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sabato 19 aprile 2008

Carlo Verdone, il Fregoli del XXI secolo




Proprio ieri è stato premiato con il meritatissimo David di Donatello alla carriera (30 film da protagonista, 20 da regista) che lo ha consacrato "mattatore" della pellicola, Fregoli del trasformismo dei suoi personaggi, cantore dei tic e delle manie italiote a cavallo tra gli anni Ottanta e il nuovo millennio. Carlo Verdone, romano trasteverino 58enne, must del cinema italiano, osannato anche all'estero, è senza dubbio il campione degli incassi cinematografici degli ultimi due decenni accompagnato dalle lodi dei critici oltre che dall'entusiastico successo decretatogli dal suo pubblico. Anche Giovanni Minoli ha voluto cogliere l'occasione del premio assegnato a Carlo ieri per farlo entrare nella sua personalissima Hall of Fame, vale a dire La Storia siamo noi, dedicandogli una puntata speciale, molto ben fatta, che ripercorre la vita e la carriera di Carlo Verdone attraverso i ricordi e le testimonianze di Christian De Sica, il papà Mario, il fratello Luca e l'amico d'infanzia Stefano Natale (http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=1627). Un ritratto a tutto tondo del mio artista preferito che, modestamente, posso affermare di aver visto (prima che diventasse famoso) nel 1977 al teatro Alberichino di Roma, nel suo primo spettacolo Tali e quali che fece scrivere, all'allora critico teatrale di Paese Sera Franco Cordelli, "C'è un nuovo Fregoli. si chiama Carlo Verdone". Non si sbagliò.

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