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sabato 19 gennaio 2008

Veltroni dice qualcosa di sinistra?


Questa è la domanda che mi sono fatto leggendo le dichiarazioni di Walter Veltroni riportate poco fa dagli organi di stampa sul web. In occasione del suo intervento a Orvieto, nell'ambito della IX Assemblea annuale dell'Associazione "Libertà eguale" in corso nella sala del Palazzo del Capitano del Popolo della cittadina umbra, il segretario del Partito Democratico ha detto: "Con qualsiasi sistema elettorale il PD correrà da solo. Sarebbe molto importante se quello che noi oggi diciamo con coraggio, e cioè che ci considereremo col simbolo del Partito Democratico con qualsiasi sistema elettorale, fosse detto dall'altro versante, da Berlusconi e da Forza Italia, con lo stesso coraggio e senso di responsabilità. Tutto ciò avrebbe un gigantesco valore per la democrazia italiana..." Senza dubbio, all'indomani della decisione di ammissibilità dei quesiti referendari presa dalla Consulta, il leader del PD ha colto la prima occasione utile per uscire dal suo "letargo" mediatico ed incominciare a dire qualcosa di costruttivo e (forse) di sinistra. Non credo che questo sia sufficiente per far pendere dalla sua parte l'ago della bilancia delle preferenze politico-elettorali degli italiani, ma comunque può essere un timido inizio di decisionismo e di "smarcamento" dal pressing (astutamente ben congegnato) del cavaliere, finalizzato ad ottenere campo libero e operatività politica, senza la "zavorra" dei partitini. Che siano parole di sinistra o meno, secondo me l'intervento odierno di Veltroni è servito un pò a smuovere le acque nel centrosinistra (e di rimando anche nel centrodestra), leggermente stagnanti in questo ultimo periodo, forse anche a causa dei molteplici avvenimenti (spazzatura, morti sul lavoro, richieste di rinvio a giudizio per "telefonate boccaccesche", censure a pubblici ministeri, dimissioni di Guardasigilli e quant'altro) che obiettivamente stavano spostando alquanto l'attenzione della pubblica opinione dai problemi più evidenti del nostro Paese. A cominciare da quello di una latente ingovernabilità, di una precaria e imbarazzante "presenza" politica ed economica in ambito europeo, per non parlare a livello mondiale. Spero che questo "avviamento" politico di Veltroni, manifestato oggi a Orvieto, sia propedeutico e funzionale per ritornare ad una situazione più serena, più partecipe e più congrua al ruolo di primo piano che, legittimamente, il nostro Paese può (deve) avere. Senza perdere altro tempo. Inutilmente.

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