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lunedì 20 aprile 2009

ma la ragione è dei furbi?


Questa è la semplice e banale domanda che mi sono posto in questo inizio di settimana, forse ripensando al vecchio adagio che la ragione è dei fessi e che poco mi sembrava applicabile al panorama attuale, sia politico che informativo. A sentire i discorsi, pomposamente riportati su giornali e telegiornali, del capo del governo italiano e dei suoi appecoronati ministri sembra che il capo abbia sempre ragione. Anche quando manifestatamente non ce l'ha. A leggere i titoli dei quotidiani riferibili all'area di influenza, soprattutto economica, del Pifferaio di Arcore la cosa pare ancora più rimarcata. In buona sostanza accade che tutti quelli che criticano il Caimano, a torto o a ragione, evidenzino come il premier abbia di fondo un conflitto di interessi grosso quanto un grattacielo e che ogni decisione che prende, alla fin fine, riguardi un suo interesse diretto o indiretto. Il Pifferaio, al contrario, pensa che tutto quello che è buono per Lui è buono anche per il Paese. In mezzo, ed a prescindere, si colloca tutto il popolo che pensa, indifferentemente, il male di tutto e di tutti. Anche di quelli per cui vota. La cosa sembrerebbe irragionevole, assurda, eppure si spiega se si considera che ognuno sostiene la propria ragione con ogni mezzo e, per esempio, non è che al centro o a sinistra non vi siano dirigenti che pensano male del Caimano e pensano, ovviamente, che chi non condivide la loro opinione sia quantomeno disinformato o coartato dalla tv o peggio emulo (in piccolo s’intende) del Caimano stesso e del suo lato peggiore. Ma quel che è peggio è che tanti, anche al centro ed a sinistra, fanno coincidere l’interesse della gente con il proprio personale o di partito o di coalizione che sia. In buona sostanza, l’uomo è uomo ad ogni latitudine ed ha sempre la tendenza a pretendere di avere ragione ed ha, anche, la tendenza a non riconoscere all’altro lo stesso suo diritto. L’analisi potrebbe essere ancora lunga ma la questione sta, purtroppo, in questi termini semplici e crudi e non vale nemmeno la pena dilungarsi. Un atteggiamento ragionevole sarebbe, a mio avviso, quello di persone e partiti che volendo governare insieme si pongano degli obiettivi comuni dopo aver stabilito regole di funzionamento accettabili ed accettate da tutti. Però anche qui risorge il vizio (o difetto) che ognuno ritiene di avere ragione e ritiene la ragione dell’altro certamente inferiore alla propria. Si potrebbe dire, in conclusione, chi è senza peccato scagli la prima pietra ma non servirebbe granchè ed allora mi auguro che avanzino (nel senso che siano sopravvissuti non che solo si facciano avanti) persone di normale buon senso e normale e corrente sentire poichè la politica, nel suo insieme e a ben vedere, sembra avere ben poco da offrire. Tanto per citare un altro adagio, a buon intenditor...

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