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mercoledì 7 gennaio 2009

la telenovela nordista


Questa volta, a mio modesto avviso, al cavaliere salteranno i nervi. Il solito taglia e cuci, istituzionalmente consolidato, in questa specifica occasione (affaire Alitalia) non potrà avere il solito effetto sperato e sperimentato in altre occasioni. Troppe tensioni e troppi mugugni nel Nord Italia, tra gli irriducibili leghisti avviluppati come l'edera all'hub di Malpensa, per sperare in una seppur ipotetica quiete dopo la tempesta. Oramai il dado è tratto (sembra). Venerdì si dovrebbe formalizzare e concludere l'accordo con Air France, altro che partnership con i tedeschi di Lufthansa! E secondo me non credo che il Nord ringrazierà Silvio. In questi casi la scelta di vendere il 25% ad Air France non fa che acuire le tensioni interne alla maggioranza di governo. Certo, c'è da dire che in queste circostanze l'importante è farsi vedere, non certo risolvere i problemi. E Alitalia, più che una compagnia aerea, sembra ormai un amplificatore di visibilità. Basta mettersi sotto le sue insegne e aprire bocca. Gli ultimi a farsi avanti sono stati gli amministratori lombardo-milanesi, che fin qui si erano limitati a benedire ogni parola di Berlusconi, confidando che da una soluzione «privata», gestita da imprenditori quasi tutti «nordisti», non potesse che venir fuori un futuro radioso per lo scalo di Malpensa. Ora che l'ingresso (e la relativa presa di controllo) da parte di Air France è ormai cosa fatta, alzano la voce «scoprendo» di aver fatto male i conti. La lista degli imbarazzati è lunga. Va da Roberto Formigoni, che ancora l'altro ieri dava per «non chiusa» la partita invocando un intervento a gamba tesa di Berlusconi sulla sua stessa «cordata italiana», al sindaco del capoluogo, Letizia Moratti. La quale, nell'ansia pasionaria per lo scalo varesino, è arrivata a scomunicare il principio-cardine della restaurazione degli ultimi due decenni: «le scelte strategiche per il Paese non possono essere lasciate nelle mani degli imprenditori». Alla fine i più imbarazzati di tutti sono i leghisti, che hanno riunito il proprio ufficio politico con tutta la delegazione di governo in testa. A fine riunione sono arrivati anche la Moratti e Formigoni. Sulla stessa lunghezza d'onda c'è l'opposizione (diciamo così) del PD. Il presidente della provincia di Milano, Filippo Penati, si è apertamente appellato alla Lega. A Roma, intanto, il sindaco Alemanno e il governatore Marrazzo sostengono con parole simili gli interessi locali. Il cuore del contendere è la scelta del «partner straniero», piegata però al punto di vista «territoriale». Ai lumbard piace Lufthansa perché sperano di trovarvi più attenzione per il negletto aeroporto di Malpensa. A Roma va bene Air France, interessata a mantenere Fiumicino come porta per il Nordafrica e il Medioriente. Nessuno si interroga invece sul «piano industriale» presentato da CAI, fondato su una bizzarra strategia di network che prevede ben sei basi principali. La giornata dell'altro ieri sembrava destinata ad accogliere un colpo di scena dell'ultimo momento, con Lufthansa attesa a presentare un'offerta superiore a quella francese. Air France, nel frattempo, aveva provveduto ad alzare il prezzo: da 250 a 310 milioni per il 25% della CAI. Non è accaduto niente. Il previsto incontro tra Roberto Colaninno e il numero uno tedesco, Mayrhuber, è stato smentito da Lufthansa. La quale ha però precisato che «i contatti proseguono». A tener banco è rimasto perciò il «fronte del Nord». A conclusione del vertice leghista-meneghino è stata diramata una nota secondo cui la Lega «ritiene che il partner ideale per CAI debba essere Lufthansa, unica compagnia in grado di garantire occupazione, servizi di livello internazionale e i 2 hub di Milano Malpensa e Roma Fiumicino». In caso di decisioni industriali diverse «il governo non potrà che liberalizzare i diritti di traffico aereo con effetto immediato, garantendo così l'effettiva concorrenza su tutte le tratte, ivi compresa quella Milano-Roma». Su questo punto l'Enav aveva già ricordato che «tutti i collegamenti intracomunitari sono liberalizzati per i vettori comunitari». Ed anche per quanto riguarda i collegamenti extra Ue, l'Ente ha fin qui «autorizzato tutti i collegamenti richiesti, anche al di fuori degli accordi bilaterali vigenti». Insomma, se Malpensa ha un traffico sottodimensionato rispetto alle potenzialità è perché il mercato globale non ritiene prioritario utilizzarla. Facile anche capire il motivo: in quella fascia di territorio c'è un aeroporto ogni 40-50 chilometri (Torino, Malpensa, Linate, Bergamo, Brescia, Parma), ognuno impegnato ad espandere la propria attività. Mentre il traffico complessivo, causa i primi contraccolpi della crisi, tende a calare. Di questo sono certamente consapevoli anche gli amministratori e i dirigenti politici del Nord (se non altro perché sono loro a usare fondi pubblici per incentivare la presenza nei vari scali delle compagnie low cost). E infatti il vero cuore del comunicato leghista sta in un altro obiettivo: «in ogni caso il governo dovrà inoltre garantire ai lavoratori coinvolti il medesimo trattamento e gli stessi ammortizzatori sociali già previsti per i dipendenti Alitalia». Insomma, ammortizzatori sociali «lunghi» anche per loro. Sarà questo, più modestamente, il clou dell'incontro che Umberto Bossi ha preteso per oggi con Berlusconi. Poi, giovedì, andranno tutti insieme (compreso il PD) al Malpensa-day. Per tranquillizzare in qualche modo un territorio che sta pagando prezzi altissimi alla crisi. Per lo sviluppo, fino a questo momento, c'è solo lo spettro di cemento dell'Expo 2015. Ma questa è un'altra telenovela. Tutta da vedere.

4 Commenti:

  • Alle mercoledì 7 gennaio 2009 alle ore 17:40:00 GMT+1 , Blogger rossaura ha detto...

    Caro Fide hai lavorato tantissimo durante la mia assenza ;-) come farò a mettermi alla pari?
    Va beh intanto dico la mia su questa: se non fosse che ci sono troppi lavoratori coinvolti e se non fosse chiaro che la cordata CAI esiste solo per vendere Alitalia e farne un bel polpettone, la cosa mi farebbe ridere e tanto... ma non si può fareperchè comunque c'è gente che ne subirà le conseguenze. Ma la lotta tra imprenditori e politici e proprio una barzelletta essendo i politici anche imprenditori e facendo solo e unicamente i loro interessi e mai e poi mai quelli della comunità.
    Chissà perchè pensa che fare i loro interessi equivalgafare quelli di tutti..... mah me la devono spiegare!
    Intanto viaggiare Alitalia è comico. Ieri notte di rientro dal Cairo (non volando Alitalia) ho visto un intero aereo che proveniva da Beirut via Roma ai reclami bagagli smarriti :-)... ma questa è solo una facezia.
    Per quanto riguarda la Lega visto che col federalismo ognuno fa per sè, vorrei capire come pensano di giocarsi gli hub. Gridando Roma ladrona? Ma sì dai facciamo come dice la Moratti "Non si può dare un paese in mano agli imprenditori...." hehehehe
    Ciao Ross

     
  • Alle mercoledì 7 gennaio 2009 alle ore 20:17:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Carissima ROSSAURA, debbo ammettere (senza un filo di vergogna) che mi sei mancata non poco. Ogni giorno controllavo la mia casella postale per vedere se arriva qualche tuo commento al ritorno dal tuo viaggio oltrefrontiera. E questa sera sono proprio contento di pubblicare questo tuo primo commento del 2009 (come sempre impeccabile ed intelligente). BENTORNATA!

     
  • Alle giovedì 8 gennaio 2009 alle ore 00:04:00 GMT+1 , Blogger rossaura ha detto...

    E' bello tornare e trovare qualcuno che se ne accorge! ;-) Credo sia una piacere parlare ed essere capiti, o scrivere ed essere compresi. Una grande cosa no?
    Ho visto la tua nuova veste editoriale e sopratutto la tua foto... ammazza come sei giovane, non è che imbrogli e la forto e di qualche anno fa? Se così non è ti faccio un complimento dimostri meno dei tuoi anni e non sei affatto antipatico. ;-)
    C'è un'ultima cosa: ci ho pensato e ti chiederei se non ti dispiace di citare in chiaro che la seconda parte così ben articolata del post sulla questione morale apparteneva a Berlinguer. Mi infastidisce averti mandato il documento sbagliato, qui pro quo dovuto alla mia collaboratrice ed alla febbre che mi ha fatto prendere un abbaglio. Credo che sia giusto dare a Berlinguer quello che è di Berlinguer, dopo i cinque punti dell'autocertificazione il resto è di un "grande" e si nota;-)
    Puoi correggere il post mettendoci la fonte?
    Grazie e a presto. Ross

     
  • Alle giovedì 8 gennaio 2009 alle ore 20:43:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Cara ROSS, per prima cosa debbo confermarti che ovviamente la foto si riferisce a un bel pò di anni fa (magari il tempo mi avesse conservato così!)ma a scanso di equivoci non sono tipo il personaggio del film di Carlo Verdone (Compagni di scuola) che ebbe un tracollo pauroso nell'aspetto dai tempidella scuola fino al loro incontro nella villa affittata dalla Nancy Brilli. Chiusa la parentesi, e ribadito il fatto che ho avvertito la tua assenza, passiamo al post sulla questione morale. Io lascerei il tutto così e mi spiego anche. Quando un leader amatissimo e universalmente riconosciuto come Enrico Berlinguer lascia ai posteri una serie di pensieri, espressi tramite la famosa intervista ad Eugenio Scalfari del 1981, sulla questione morale e dintorni, credo che si debba mettewre in cantiere l'ipotesi (per nulla peregrina) che tutti quelli che nel tempo si sono riconosciuti nelle sue parole, alla fine se ne approprino e le facciano loro. Ergo, l'errore non voluto nel trasmettermi il post senza la specifica dell'ultima parte riferibile esclusivamente a Berlinguer, credo si possa tranquillamente chiudere così. Però, se vuoi, posso rieditare il post specificando quanto da te richiesto. Un affettuoso saluto.

     

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