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martedì 8 gennaio 2008

notizie dall'inferno...




Almeno per oggi vorrei non parlare dello schifo che sta accadendo a Pianura, delle violenze e degli squallidi episodi, indegni di un popolo civile (addirittura si è mosso in prima persona il direttore de la Repubblica, Ezio Mauro, per descrivere, con un ottimo reportage pubblicato oggi sulla prima pagina del quotidiano romano, la situazione attuale nel napoletano) e di tutto il corollario nauseabondo che circonda questa "guerra della monnezza", ma vorrei prendere spunto da una lettera di Enrico Sbriglia, direttore della Casa Circondariale di Trieste, pubblicata a pagina 22 del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, per invitare a riflettere sulla situazione delle carceri, tornate ai livelli preoccupanti di prima dell'indulto, cioè di 17 mesi fa. La lettera del direttore del penitenziario è questa: "Dopo aver tentato, senza successo, di svuotare le carceri di detenuti, con l'indulto, questa volta si assiste ad un esperimento diverso: le prigioni vengono progressivamente svuotate degli agenti, destinandoli in compiti supplementari e nuovi. Nella vigilanza dei palazzi di giustizia, nella vigilanza di case dei "nuovi principi", sui destrieri della polizia nei tornei ippici, in gare internazionali di "vasca corta", o su campi di calcio di promozione, o a servire caffè e distribuire merendine nei bar aziendali, oppure impegnandoli a centinaia se non migliaia, all'interno di strutture di natura esclusivamente amministrativa presso il Dipartimento Penitenziario ed altri uffici: insomma tutto va bene purchè fuori dal carcere. Intanto gli istituti tornano a scoppiare, soprattutto quelli del Nord, dove le sezioni detentive sono sempre più desolatamente vuote di organici. E piene di detenuti che si incrociano in ogni momento e ti fanno domande, una sequela continua, senza fine e senza orario, in tutte le lingue del mondo, talvolta poste con fare educato, altre volte con arroganza, altre ancora con violenza verbale se non minaccia. Non ci sono domeniche, non ci sono il Natale o il Ferragosto in questa "moderna corte dei Miracoli": aids, tbc, epatiti, autolesionismi, tentativi e conta dei suicidi, mutilazioni, pianti, processi, pene, pene, pene. Nei turni di servizio, ove ci si conta sulle dita di una mano, spesso occorre supplire lì dove non mettono piede psichiatri, psicologi, medici, mediatori culturali, volontari e quant'altri affollano i dibattiti nella c.d. "società civile". Basta poco, pochissimo, perchè gli equilibri faticosamente raggiunti "saltino" determinando situazioni di angoscia per quanti hanno avuto la velleità di credere nell'art. 27, comma 3° della Costituzione, quanti ancora sperano che ci si accorga per davvero dell'importanza di ciò che fanno, con coraggio ed ogni giorno." Una lettera di questo tenore, secondo me, dovrebbe essere sufficiente per far sobbalzare sulla poltrona (prestigiosa e scomoda allo stesso tempo) il direttore generale del DAP Ettore Ferrara. Ma se non bastasse, vorrei aiutare il capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, segnalandogli anche questa inchiesta, pubblicata su l'Espresso (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Io-ex-detenuto-in-cerca-di-lavoro/1938507?ref=rephpsp2) che contribuirà, ne sono certo, a scoperchiare il pentolone infernale del girone dei dannati, compresi quei "fortunati" che grazie all'indulto sono fuori, ad elemosinare un posto di lavoro o un pezzo di pane, e che vengono invece rifiutati dalla società civile, trattati peggio dei lebbrosi e degli appestati del Medioevo...

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