Alex agli Europei, senza se e senza ma
Debbo confessare che in quasi 350 post scritti in questo blog quasi mai mi sono occupato di calcio, di pallone, di stelle del football. Un'eccezione l'avevo fatta tempo fa, ma per un caso clamoroso che non poteva passare sotto silenzio (http://tpi-back.blogspot.com/2008/02/dondarini-uno-scandalo-senza-confini.html). E oggi voglio uscire allo scoperto su quello che potrebbe diventare un caso, un caso nazionale, quasi da rivolta popolare, come fecero i fiorentini all'epoca della cessione di Roberto Baggio alla Juventus nel 1990. Il caso in questione è rappresentato dalle oramai straconosciute polemiche riguardo alla convocazione in Nazionale di Alessandro Del Piero per partecipare agli Europei di Austria e Svizzera di giugno. Donadoni ancora non ha sciolto la riserva, gli addetti ai lavori (calciatori, allenatori, giornalisti) invocano Alex in azzurro, lui svicola e pensa solo a continuare a fare un campionato strepitoso, sontuoso, da fuoriclasse. Io, da parte mia, esprimo il mio modesto parere già con il titolo di questo post, mutuandolo soprattutto da un bellissimo articolo di Roberto Perrone (una delle prime firme delle pagine sportive del Corriere della Sera) intitolato "Ora ha davvero il tocco magico" pubblicato oggi sul quotidiano milanese. Leggetelo e capirete perchè non si può lasciare Alex a casa. Ogni tanto di Alex Del Piero si interpretano gli sguardi, il modo con cui si slaccia la fascia da capitano, l'intensità della sua stretta di mano con il tecnico di turno al momento della sostituzione. E' cominciato così anche l'anno sociale 2007-08, perchè Claudio Ranieri aveva preso ad alternare il capitano bianconero con Iaquinta: lo teneva in panchina, lo richiamava con continuità. Quasi un Capello-ter. Sta finendo (mancano quattro giornate) con Iaquinta nelle retrovie e Alex che ha già raggiunto il secondo posto nel suo personale tabellino di realizzazioni stagionali (17). Dal 1997-98 (21 reti) non toccava queste vette. E' come se avesse cancellato l'infortunio (8 novembre '98) e gli ultimi dieci anni. Ha di nuovo il tocco magico giovanile e lo sorregge con un atletismo derivato da una saggia auto-programmazione. Deve andare agli Europei per i numeri (in tutti i sensi): senza rigori è il primo realizzatore del campionato italiano. Non si lascia a casa un calciatore che ha il piede così caldo. Non si lascia a casa un calciatore che fisicamente sta benissimo. Sostenere che non ha le coppe significa non vedere come gioca, come si muove, la sua forza fisica. Anche con le coppe giocherebbe allo stesso modo, perchè queste sono annate speciali dove tutto - tecnica, potenza, estro - si salda. E' un uomo squadra, completo. Alex Del Piero deve andare agli Europei perchè solo un attaccante italiano sta facendo meglio di lui. Si chiama Luca Toni e ha un altro ruolo. Alex Del Piero deve andare agli Europei perchè, anche senza il posto sicuro da titolare (comunque non dovrebbe averlo nessuno), sarebbe un investimento importante a corta o lunga scadenza come è accaduto in Germania con Marcello Lippi. Alex si è staccato dalla panchina nei frangenti più difficili infilando il raddoppio in semifinale con la Germania e trasformando uno dei rigori nella finale con la Francia. E poi con lui si ha la certezza dell'assenza totale di polemiche ed è escluso il pericolo di destabilizzazione del gruppo (lo stesso non si può affermare con Cassano, ad esempio). Neanche nel periodo in cui un allenatore (Capello 1 e 2) l'ha umiliato di più, la sua voce s'è alzata. Per tutto questo deve andare agli Europei. Senza se e senza ma.
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