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sabato 6 dicembre 2008

l'autorevolezza della Rete


Per chi come il sottoscritto usa e abusa di Internet da quasi 10 anni è un gioco da bambini spezzare una lancia in favore dell'autorevolezza o meno della Rete rispetto ai canoni preesistenti dell'informazione. Negli ultimi tempi ampie discussioni e infuocati dibattiti on line (e non solo) hanno focalizzato l'attenzione degli internauti sulle problematiche, vere o presunte, sorte dall'affidabilità delle notizie circolanti sul Web, sia tramite blog sia con altra forma indipendente di informazione o pensiero. Quando ho letto recentemente di un convegno sull’autorevolezza dei media, con l’obiettivo neanche tanto recondito di rivalutare il futuro dei media tradizionali, dei quotidiani in particolare, nei confronti del mondo Internet, mi sono alquanto stupito delle relative polemiche generatesi. La tesi di fondo è abbastanza semplice: le notizie, le opinioni, i dibattiti che troviamo sulla Rete non godono del controllo di un caposervizio, di un caporedattore, di un direttore, quindi non sono affidabili o almeno non sono "autorevoli". Ergo i quotidiani hanno un grande futuro davanti come unici depositari di questa "autorevolezza". Debbo confessare che mi sarebbe piaciuto assistere al convegno, ma leggendo gli ampi resoconti sui quotidiani e su alcuni siti di riferimento, mi sono fatto l'idea che il dibattito sia stato più una seduta di autorassicurazione collettiva di un gruppo di persone con poca convinzione del proprio ruolo futuro o in cerca di parole d’ordine rassicuranti e con una scarsa conoscenza del mondo Internet, che non un vero e proprio terreno di confronto. L’autorevolezza nel mondo della Rete non è, e non sarà mai, affidata a un caporedattore, a una testata, a una marca. E' per definizione affidata agli internauti, agli user. E funziona meglio di qualunque caporedattore. Eccovi alcuni esempi concreti. Esempio numero uno. La rivista scientifica Nature ha comparato l’enciclopedia Britannica e Wikipedia su quarantadue lemmi scientifici. Come si sa Wikipedia è una enciclopedia on line alimentata dagli internauti stessi, senza comitati scientifici o redattori. La Britannica ha invece un comitato scientifico composto da autorevoli studiosi delle varie materie. Bene, su quarantadue voci Wikipedia aveva quattro errori e la Britannica tre, con la differenza che il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo di Nature Wikipedia li aveva già corretti, mentre la Britannica ha dovuto attendere la successiva edizione. È ovvio che sia così; qualche decina di studiosi si confrontano con migliaia di user che comprendono, a seconda degli argomenti, dilettanti, appassionati e studiosi stessi. La Britannica sarà sempre perdente. Esempio numero due. La gran parte degli utilizzatori di Internet usa Google per ricercare sulla Rete. Il sistema page rank di Google stabilisce la gerarchia con cui presentare i risultati delle ricerche. Il motore dietro il sistema "rilegge" tutto quello che c’è sulla Rete sull’argomento investigato e lo elenca in un ordine che è guidato dal numero di link che ogni sito ha evidenziato. In altri termini il primo della lista è quello che gli internauti hanno già consultato di più e via così per l’intera lista. La qualità è automaticamente definita dalla quantità. È come se Google realizzasse su ogni argomento un gigantesco referendum. Ditemi voi perché io dovrei sentirmi più rassicurato dalla selezione fatta da un giornalista o da un caporedattore. Esempio numero tre. Per vari motivi ho seguito con molta attenzione la campagna elettorale americana. La mia routine negli ultimi 120 giorni è stata: il sito Cnn per i filmati dei dibattiti e degli speeches; YouTube per la satira di "Saturday night life"; due blog, The Huffington Post (http://www.huffingtonpost.com/) e Politico.com (http://www.politico.com/) per le novità. Poi come al solito ho letto i corrispondenti dei maggiori quotidiani italiani e non sono riuscito a leggere nulla che non sapessi già, anzi in molti casi ho trovato un resoconto "adattato" e banalizzato di quello che stava accadendo. Esempio numero quattro. Le grandi "marche" di Internet sono tutte degli "organizzatori", dei "facilitatori": Google, Yahoo!, eBay, Facebook, YouTube, MySpace, ecc. organizzano o classificano i contributi degli utenti, favoriscono aggregazioni, transazioni, scambi di opinioni e di contenuti. Nessuno di loro gerarchizza, sceglie per l’utilizzatore. La sintassi di Internet è democratica per definizione e basata sulla quantità. Per dirla in termini giornalistici la verifica delle fonti e delle notizie è affidata al controllo immediato e istantaneo di milioni di user con una forte predisposizione a interagire e a intervenire correggendo. E si potrebbe continuare con molti altri esempi. Alla fine di quanto sopra esposto stupisce solo che i direttori dei maggiori quotidiani italiani non abbiano colto queste evidenze. E magari continuino ancora a discutere, a discutere, a discutere...

2 Commenti:

  • Alle sabato 6 dicembre 2008 alle ore 18:36:00 CET , Blogger rossaura ha detto...

    Non hai colto il dato evidente? Sembrano la sinistra ufficiale che cerca nel direttore o caporedattore l'approvazione e l'investitura all'informazione. Senza contare che anche nell'immaginario della destra questo concetto collima, basta avere in mano direttore o caporedattore che il controllo è assicurato.
    Non sapevo dei dati sul web che hai citato (adesso spiegami su quali ritagli di giornale ti sei informato :-) ) pensavo o almeno avevo una minor fiducia nella rete, invece dopo quello che hai detto mi devo proprio ricredere.
    La riflessione che mi hai fatto fare mi ha, in qualche modo, dato un pò coraggio, vuoi dire che non sono proprio tutti bite sprecati i nostri? A qualcosa servono? Accediamo ad un'informazione più corretta e meno manipolata? A questo punto credo proprio di sì.
    Mi hai raddrizzato la serata. Grazie Fide, buon sabato sera
    Ross

     
  • Alle sabato 6 dicembre 2008 alle ore 20:01:00 CET , Blogger nomadus ha detto...

    Sono orgoglioso che un mio umile post da sabato pomeriggio possa aver determinato due piacevoli effetti su di te, mia cara ROSS: un inaspettato aumento di fiducia nella Rete e un "raddrizzamento" della serata che non guasta mai. Spero in futuro di poterti essere sempre così utile e "raddrizzante". Un augurio per un fantastico sabato sera, fantastica ROSS!

     

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