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giovedì 24 aprile 2008

l'indifferenza di fronte alla morte




Un fatto di cronaca tragico e purtroppo non isolato (si parla tanto delle morti bianche, delle morti accidentali, delle morti sui luoghi di lavoro) ha avuto una grossa eco sulle pagine romane del quotidiano la Repubblica. Ieri mattina, a Roma, in via Nomentana vicino a Porta Pia, un portiere di un signorile palazzo è precipitato accidentalmente nel vuoto dal terrazzo ed è morto sul colpo. Una notizia tragica come tante purtroppo. Forse sarebbe stato relegato nelle pagine interne, con un trafiletto e poche righe. Invece la incredibile, macabra, ingiustificabile indifferenza delle persone che camminavano sul marciapiedi di via Nomentana alle 9 di mattina, assorte nei loro vaghi ed eteri pensieri, presi dai ritmi frenetici della grande città, portava tutti ad ignorare quel povero corpo senza vita, una specie di manichino inanimato che in un lago di sangue non attirava l'attenzione di nessuno. Solo un commerciante, un gioielliere, ha avuto lo spirito umano pieno di pietas di avvicinarsi per prestare soccorso, inutilmente, al povero portiere. Notando l'indifferenza dei suoi concittadini, il negoziante ha preso carta e penna (telematica) ed ha scritto una lettera alla redazione de la Repubblica, che l'ha pubblicata in prima pagina. Vi ripropongo il testo della lettera. Spero serva a riflettere. Caro Direttore, sono titolare di un negozio a Roma, nei pressi di Porta Pia, non molto distante del centro storico. Ho bisogno di scriverle queste poche righe per esternare, dopo una giornata di emozioni e profondo dolore, la mia rabbia e il mio rammarico. Ieri mattina ho assistito ad una scena scioccante. Erano all´incirca le nove e avevo appena aperto il mio negozio quando, all´improvviso, ho sentito un tonfo, come di uno schianto. Ho aperto la porta e ho visto un´immagine raccapricciante: un uomo, riverso a terra e in una pozza di sangue. A causa di un terribile incidente, l´uomo, che faceva il portiere in un palazzo di via Nomentana, è precipitato da un´altezza di trenta metri mentre puliva il terrazzo dell´edificio. Ebbene, anche se per pochi attimi, mentre tentavo di dare un primo soccorso a quell´uomo riverso sul marciapiede come un manichino, nell´aria ho sentito un grande senso di indifferenza. Vedevo la gente intorno a me che correva al lavoro e nella calca, magari per fretta o disattenzione, scavalcava il povero Angelo. Poi, non appena sono arrivate le pattuglie della polizia e dei carabinieri e l´area è stata recintata, improvvisamente è scattata la curiosità perversa dei passanti ed ecco allora le domande, gli sguardi, la voglia di capire, sapere, vedere. Queste sono le sensazioni che ho percepito: dall´indifferenza per una vita troppo frettolosa, a quella curiosità perversa e morbosa che ci viene inculcata talvolta dai mass media sempre alla ricerca della sensazionalità. E in tutto questo vortice di emozioni io ancora penso al dolore della famiglia del povero Angelo. E penso a chi in quel momento, magari per fretta, per i suoi pensieri, per i suoi problemi, per l´ansia del lavoro e della quotidianità, correva senza accorgersi che un uomo era disteso a terra, morto. Credo che l´indifferenza nasca da un mondo che non ci permette più di provare sentimenti, di dare conforto. E allora mi appello a voi, ai mezzi di informazione: aiutateci a capire che di fronte alla realtà, alle tragedie, al dolore, non basta cambiare canale con il telecomando. Firmato: Paolo Peroso.

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