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giovedì 3 gennaio 2008

cloaca massima, responsabilità minima




E' davvero vergognoso quello che sta accadendo in Campania e nel napoletano in particolare. L'emergenza rifiuti, il degrado ambientale e il rischio dossina stanno mostrando al mondo intero il solito, pessimo, lurido volto di Napoli e dell'intera regione. Non si riesce a capire (almeno io non riesco a capire) quale sia il male oscuro che sta devastando il tessuto sociale campano. Eminenti osservatori, dotti medici e sapienti (per dirla alla Edoardo Bennato) stanno, a turno, stilando i loro "referti" sociologici e mediatici. Tutti si ergono a potenziali "salvatori della Patria" disquisendo e pontificando: chi indica nello smaltimento (costosissimo) incanalato nei vagoni verso le discariche tedesche una forma di guarigione dalla malattia, chi invece scopre alti siti di stoccaggio, che poi fatalmente si rivelano inutilizzabili. Chi infine (alla maniera della chiusura della stalla dopo la fuga dei buoi...) suggerisce la costruzione di nuovi inceneritori! Oggi, in prima pagina sul Corriere della Sera, il buon Sergio Rizzo (autore, insieme a GianAntonio Stella, del best seller "La Casta") titola il suo ottimo pezzo "Politici e cassonetti" dove si scopre che in tutti questi anni di emergenza rifiuti, tutti, ma proprio tutti i politici e gli amministratori (locali e nazionali) spendevano milioni di euro per trovare soluzioni (inadeguate) al problema e nel contempo spandevano parole a fiumi, promettendo e illudendo sul buon esito della questione. Inutilmente. A leggere i nomi, citati nel servizio di Rizzo, mi è venuto un naturale moto di indignazione verso tutti i rappresentanti del cosiddetto "arco costituzionale", tanto bravi e scaltri nello scaricarsi da responsabilità oggettive e pesanti, quanto molli e inetti nell'affrontare realmente e coscienziosamente il dramma sociale dei rifiuti in Campania. Ma c'è di più. Per curiosità (e per flash mnemonico) mi sono andato a rileggere alcune pagine del pluripremiato libro di Roberto Saviano, "Gomorra", e non mi sbagliavo. Il giovane autore casalese aveva già indicato e denunciato (con un intero capitolo a pagina 310 intitolato "la terra dei fuochi") il business dello smaltimento illegale dei rifiuti, ad opera dei clan della camorra, egemoni nel triangolo Casal di Principe-Nola-Castelvolturno, vera fonte inesauribile di illeciti guadagni, più che il traffico internazionale di cocaina. A quanto pare, però, le Istituzioni hanno chiuso tutte e due gli occhi, hanno fatto finta che non era poi così tragica la situazione come denunciava Saviano e hanno continuato, fino ad oggi, nell'ignobile "politica" dove tutto finisce a tarallucci e vino, tanto per non cambiare la cartolina simbolo della Napoli pizza e mandolino, con sullo sfondo il pennacchio fumoso del Vesuvio dovuto alle immondizie fumanti, non certo a cenere e lapilli...

2 Commenti:

  • Alle giovedì 3 gennaio 2008 alle ore 10:41:00 CET , Anonymous Anonimo ha detto...

    Carissimo,anche io ho una concezione politica ben radicata,eppure provo un senso di nausea verso tutte,e dico tutte,le forze politiche ed istituzionali campane.Nessuna è in grado di affrontare e risolvere i problemi che da decenni affligono la Campania,forse perchè non ne hanno voglia o perchè sono colluse.Mauro

     
  • Alle giovedì 3 gennaio 2008 alle ore 11:23:00 CET , Blogger nomadus ha detto...

    A volte, caro MAURO, ci si chiede e ci si interroga sui "mali" della politica (specchio riflesso della società) e sull'ignavia dei nostri rappresentanti (che poi non ci rappresentano quasi mai!)sempre al centro di beghe politiche e da cortile, e mai attenti e risolutori nei confronti dei problemi economici, sociali, di vita spicciola di noi cittadini, abbandonati al nostro destino. E quando qualcuno (come Roberto Saviano) s'indigna e denuncia (facendo nomi e cognomi) la risposta asfittica delle Istituzioni si contempla e si limita all'assegnazione di una "scorta" per il nostro eroe. Con l'ennesimo, volgare e vergognoso "scarico" della coscienza, politica e personale. Questa è l'Italia, mio caro amico!

     

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