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domenica 27 aprile 2008

Roma non ama la camicia nera




Il titolo del mio post odierno si riferisce inevitabilmente al ballottaggio che si svolge oggi e domani nella Capitale per l'elezione della carica di primo cittadino, tra Francesco Rutelli e Gianni Alemanno, che due domeniche fa avevano ottenuto rispettivamente il 45,7% e il 40,7% dei voti. Ho scelto un titolo che non lascia adito a dubbi di sorta su come ho votato e su come spero voterà la maggioranza dei Romani (voglio usare la erre maiuscola per sottolineare oggi la valenza e l'orgoglio di essere tali, anche per chi come il sottoscritto non è nato a Roma ma ci vive da quando aveva un anno e che quindi si sente capitolino a tutti gli effetti), consentendo a Rutelli di continuare quel lavoro iniziato così bene nel lontano dicembre del 1993, quando sconfiggendo Gianfranco Fini (anche allora la camicia nera non andò di moda...) divenne sindaco di Roma, confermato nel 1997 (quando sconfisse Pierluigi Borghini) per poi passare il testimone a Walter Veltroni. La prima motivazione che mi ha convinto a dare oggi il mio voto a Rutelli (prescindendo dal mio orientamento politico) è stata quella inerente la storia personale e la radice culturale dell'ex sindaco, raffrontata con il candidato in camicia nera. Francesco Rutelli è nato a Roma, in via Guattani (una traversa di via Nomentana) nel 1954. Attualmente vive all'EUR, nella casa progettata e costruita da suo padre nel 1966, con sua moglie Barbara Palombelli, i suoi quattro figli e due cani. La sua famiglia è a Roma dalla fine dell'800. I suoi nonni paterni, Sesto e Graziella, erano figli rispettivamente di Mario Rutelli e di Ottavio Marini. Mario Rutelli, nato a Palermo da Giovanni (la cui impresa di costruzioni realizzò tra l'altro il Teatro Massimo), scultore, è autore della famosa Fontana delle Najadi a Piazza Esedra, dell'Anita Garibaldi al Gianicolo e di diverse opere conservate nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Questo piccolo accenno solo per far capire a chi legge in che mani può continuare a rimanere Roma ed i suoi monumenti, la sua storia millenaria, il suo fascino intramontabile. Affidare (malauguratamente) viceversa la Città Eterna nelle mani alquanto callose (da ex responsabile dell'Agricoltura) e alquanto pietrose (da ex picchiatore fascista) di Gianni Alemanno (che tra parentesi romano non è essendo nato a Bari), mi sembrerebbe un anacronistico ritorno ai tempi del Ventennio, con tutto ciò che ne potrebbe conseguire, alla faccia della tolleranza e della presunta sicurezza invocata dall'ex segretario del Fronte della Gioventù durante tutta la campagna elettorale. La seconda motivazione alla base della mia preferenza per Rutelli è quella relativa ai risultati ottenuti dall'ex sindaco di Roma durante il suo settennato, compresi i lavori e le opere messe in atto nel periodo a ridosso del Giubileo del 2000 ed il programma elettorale che ha fatto conoscere a tutti i Romani (http://www.rutelliroma.it/adon/files/150righe.pdf). Non sono chiacchiere queste, sono dati di fatto, certi ed inoppugnabili, che la propaganda rozza e dozzinale di Alemanno (spalleggiato dai suoi compari Fini e Berlusconi) non è riuscita minimamente a scalfire, anzi. Basterebbe riascoltarsi gli interventi televisivi dei due candidati (martedì a Ballarò, http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=33310&idCnt=73471&pagina=1&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^BALLARO%27#1 e successivamente venerdì a Matrix, http://www.video.mediaset.it/video.html?sito=matrix&data=2008/04/25&id=3048&categoria=servizio&from=matrix) per capire di che pasta è fatto l'uno anzichè l'altro. Basterebbe ascoltare il tono e la sostanza dell'intervento dell'uno a confronto con l'insipienza e la banalità dell'altro. Ma basterebbe anche capire che Roma ama mettersi una bella camicia (bianca) pulita e profumata, magari accompagnata da una bella cravatta rossa, piuttosto che una squallida e becera camicia nera che più nera non si può. No, Roma deve restare così com'è, com'è stata in questi ultimi quindici anni, con tutti i suoi pregi (tanti) e difetti (pochi) che ne caratterizzano, e sempre ne caratterizzanno, il volto, la storia, la beltà, l'unicità. In una parola, Roma deve restare ai Romani.

2 Commenti:

  • Alle lunedì 28 aprile 2008 alle ore 07:06:00 CEST , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buongiorno,carissimo.Sottoscrivo il tuo appello sperando che,anche questa volta,la destra trovi,almeno a Roma,la strada sbarrata.MAURO

     
  • Alle lunedì 28 aprile 2008 alle ore 09:20:00 CEST , Blogger nomadus ha detto...

    Buongiorno a te, caro MAURO. La nostra univoca speranza dovrebbe avere, questa volta, delle radici abbastanza forti per permettere a RUTELLI di ritornare a sedere sulla prestigiosa poltrona di primo cittadino di Roma. Non ce la vedo proprio la Città Eterna oscurata dal drappo nero di Alemanno...

     

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