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sabato 10 gennaio 2009

tre esempi (intelligenti) di giornalismo


Per chi, come il sottoscritto, guarda più alla sostanza delle cose che alla forma, dedicare il post odierno a tre bravi e intelligenti giornalisti è (credo) la naturale espressione di riconoscimento delle altrui qualità, da evidenziare sempre e comunque. I tre giornalisti in questione sono, nell'ordine casuale di lettura, Marco Travaglio, Franco Bechis e Curzio Maltese. Il primo non credo abbia bisogno di ulteriori presentazioni, visto e considerato che da anni è la spina nel fianco dell'armata berlusconiana, la quale in tutti i modi (leciti e non) cerca di zittire o quantomeno isolare, senza peraltro riuscirci. Per chi si fosse perso l'ultimo intervento in video di Travaglio nel suo Passaparola, dedicato a Bettino Craxi, lo invito a dedicare 30 minuti del proprio tempo per seguire con attenzione quanto affermato dal giornalista torinese (http://it.youtube.com/watch?v=dmx6v2282sk). Il secondo giornalista da me esemplificato positivamente in questo post è attualmente direttore di Italia Oggi dopo aver diretto per qualche tempo il quotidiano romano Il Tempo. Debbo confessare che Bechis lo sto seguendo con una certa regolarità da quando ha lasciato nel proprio armadio lo scheletro berlusconiano di cui era stato, in passato, assiduo adulatore. Ora, invece, ha anche un blog niente male da cui vi segnalo un ottimo post (http://fbechis.blogspot.com/2009/01/c-la-crisi-e-bankitalia-si-magna.html) che ha più l'aria di un giornalismo d'inchiesta e d'assalto che non uno spazio intimo stile diario. L'ultima segnalazione odierna che vi propongo è relativo ad un giornalista che è uno dei miei preferiti, da sempre. Curzio Maltese ha una prosa raffinata, caustica, intelligente e simpatica. Si legge con scorrevolezza e con piacere, e mi sembra giusto ed opportuno farvi apprezzare quest'ultimo articolo da lui scritto per il Venerdì di Repubblica dal titolo "Il 2009: l'annus horribilis del Cavaliere?". Buona lettura. Dall'epoca delle signorie, in Italia, chi esibisce potere trova consenso. E' il pedaggio storico di un Paese che ospita la principale scuola di conformismo della storia, il papato. Questa meccanica spiega molto della storia nazionale, anche recente. Il problema del PD oggi non è la questione morale, ma l'impotenza politica. Veltroni incarna una leadership popolare, ma debole. Nella crisi, dovrebbe imporre una linea, dall'alto del plebiscito delle primarie, e invece si costringe a mediare con chiunque. Non riesce a ottenere le dimissioni di un Bassolino o di una Jervolino, l'allontanamento di un Latorre, la rimozione dell'abusivo Villari, deve trattare all'interno e all'esterno, con D'Alema e con Di Pietro, con Berlusconi e gli antiberlusconiani, con la Binetti e con i radicali. Uno strazio. Eppure, non esistono alternative credibili, a cominciare dall'unica seria. D'Alema è percepito come uomo forte da chi non lo vota, l'elettorato della destra. Nella base del centrosinistra è considerato debole, e non a torto. Nel '95 aveva l'occasione di togliere all'avversario il suo principale strumento di potere, le televisioni. Qulasiasi professionista della politica non avrebbe esitato. L'avesse fatto, oggi sarebbe al Quirinale. Invece s'è inventato la Bicamerale, ottenendo per sè un annetto di Palazzo Chigi e per gli italiani altri vent'anni di berlusconismo. Al contrario, Berlusconi oggi irradia un'immagine regale. Decide tutto, comanda tutti. Vuole essere incoronato presidente dal popolo. Ha schiantato la magistratura, che gli italiani sostenevano quando sembrava onnipotente e non per adesione alla questione morale. Il premier appare oggi invincibile. Ma è solo un'immagine che serve a mascherare enormi debolezze. Il suo governo è assai mediocre e i cittadini iniziano a capirlo. La sua credibilità internazionale è zero. Finita l'era Bush, Berlusconi è considerato dai grandi leader mondiali una specie di informatore di Putin, un interlocutore fastidioso e imbarazzante. "Un sinistro pagliaccio" nella sintesi del FINANCIAL TIMES. Se l'opposizione vera è allo sbando, quella interna alla destra cresce, Fini si smarca, Bossi impone veti. E' l'ultimo l'elemento più pericoloso. Se domani Berlusconi sparisse, la Lega raddoppierebbe i voti. Il Cavaliere sarebbe ancora in grado di superare tutte queste difficoltà, se non si trovasse a gestire una crisi economica epocale, per cui non trova rimedi e neppure parole. Mi sbaglierò, ma per lui il 2009 sarà un anno orribile.

2 Commenti:

  • Alle martedì 13 gennaio 2009 alle ore 23:47:00 CET , Blogger rossaura ha detto...

    Ben venga questo benedetto 2009 horribilis per chi ci ha reso i sonni difficili e i sogni impossibili.
    Forse ha ragione Curzio Maltese che quel pagliaccio è più debole di quello che mostra, solo che l'Italia e l'ombra di se stessa e gli italiani non sono più brava gente...

    Nel tuo post sul processo invisibile nel mio commento perduto, dicevo che domenica parlando con un barista a Napoli, mi diceva che lì non ci stavano extracomunitari a fare guai perchè ci stava la camorra che non lo permetteva. Insomma un tumore che scaccia il mal di denti....
    Come dire che alla caduta del Cavaliere si sostituisce la leadership con Fini o Bossi e la cosa mi dà il mal di pancia e a ragione credo.
    Per quanto riguarda il video e il blog linkato, aspetterò tempi migliori o meglio basterebbero "tempi"
    Un caro saluto Ross

    ah questa è bella sai qual'è la parola da inserire? ... Mestre... chissà perchè non mi è nuova...

     
  • Alle mercoledì 14 gennaio 2009 alle ore 07:15:00 CET , Blogger nomadus ha detto...

    Chiedi al barista di Napoli (appena ne avrai la possibilità) come si fa a scacciare il tumore berlusconiano. Può bastare la Camorra? Non credo, visto che Lui fa parte della stessa parrocchia (seppur con inflessioni sicule)...

     

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