brava Veronica!
Questa volta sono rimasto spiazzato pure io. L'altro ieri scrivevo della Dynasty di Arcore ed oggi sono di nuovo a scrivere della conclusione (inaspettata) della telenovela di casa Berlusconi. Questo tira e molla dei coniugi più famosi e potenti d'Italia (come lo erano una volta Gianni Agnelli e Marella Caracciolo) ha tenuto banco in questi ultimi giorni sulle prime pagine dei quotidiani e nelle aperture dei telegiornali. La moglie del Pifferaio non ce l'ha fatta più: ha dovuto ingoiare troppi rospi negli ultimi anni (celebre quello dei Telegatti del 2007 quando il marito porcello faceva apprezzamenti sulla Carfagna ancora sculettante in tv) per poter continuare a dividere (saltuariamente invero) il talamo nuziale con il proprio consorte, da 30 anni al suo fianco e da 30 anni con il vizietto per le donne. Adesso basta, avrà detto donna Veronica: così non si può più andare avanti. Il detto cornuta e mazziata non rientra nelle sue corde caratteriali e di donna con le palle. E' giunto il momento di far capire all'imperatore che ha superato tutti i limiti, sia quelli imposti dalla decenza che quelli riferibili alla propria dignità. Non si può far finta di niente quando un quotidiano sbandiera in prima pagina le proprie tette di 30 anni fa esibite sulle tavole di un palcoscenico per ragioni professionali. Non si può far finta di non leggere e non sentire quanti insulti e contumelie i sudditi dell'imperatore abbiano rivolto a lei, la dolce Penelope lombarda, così attenta e irreprensibile nella propria vita privata, quanto brava e ineccepibile nella cura e nell'educazione dei figli avuti dallo sventrapapere di Milano 2. No, non si può proprio tollerare che una sciacquetta partenopea (nemmeno così tanto figa) possa rivolgersi con tono confidenziale al proprio consorte chiamandolo papi e soprattutto che lui possa presenziare alla festa dei 18 anni quando non lo ha mai fatto per i propri figli. No, basta. La misura adesso è colma. E non c'entrano nemmeno gli articoli di una professoressa e nemmeno le ventilate candidature di letteronze e veline mancate. Qui è solo una questione di dignità. Questa volta il Pifferaio l'ha fatta fuori dal vasino. E non ci potranno più essere le pubbliche scuse come due anni fa; non basterà ricomporre il tutto con mazzi di rose rosse o con feste a sorprese a Marrakesch, non si potranno circoscrivere le battute galanti e gli apprezzamenti più o meno hard a semplici bagattelle o alle solite invenzioni giornalistiche della stampa di sinistra. Questa volta la storia d'amore con il Pifferaio è giunta al capolinea. E' proprio vero: quando una donna decide di lasciare il proprio uomo magari ci pensa e ci rimugina su per anni, ma una volta deciso non torna più indietro. Costi quel che costi. Brava Veronica! Mi sei proprio piaciuta.
4 Commenti:
Alle domenica 3 maggio 2009 alle ore 13:02:00 CEST , lonefox ha detto...
Per la Sig.ra Lario sarà dura. Lei lo sa per questo la ammiro. Non nascondo di non apprezzare per nulla il nostro presidente del consiglio. Non sarà nemmeno necessario che lui chieda ai suoi manutengoli di attaccarla in ogni modo, anzi penso che in fondo lui non lo desideri nemmeno. Ma loro lo faranno, pronti ad allungare la loro lingua verso il suo fondoschiena, sperando che lui se ne accorga e li illumini con un suo sguardo.
Alle domenica 3 maggio 2009 alle ore 14:17:00 CEST , nomadus ha detto...
Hai perfettamente ragione, cara VOLPE SOLITARIA, sul fatto che la signora Veronica da adesso in poi dovrà subire una sorta di crocifissione mediatica ordita dal suo ex marito e portata avanti dagli addetti al fondoschiena del Pifferaio. Giornali, telegiornali, blog del popolo della cosiddetta libertà si scateneranno come in una forsennata caccia alla volpe (scusami per il riferimento al tuo nick), ben sapendo che gli spettatori saranno tutti schierati e appecoronati dalla parte del Caimano. C'est la vie!
Alle sabato 25 giugno 2011 alle ore 16:39:00 CEST , Anonimo ha detto...
Paragonare Agnelli/Caracciolo a Berlusconi/Lario...mi sembra una forzatura notevole. Veronica Lario, di cui non discuto carattere, intelligenza ed ogni altro dettaglio caratteriale che vogliate mettere, non mi sembra proprio paragonabile alla dinastia Caracciolo. I Caracciolo sono una delle family più blasonate, ricche e potenti italiane ante guerra, blasone confermato dall'unione con l'Avvocato. La sign.ra Lario era una semplice attrice di teatro di cui, follemente, Berlusconi s'è innamorato, forse in seguito ai suoi ormoni; ma paragonare la coppia agli Agnelli/Caracciolo è una bella forzatura.
Alle lunedì 27 giugno 2011 alle ore 21:02:00 CEST , nomadus ha detto...
Prendo atto del commento dell'anonimo lettore e rispetto ovviamente la sua tesi sul confronto a distanza Agnelli/Caracciolo e Berlusconi/Lario. Rimango tuttavia dell'idea che sulla scena italiana, perlomeno negli ultimi dieci anni, la coppia milanese ha superato (in visibilità e gossip) l'austera coppia torinese.
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