un Tremonti degno del Bagaglino
Non ho soverchie difficoltà nell'ammettere che il cosiddetto "superministro dell'Economia", l'on. Giulio Tremonti, non gode della mia simpatia. Fin qui poco male, ci mancherebbe. Quello però che in questo periodo sto notando è che anche molti italiani, che non sono Berlusconi-dipendenti, hanno delle serie difficoltà nel far rientrare nelle proprie grazie l'ex consigliere personale di ex ministri del calibro di Franco Reviglio e di Rino Formica. Il ministro con la erre moscia, secondo me, avrebbe gradito di più il palcoscenico del Salone Margherita di Roma piuttosto che la passerella del Transatlantico di Montecitorio. E questo lo penso anche perchè noto (con disgusto) che in qualsivoglia situazione (preferibilmente a favore di telecamera) Tremonti non lesina la sua battutina sulla situazione economica attuale, ricorrendo anche al clichè del Bagaglino. Senza peraltro riuscire a far ridere. E c'è un solo aggettivo per definire il Tremonti attuale: patetico. Sentirlo parlare è imbarazzante e penoso. Da un ministro dell'Economia ci si attende concretezza, analisi puntuali della situazione economica e dei provvedimenti per contrastare la recessione. Ma nelle parole di Tremonti tutto questo è assente: il ministro affronta una situazione che appare sempre più drammatica da consumato politico. Cioè con battutine che non fanno più ridere neppure gli affezionati del Bagaglino. La Banca d'Italia ha mandato a dire che nel 2008 il Pil è diminuito dello 0,5 per cento e il settore industriale sta crollando. Di più: ha previsto che quest'anno il prodotto lordo diminuirà di un altro 2 per cento, mentre la ripresa dovrebbe arrivare piccola piccola (0,5%) solo nel 2010. Cifre attendibili, ha commentato Tremonti, ma si tratta «solo di previsioni». E la cosa non tranquillizza affatto, visto che da più di un anno a livello globale (oltre che italiano) di previsione non ne è stata azzeccata una e gli organismi internazionali hanno dovuto rincorrersi nel correggere al ribasso le cifre. Peggio di tutti ha fatto Tremonti, che dal 2002, di previsione non ne ha azzeccata nessuna, perché si sa, bisogna seminare «ottimismo». In ogni caso, ha aggiunto il ministro, il Pil nel 2009 tornerà allo stesso livello di quello del 2006 ma non è certo un ritorno al Medioevo, visto il livello del Pil italiano. Il ministro sbaglia: la crisi economica sta ricreando una situazione sociale da Medioevo. Sia sul fronte del lavoro che della distribuzione dei redditi. Tornare quest'anno come fossimo nel 2006 significa bruciare un milione di posti di lavoro. E meno lavoro significa più ricattabilità, salari più bassi, consumi a picco. Una condizione che potrebbe favorire (vista anche la crisi globale) una discesa del Pil ancora più ampia e alla quale Tremonti, e l'intero governo, sembrano assolutamente impreparati. Una crisi che, ovviamente, non colpisce solamente il lavoro, ma penalizza le imprese colpite dal crollo della domanda e dal progressivo strangolamento da parte del sistema bancario. «Si può polemizzare su tutto ma non sulla povertà», ha pateticamente sostenuto Tremonti, con riferimento alle social card. E poi ha chiesto «rispetto per i concittadini che si trovano in una situazione di disagio». Ovviamente nessuno polemizza sulla povertà, mentre per quanto riguarda il «rispetto», è il governo che dovrebbe chiedere scusa per non essere stato in grado di gestire l'elemosina che aveva promesso di elargire a circa 1,3 milioni di poverissimi, ma della quale finora hanno beneficiato solo 470 mila italiani (il 73% appena di chi ne aveva fatto richiesta). L'economia va a rotoli, tutti gli altri Paesi si stanno dando una mossa per cercare di arrestare la frana che sta colpendo perfino l'export cinese. E il crollo del prezzo del petrolio non aiuta: sta mettendo in crisi Paesi come la Russia che avevano contribuito negli anni scorsi a trainare la domanda mondiale. Sarebbe un buon momento per cercare di ragionare su un diverso modello di sviluppo. Ma non illudetevi di coinvolgere in questo ragionamento il mancato capocomico (patetico) Tremonti.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page