più precari di così!
C'è chi la valanga recessiva di cui ha parlato Guglielmo Epifani nei giorni scorsi l'ha già presa in pieno. Sono i precari, gli atipici. I primi ad essere espulsi, messi fuori, licenziati e senza nemmeno l'ombra di un "ammortizzatore sociale". Come dire che cadono senza cuscini, senza un reddito in grado di alleviare la caduta. C'è chi sta dando l'esempio. È la Brembo, l'impresa di Alberto Bombassei, il vicepresidente della Confindustria. Ha dichiarato la volontà di cacciare 240 tra somministrati (un tempo si chiamavano interinali, ovverosia in affitto) e assunti con contratti a termine. È solo l'avamposto di una lunga catena. Ha informato "Conquiste del lavoro", quotidiano della Cisl, che nella sola Lombardia sono oltre 1200 i contratti di questo tipo non rinnovati da luglio ad oggi. L'elenco, sotto il titolo "E a soffrire di più sono i precari" contiene nomi illustri: Iveco, Candy, Bosch, B-Ticino, Eutelia, Engeneering, Otis, Innse, Nokia, Siemens, Ocean, Moto Guzzi, Riello, Mivar... e chi più ne ha più ne metta. Che fa il governo di centrodestra? È giusto sostenere le banche e le imprese, specie quelle piccole. Ma con che finalità? Per permettere la cacciata dei precari? Sarebbe davvero una beffa. Per i cacciati lo stesso governo sembra propenso a studiare, invece, qualche mancia, una mini cassa integrazione. Nello stesso tempo sta dando i suoi frutti una norma ammazza-precari che impedisce il reintegro nel posto di lavoro a chi ha denunciato violazioni contrattuali. L'asso nella manica governativa consiste, inoltre, nella detassazione del lavoro straordinario. Come se chi è licenziato potesse fare gli straordinari e guadagnare di più. Oltretutto la stessa Banca d'Italia, non la Cgil, ha spiegato come tale misura non faccia che aiutare la riduzione dell'occupazione. Lo stesso discorso sui nuovi contratti che dovrebbero premiare più alti livelli di produttività, appare un po' paradossale alla luce dello sconquasso in atto. Una valanga come quella che si profila merita proposte alternative incisive. Merita anche uno sciopero generale per sostenerle. Il sindacato di Epifani dice di sì. Non si può assistere inerti a quanto avviene. Uno sciopero, però, per parlare al governo, non per eccitare patriottismi d'organizzazione e per incrementare i propri tesserati. Cisl e Uil hanno per ora orientamenti e disegni diversi. La loro convinzione è che il conflitto non aiuti, mentre al contrario aiuta il "dialogo", anche se spesso è tra sordi. Inseguono così l'idea di un sindacato partecipativo. Non serve però, in tali frangenti, agevolare chi come il centrodestra mira alla divisione. Divisione delle forze politiche di opposizione e dei sindacati. Questi ultimi possono riconquistare un ruolo autorevole solo se uniti. Come hanno saputo fare in passato quando le divisioni "ideologiche" erano ben più aspre. E intanto i precari stanno alla finestra e sperano. In che cosa non si sa, ma comunque sperano...
3 Commenti:
Alle venerdì 28 novembre 2008 alle ore 20:13:00 CET , rossaura ha detto...
Dalla bellissima vignetta al terribile post... una doccia gelata che ci dovremo sorbire tutti i giorni a venire.... Non so che dire, ho ben poche speranze malgrado il mio innato ottimismo e mi sa che è molto lontano il giorno della rinascita.
Un sorriso congelato
Ross
Alle venerdì 28 novembre 2008 alle ore 20:45:00 CET , nomadus ha detto...
Mi dispiace, cara Ross, ma l'ho fatto proprio apposta. La vignetta era sublime, il contenuto del post era aghiacciante. ho miscelato i due ingredienti et voilà, il risultato è stato sconfortante e depauperante per il tuo storico ottimismo. Spero di scongelare, in futuro, il tuo bel sorriso. Per adesso accontentati di un mio affettuoso abbraccio.
Alle venerdì 28 novembre 2008 alle ore 20:46:00 CET , nomadus ha detto...
Naturalmente volevo dire AGGHIACCIANTE...Ogni tanto la tastiera mi tradisce...Ancora un salutone. Ciao ROSS!!!
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