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venerdì 1 maggio 2009

non si trombano le veline in questo modo


I miei lettori mi perdoneranno (spero) ma nel titolo scelto per scrivere questo post non potevo non ricorrere al verbo trombare per descrivere la situazione creatasi dopo l'uragano Veronica (la moglie, non trombata, del Pifferaio). Inutile dilungarmi, credo, sul doppio senso e sull'arbitraria interpretazione del termine trombata quando si parla di gente prima candidabile ad un qualcosa (elezione, nomina, proposta o altro ancora) e poi miseramente bocciabile senza possibilità di ripescaggio. Praticamente bruciate. E' il caso delle molte pretendenti al soglio europeo di Strasburgo, in corsa (almeno fino all'intervento di Lady Veronica) per le prossime elezioni europee di inizio giugno. Povere ragazze. Non si fa così. Sedotte e abbandonate. E adesso, cosa faranno queste bellezze deluse che potrebbero anche aspettare sotto casa alle due di notte chi le ha messe fuori gioco? Francamente non me ne preoccupo più di tanto, ma una riflessione in questo momento mi sovviene. In politica, come nella vita, il vecchio adagio latino mors tua, vita mea può essere applicato alla lettera in quanto se qualche velina o presunta tale non ce l'ha fatta, qualcun'altra sicuramente ce la farà. Ed è già questa di per sè una bella notizia (per quelle che ce l'hanno fatta, intendo). Alla fine della fiera, comunque, l’espressione più brutale, per la verità, la usano loro. «Essere trombata in questo modo mi scoccia tantissimo», ha detto la venticinquenne di Padova Chiara Sgarbossa, ex miss Veneto poi approdata in tv. «Per me il danno è doppio: prima mi sono ritrovata appiccicato il bollino d'infamia della velina, ora non ho neppure la speranza di togliermelo di dosso parlando con la gente in campagna elettorale. Dovrei dire grazie Veronica?». Povera ragazza. Secondo me non ha proprio tutti i torti. C’è qualcosa di ingiusto nella sorte della sedotta e abbandonata. Come tante altre ragazze che mezza Italia ha prima scrutato, cliccato, accerchiato e che poi un principe (ingrato e pure con i bulbi piliferi farlocchi) ha lasciato all’ultimo momento senza scarpette né vestito, e senza una telefonata: niente festa, niente Strasburgo, la carrozza torna zucca. Come ad esempio l'ex gieffina Angela Sozio, la rossa delle famose foto con il Pifferaio a Villa Certosa pubblicate dal settimanale OGGI: si è lamentata dicendo che «non me l'aspettavo che ci trattassero così, non è proprio bello. Soprattutto da parte di una donna». E come lei tante altre, tutte lamentose e trombate. A tal punto che è dovuto intervenire anche il beato Silvio (il trombatore), ieri, pronto a difenderle in quel modo paradossale che piace tanto a lui. Per sdrammatizzare s’è presentato alla Coldiretti e ha messo le mani avanti: «sono venuto senza veline», poi ha aggiunto «mi rifarò: pensando ai vostri 20.000 punti vendita, se avrete bisogno di belle commesse saprete a chi rivolgervi...». La platea ha sorriso, le povere ragazze trombate decisamente no. Perché loro, poverine, vivevano nell'attesa e nella speranza: sempre vicino al telefono, sperando in una convocazione. E credendosi più o meno uniche, quand’erano ovviamente fungibili, estrema propaggine pruriginosa del berlusconismo. Ora gli effetti collaterali vanno dalla delusione all’ira alla beffa. Per dire, la Sozio, barese, era stata già celebrata dalla Gazzetta del Mezzogiorno in fotogallery accanto ad altre pugliesi già innalzate (e non solo...) dal premier: Barbara Matera, l’unica rimasta in lista, e poi Barbara Mannucci, Eleonora Savino e tante altre. Poi arriva una telefonata e qualche mano deve togliere le foto della rossa (e di altre). Non si fa così. Certo, le reazioni possono variare a seconda dei temperamenti: la rabbia, e quasi la rivolta, è diffusa. Ecco un altro esempio: la sarda Cristina Ravot, la cantante di Sassari spesso ospite nelle feste a Villa Certosa, se l’è presa e pure tanto. "Io non sono affatto una velina, io canto. Avessero tutti delle qualità specifiche come ce le ho io!". Non è dato sapere, al momento, il tipo di qualità posseduta e non è chiaro se si riferisse direttamente a qualcuno. La Sgarbossa rincara la dose e se la prende con Lady Veronica: «se non fosse intervenuta lei saremmo tutte in lista. Non parlo solo di me. Ho saputo di BELLA FURLAN, l'avvocato di Rovigo, e anche di un'altra ragazza che avevano fatto con me il corso di formazione. Quest'ultima ragazza con lo star system non c'entrava nulla. Fa l'assistente a un deputato della Campania, in tv non s'è mai vista. Eppure hanno tolto dalle liste anche lei». Che colpa aveva? Era, come direbbero a Roma, una gran gnocca. Un’avvenente procuratrice legale ha narrato in lacrime a l’Unità: «mi hanno sbianchettato, tutto per colpa di Veronica». E meno male che si sono limitati allo sbianchettamento...Ma comunque, oramai, la trombatura è avvenuta. Inutile stare lì a rimuginare o ad imprecare. E' una questione di criteri, di scelte e di altro ancora. L'Italia delle veline trombate è anche questa: nei giorni felici il telefono squilla, negli altri tutto tace. Quando va bene sei un genio (e casualmente anche bella); quando va male sei una velina. E forse neanche di quelle brave.

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