Feltri & il pifferaio magico (di Arcore)
In questi giorni frenetici dedicati alla soluzione del caso Alitalia ho avuto un occhio di riguardo nel seguire le uscite editoriali di Vittorio Feltri sul suo giornalino milanese che paradossalmente ha scelto di chiamarsi Libero quando invece proprio non lo è. E la riprova l'ho avuta (se mai ce ne fosse stata necessità) anche stamani con il solito editoriale improntato al più classico delle genuflessioni nei riguardi del suo padre putativo (non potendolo essere, per fortuna, naturale), vale a dire il sempre presente e idolatrato cavaliere. Tanto per non scontentare il suo occulto editore di riferimento, in questi giorni impegnato in saune e massaggi antistress in terra umbra, ecco il Feltri bombardare con chirurgica precisione il ben conosciuto obiettivo delle lagnanze di questi giorni del cavaliere: Epifani e la CGIL. Infatti il titolo scelto per l'apertura della prima pagina del suo giornalino è "Pagliacciata CGIL", mentre l'occhiello recita "Epifani firma in ginocchio", per finire con il sommario che ci informa "Il segretario del sindacato, dopo aver affondato la trattativa, si pente e sigla l'intesa che aveva respinto una settimana fa. Oggi i piloti sciolgono le riserve". Sembra un Bignami del pensiero berlusconiano ripetutamente enunciato in questi giorni in tutte le salse, con l'aggiunta della paprika dedicata al management di Alitalia degli ultimi dodici anni, rei di aver dissanguato economicamente e socialmente la nostra compagnia di bandiera, ma stranamente lo scaltro Feltri omette di evidenziare che in questi dodici anni il suo padrone è stato al governo per ben sette anni (che non sono pochi) e a quanto pare di danni ne ha fatti anche lui. Eccome se ne ha fatti. Ma l'occhialuto direttore fa finta di niente e svicola su altre traiettorie a lui più favorevoli; lancia strali contro il sindacato e gli esponenti dei piloti e degli assistenti di volo; fa un pò da personale valle dell'eco per il cavaliere: replica all'infinito il pensiero di Sua Emittenza, lo infiocchetta come meglio non potrebbe e lo presenta agli stolti lettori che ancora credono di leggere un giornale Libero. Feltri sembra uscito proprio dalla favola dei fratelli Grimm ("Il pifferaio magico" o "Il pifferaio di Hamelin"), dove lui ricopre il ruolo del borgomastro che assolda il pifferaio promettendogli una lauta ricompensa affinchè suoni e liberi la cittadina dai ratti che l'avevano invasa. Ovviamente chi meglio di Berlusconi potrebbe incarnare il ruolo del pifferaio visto e considerato che il suo multipiffero (televisioni, quotidiani, settimanali, partito di plastica) è in grado di incantare i ratti (in questo caso i comunisti) e trascinarseli dietro fino al fiume lasciandoli affogare? Orbene, spero proprio che qualche ratto sia riuscito a non affogare (ho visto in tv un discreto Veltroni) anche perchè c'è sempre una pur flebile speranza che sia il pifferaio sia il borgomastro un giorno possano andare a farsi una bella nuotata beccandosi una bella leptospirosi...
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