molto meglio Vauro del Caimano
Non credo che i lettori di questo blog siano rimasti sorpresi dal titolo che ho deciso di dare a questo mio odierno post. E non credo nemmeno ci siano i presupposti per spiegarne il perchè. Chi mi legge da lungo tempo sa che non ho in eccessiva simpatia il Pifferaio di Arcore, ma in questo caso, messo di fronte ad una inevitabile scelta tra due operatori della risata (Vauro e il Caimano) non posso che scegliere il 55enne pistoiese (seppur Senesi di cognome). Tutto ha inizio da una vignetta (che forse avrebbe voluto disegnare proprio il Caimano...): l'omino ha una vanga in mano, le braccia molli tese a terra. Sul suo viso si legge tutta la tristezza per quello che lo circonda e soprattutto per quello che ha innanzi: è una fila di bare lunghissima, quella delle vittime del terremoto abruzzese. La battuta della vignetta di Vauro, a mio avviso, è tutt'altro che in spregio o dileggio verso i morti, verso chi è rimasto a piangerli o verso chi lavora a scavare e a ricostruire. La battuta, anche uno sciocco lo capirebbe, è scritta contro ogni speculazione edilizia, contro ogni speculazione sulla tragedia, sull'ecatombe che ha colpito la regione fino a poco tempo fa gestita da un malsano centro(sinistra) guidato da Ottaviano Del Turco. Eppure il fumetto suscita la massima indignazione nella destra, divide il Partito Democratico e provoca la reazione censorea di Viale Mazzini che interdisce Vauro da Annozero e spinge Michele Santoro a dare vita ad una puntata riequilibrativa, quasi un indenizzo alla moralità violata delle vittime e della popolazione abruzzese in generale. Ma nessuna lamentela dall'Abruzzo è arrivata alla RAI, né tantomeno alla redazione della trasmissione del giovedì sera di Rai Due. A sottolineare questo aspetto ci si sente rispondere che il fatto resta grave e che, pertanto, va sanzionato. Ed ecco quindi che la matita di Vauro viene spezzata per una puntata (anche se ieri sera Santoro l'ha furbescamente riappuntita...), viene messa al bando e spuntata per rendere evidente che questo governo rispetta la pluralità di posizioni, ma che è pronto ad intervenire quando si supera la soglia (prestabilita ad insindacabile giudizio dall'esecutivo medesimo) di tolleranza del dissenso, di quelle voci che fuoriescono dai cori innengianti all'indaffaratissimo Pifferaio di Arcore onnipresente su ogni tv e su ogni sito Internet ad ottemperare gli obblighi di Stato prima e le faccende burocratiche poi. Nei giorni del terremoto, anzi, la sera stessa dopo la scossa fatale, Rai Uno, Canale 5 e anche altre reti hanno fatto a gara per aggiudicarsi ciascuna un numero di ministri adeguato a mostrare e dimostare che Palazzo Chigi non dormiva e che già progettava la new town, la nuova città accanto al capoluogo distrutto, alle macerie ancora fumanti dai crolli impietosi e con sotto ancora tutta quella gente che doveva essere estratta dal lavoro spesso a mani nude della generosa prontezza dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. Cos'è più indecente? La vignetta di Vauro che fa una genuina ironia sul solito carosello speculativo che si abbatte subito dopo ogni disgrazia o invece le passerelle dei ministri in tv? Sembra purtroppo che in Italia non esista più altra autorità superiore al presidente del Consiglio e, per questo, nessuno può sanzionarlo quando afferma che la vita degli sfollati nelle tendopoli va presa come una gita, come un allegro campeggio. Per questi (e per tanti altri) motivi io sto tutta la vita dalla parte di Vauro Senesi (http://it.wikipedia.org/wiki/Vauro) e dalla parte della libertà di satira e di informazione.
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