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venerdì 19 dicembre 2008

tutte facce di bronzo


Ha perfettamente ragione il sagace Francesco Merlo quando su la Repubblica di stamani disegna i contorni di un Paese che non conosce l'arte della dimissione (io direi della vergogna), vale a dire di quel senso di pudore istituzionale che chiunque (sia esso assessore, ministro o semplice portaborse), investito o soltanto sfiorato da un'inchiesta giudiziaria, dovrebbe aver a cuore in casi eclatanti come quelli della Campania o della Basilicata, per non parlare di altri recenti casi regionali. Io francamente non capisco come possa un rappresentante del popolo (più o meno liberamente eletto) non sentire l'esigenza di dimettersi dal proprio incarico e lasciare quella poltrona simbolo di potere e generatrice di corruzione e quant'altro di viscida consuetudine nella gestione della cosa pubblica, sia a livello locale che nazionale. Gli avvisi di garanzia, gli arresti domiciliari, le custodie cautelari in carcere sembrano non scalfire più di tanto le somatizzate espressioni tipiche delle facce di bronzo (o di tolla a seconda della pronuncia) appartenenti a personaggi conosciuti e non del grande circo melmoso e puzzolente della politica italiana, figlia illegittima della cosiddetta Seconda Repubblica. Indipendentemente dalla colorazione (rossi, neri, verdi o azzurri poco importa), il filo comune che lega tutti gli avvoltoi predatori della nobile arte dell'inganno e della truffa (nei confronti degli speranzosi cittadini che li avevano delegati) è quello della mazzetta celata e non rivelata, della provvista indispensabile e assicurata, della "dazione di denaro" di dipietrana memoria, tanto in voga negli anni bui di Tangentopoli uno, fragorosamente tornata in auge in questi giorni di sconquasso totale e vergognoso per tutto il tessuto sano della tanto bistrattata italietta. Immagino cosa possano pensare e provare tutti quei cittadini che poco tempo fa ancora riponevano speranze e progetti nel nuovo soggetto politico (il PD) e in quelle facce che sembravano ispirare un pò di fiducia in più rispetto a quelle solite. E invece niente. Un'ondata anomala ma preventivabile di fango ha totalmente sommerso anche l'ultima sbrindellata bandiera in mano a qualcuno che aveva una nuova utopìa. L'onestà e la bontà del politico. Proprio un'utopìa e niente più.

2 Commenti:

  • Alle venerdì 19 dicembre 2008 alle ore 17:54:00 GMT+1 , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buonasera.Questa mattina ho visto dei manifesti con il volto di Enrico Berlinguer affissi da Rifondazione Comunista.La cosa mi ha provocato nostalgia ed entusiasmo.Ma poi ho pensato che il suddetto partito si sta dilaniando in uno scontro interno che,oltre a questioni serie,investe anche la vittoria di Vladimir Luxuria all'Isola dei Famosi.Possibile che a sinistra siamo ridotti cosi?MAURO

     
  • Alle venerdì 19 dicembre 2008 alle ore 20:54:00 GMT+1 , Blogger nomadus ha detto...

    Caro MAURO, la tua domanda (quasi rassegnata) suscita in me un misto di rabbia e di assuefazione. Il primo sentimento è direttamente proporzionale all'attuale situazione che investe la famosa questione morale di berlingueriana memoria. Il secondo sentimento è la risultanza di tante delusioni, di troppe illusioni e di residue speranze (poche per la verità) cirvca la possibilità che la Sinistra riesca veramente a risollevarsi e a ripresentarsi in una nuova veste agli occhi degli elettori, almeno per cercare di recuperare qualche posizione e qualche attestazione di stima e di ulteriore fiducia. La vedo dura, ma ci spero.

     

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