il Caimano a reti unificate
Non ci si può certo sorprendere se uno che possiede la maggioranza delle reti televisive italiane poi si lascia andare a una sequela quasi ininterrotta di apparizioni televisive o di interventi al telefono durante i programmi della sera. Naturalmente sapete di chi sto parlando. Bisogna peò ammetterlo: è stato tempestivo e determinato nell'intraprendere in Abruzzo il «metodo Napoli», gestire cioè in prima persona l’emergenza terremoto passo dopo passo. Vestire i panni del tecnico. Il beato Silvio, nella settimana della tragedia abruzzese, si è rivolto alla gente attraverso la moltiplicazione mediatica. Dagli sfollati sopravvissuti ai telespettatori, arrivando così agli elettori. Per stracciare ogni filtro ha comunicato solo in tv, onnipresente e dilagante in ogni tg RAI e sulle sue reti Mediaset, fino alla celebrazione stucchevole che ne ha fatto Matrix (http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=matrix&data=2009/04/10&id=4036&from=matrix), su Canale5, nel venerdì Santo del funerale. Un’intervista telefonica del conduttore Alessio Vinci (che ha sostituito Enrico Mentana) al Pifferaio di Arcore da far venir voglia di guardare una replica dei Puffi di qualche decennio fa. Parole e racconti esaltati dalle immagini ripetute a loop, a rullo continuo: Silvio che prega, che abbraccia una signora che ha perso i suoi cari, che accarezza un ragazzo, che si mischia con i volontari della Protezione civile e che si tira fuori dalla fotografia immobile e granitica delle figure di Stato. Dalla (sua) tv ripete che offre tre delle sue case agli sfollati, per mettersi alla pari con gli italiani a cui ha chiesto un atto di generosità, nascondendo il metro di paragone fra appartamentini sulla costa e le sue ville accomodate in luoghi ameni. È l’esaltazione di un culto della personalità messa in atto sulle televisioni di sua proprietà. Qualcosa che, forse, tracima in modo sgradevole da quella che, tutto sommato, è apparsa una reale commozione del premier e una immedesimazione nel dolore collettivo. Ma è stato proprio il Caimano, a sorpresa, ad avere cancellato le mediazioni fin dalla prima sera. Quando, dopo il primo consiglio dei ministri lunedì 6, mentre i cronisti aspettavano a Palazzo Chigi l’annunciata conferenza stampa, ha scelto inopinatamente il messaggio a reti unificate, di fatto, nella ormai sempre più consolidata Raiset, dove i confini proprietari fra tv pubblica e privata sono alquanto slabbrati. Le doppie telefonate, a Matrix e a Porta a Porta, per comunicare agli italiani che Lui era sul campo, aveva rinunciato ad andare a Mosca per volare a L’Aquila. Una costante, dal giorno dopo. Sottolineata dalle conferenze stampa quotidiane, oculatamente previste in orario per il Tg1 e gli altri, mostrandosi come l'uomo del fare in maglioncino, con mappe e carte e casco accanto al nuovo angelo custode Guido Bertolaso; annunci e correzioni sulle New Town, spot utili a far pre-digerire il famoso piano casa. Di mattina parla ancora a Canale5 con Belpietro (prossimo direttore del TG1) e, da Roma, si esalta sul (suo) sondaggio che vedrebbe schizzare la sua popolarità oltre il 70 per cento, nonostante le gaffes delle tendopoli, notate ormai solo dai giornali stranieri. La prostrazione mediatica si ripete anche su RAI1: La Vita in Diretta, venerdì, dispensa una lunga intervista con tono enfatico e compreso. E ancora ieri (in tutti i tg) l’immagine fissa di Silvio che lancia messaggi, nonostante sia entrata in vigore la par condicio. Ma l’uomo del «ghe pensi mi» è sfuggente quando deve associarsi a una denuncia del Capo dello Stato sulla responsabilità dei costruttori delle case con la sabbia del mare. E oggi, giorno di festa, sarà di nuovo lì: dalle tendopoli alle tavole del pranzo di Pasqua degli italiani, con un unico imperdonabile (a suo modo di vedere) cruccio. Non aver potuto dare la benedizione Urbi et Orbi. Perchè c'era già qualcuno che l'aveva fatto...
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