comunque in fibrillazione, anche a causa delle imminenti elezioni regionali. Fortunatamente, a mio modesto avviso, esiste pur sempre una buona parte del feudo berlusconiano che non è per niente rassegnato nel subire le angherie dell'imperatore e che anzi dà segni inequivocabili di risveglio e di reazione, mostrando quella naturale e legittima voglia di cambiamento anche attraverso la prossima manifestazione del 5 dicembre con il NO B. Day, che potrà ridare un senso di coerenza e di coesione a quella parte di opposizione per troppo tempo assente ingiustificata nella lotta per libertà e per la democrazia reale del nostro Paese. Che non dovrà più essere un feudo dell'imperatore di Arcore. Mai più.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page