se la suonano e se la cantano
Il valzer delle poltrone per i nuovi direttori di testata in RAI non deve aver portato bene a quello che il sottoscritto, qualche giorno fa, aveva indicato come il nuovo direttore del TG1, vale a dire Maurizio "Scucchia" Belpietro. Forse, ma non ne sono sicuro, il mio post dedicato alla sua ventilata nomina deve avergli portato sfiga, se è vero (com'è vero) che dovrà rinunciarvi per accomodarsi sulla non meno prestigiosa poltrona del TG5. Comunque, a parte tutto, mi sembra perlomeno fuori luogo che le nomine di un'azienda pubblica (e di servizio pubblico) debbano farsi nel salone della residenza privata romana del Pifferaio di Arcore, in quel Palazzo Grazioli storica dimora e luogo di incessante pellegrinaggio da quando il Caimano vi si è insediato. I nuovi organigrammi, stando alle ultime accreditate voci, hanno generato il seguente valzer delle poltrone. La principale notizia, finora inedita, riguarda il TG3, dove dovrebbe andare come direttore Bianca Berlinguer, mentre alla Rete Due sarebbe designato come responsabile Massimo Liofreddi. Per il TG2, invece, le preferenze del beato Silvio andrebbero a favore di Mario Orfeo, attuale direttore de Il Mattino di Napoli. Formalmente sarà il direttore generale della RAI, Mauro Masi, a scegliere da una terna di nomi che include anche Augusto Minzolini, notista politico de La Stampa di Torino, e Roberto Napoletano, direttore de Il Messaggero di Roma. Per quanto riguarda Antonio Di Bella, rimosso quasi sicuramente dalla direzione del TG3 per far posto alla figlia del defunto segretario del vecchio PCI, sarà compensato con la direzione della Rete Tre. Una delle cariche più importanti della RAI, quella di direttore di Rai Fiction (attualmente vacante dopo l’uscita del suo padre-padrone Agostino Saccà), sarà assegnata al 99% al fighetto per eccellenza Carlo Rossella, attuale presidente di Medusa film, il quale avrà come suo vice Paolo Bistolfi, confermato nella carica.
Come già anticipato da Repubblica.it, Clemente J. Mimun passerà, si dice molto controvoglia, dalla direzione del TG5 a quella del Tg1. Mauro Mazza, a sua volta, passerà dal TG2 a RaiUno. «Su questi nomi non ci piove», racconta uno dei partecipanti alla riunione di Palazzo Grazioli, secondo il resoconto di Repubblica.it, aggiungendo che la nuova RAI, targata Caimano, dovrebbe decollare già mercoledì 22 aprile, giorno della prossima riunione del CdA.
C’erano veramente tutti, gli attori della partita RAI a Palazzo Grazioli, alla corte del puparo. I leghisti Maroni e Calderoli, i capigruppo e i vice di Camera e Senato Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliarello, il ministro Andrea Ronchi, il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani, il mediatore del Nord Aldo Brancher. È stata esaminata una griglia completa di nomi, casella per casella, con le eventuali alternative. Mancava, nell’elenco, la Rete Tre, fortilizio residuale dell’opposizione. Ma per il resto è quasi tutto pronto. L’anomalia di una discussione sulla tv pubblica svolta nell’abitazione del premier ha scatenato le opposizioni: «E' un'indecente esibizione del conflitto di interessi», attacca Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Partito Democratico. «Masi intervenga a difesa dell'autonomia», dice il consigliere Nino Rizzo Nervo, forse dimenticandosi che Masi era ed è uomo di fiducia del Caimano. In conclusione la dichiarazione di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori: «E' l'ennesima ferita alla democrazia. Il PD deve svegliarsi». Secondo me devono svegliarsi anche gli italiani...
Come già anticipato da Repubblica.it, Clemente J. Mimun passerà, si dice molto controvoglia, dalla direzione del TG5 a quella del Tg1. Mauro Mazza, a sua volta, passerà dal TG2 a RaiUno. «Su questi nomi non ci piove», racconta uno dei partecipanti alla riunione di Palazzo Grazioli, secondo il resoconto di Repubblica.it, aggiungendo che la nuova RAI, targata Caimano, dovrebbe decollare già mercoledì 22 aprile, giorno della prossima riunione del CdA.
C’erano veramente tutti, gli attori della partita RAI a Palazzo Grazioli, alla corte del puparo. I leghisti Maroni e Calderoli, i capigruppo e i vice di Camera e Senato Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliarello, il ministro Andrea Ronchi, il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani, il mediatore del Nord Aldo Brancher. È stata esaminata una griglia completa di nomi, casella per casella, con le eventuali alternative. Mancava, nell’elenco, la Rete Tre, fortilizio residuale dell’opposizione. Ma per il resto è quasi tutto pronto. L’anomalia di una discussione sulla tv pubblica svolta nell’abitazione del premier ha scatenato le opposizioni: «E' un'indecente esibizione del conflitto di interessi», attacca Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Partito Democratico. «Masi intervenga a difesa dell'autonomia», dice il consigliere Nino Rizzo Nervo, forse dimenticandosi che Masi era ed è uomo di fiducia del Caimano. In conclusione la dichiarazione di Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori: «E' l'ennesima ferita alla democrazia. Il PD deve svegliarsi». Secondo me devono svegliarsi anche gli italiani...
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