Long John fa l'indiano (latitante)
La notizia non è nuova ma fa sempre audience. L'ex centravanti della Lazio (dello scudetto) e della nazionale italiana di calcio, Giorgio Chinaglia è sempre più inguaiato nella vicenda giudiziaria del tentativo (illecito) di acquisto della SS Lazio da parte del clan camorristico dei Casalesi, che per farlo sin dal 2004 avrebbe messo in atto un'operazione di riciclaggio del denaro provento delle estorsioni e di altri reati. Inoltre il clan camorristico avrebbe sfruttato un personaggio carismatico come Giorgio Chinaglia per avere un sostegno da parte della tifoseria e per costringere quindi il presidente Claudio Lotito a vendere la societa'. Il nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza e gli uomini della Digos di Roma, dopo la prima inchiesta del 2006 che aveva contestato agli indagati il reato di aggiotaggio, hanno eseguito questa mattina sette delle dieci ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Roma Guglielmo Muntoni.
Delle dieci ordinanze tre non sono state eseguite e si tratta di Giorgio Chinaglia, negli Stati Uniti da oltre 2 anni, l'ungherese Szlivas Zoltan e un terzo personaggio sulla cui identita' si mantiene il piu' stretto riserbo. In carcere e' finito Giuseppe Diana, gia' in regime di 41 bis nel carcere di Opera perche' condannato nel recente processo Spartacus e considerato organico al clan dei Casalesi. In carcere anche il bancario Mario Pasculino, il commercialista Enrico Bruno, l'avvocato Arturo Ceccherini, Guido Di Cosimo, Giancarlo Benedetti e Giuseppe Bellantonio.
Dall'indagine e' emerso che proprio Giuseppe Diana, di Mondragone, titolare della "Diana Gas", e' un esponente del clan La Torre ed era proprio lui l'incaricato a portare avanti l'operazione che avrebbe portato all'acquisto della Lazio. La stessa societa' Diana Gas aveva proposto di sponsorizzare la Lazio. La nuova inchiesta che ha analizzato il flusso finanziario dietro l'operazione della tentata scalata alla Lazio, ha portato anche al sequestro di 2 milioni di euro dei 24 impiegati dai Casalesi in tutta la vicenda. Due sono stati i tentativi da parte degli indagati per acquisire il titolo della SS Lazio. Nel primo tentativo la societa' Diana Gas, riconducibile al clan dei Casalesi, ha tentato di sponsorizzare la Lazio per due partite di calcio che si sono svolte nel 2005, una per la Coppa Uefa e l'altra di Coppa Italia. Il secondo tentativo e' stato invece finalizzato a reintrodurre in Italia somme di denaro attraverso manovre speculative dello stesso titolo della Lazio. Per questo Giorgio Chinaglia si e' prestato a rilasciare dichiarazioni alla stampa secondo cui un gruppo farmaceutico ungherese era interessato all'acquisto della Lazio. "Non ne so nulla, ma chi li conosce questi". Così dichiara oggi Giorgio Chinaglia, raggiunto telefonicamente da MF, smentendo ogni legame con la Camorra nella sua tentata scalata al club biancoceleste di due anni fa. "Non ho la minima idea di come vengano fuori queste accuse, non capisco", prosegue Chinaglia, attualmente latitante dopo l'ordine di custodia cautelare in carcere spiccato stamane dalla Procura di Roma. "Io conosco Guido Di Cosimo, gli altri non li conosco" aggiunge poi Chinaglia, spiegando che proprio da Di Cosimo aveva avuto informazioni sull'interesse di un gruppo chimico-farmaceutico ungherese per la Ss Lazio. "Io sono andato alla Consob per presentare il progetto, sono andato li' con i miei avvocati, non sono andato da solo -ha aggiunto- Io credevo in quel progetto".
Oggi per Chinaglia, "la Ss Lazio e' un capitolo chiuso, visto quello che sta accadendo in Italia. Sono due anni che non ho avuto piu' contatti con nessuno di loro". Alla domanda se preveda di rientrare in Italia per difendersi, Chinaglia ha detto "certamente no". Chinaglia ha spiegato di aver gia' preso contatto con i suoi legali in Italia. Rina Izzo, legale di Chinaglia in Italia, raggiunta telefonicamente, non conferma i contatti con Long John, e precisa che "non abbiamo ricevuto ancora alcuna documentazione dalla Procura. Finora abbiamo soltanto appreso la notizia".
Delle dieci ordinanze tre non sono state eseguite e si tratta di Giorgio Chinaglia, negli Stati Uniti da oltre 2 anni, l'ungherese Szlivas Zoltan e un terzo personaggio sulla cui identita' si mantiene il piu' stretto riserbo. In carcere e' finito Giuseppe Diana, gia' in regime di 41 bis nel carcere di Opera perche' condannato nel recente processo Spartacus e considerato organico al clan dei Casalesi. In carcere anche il bancario Mario Pasculino, il commercialista Enrico Bruno, l'avvocato Arturo Ceccherini, Guido Di Cosimo, Giancarlo Benedetti e Giuseppe Bellantonio.
Dall'indagine e' emerso che proprio Giuseppe Diana, di Mondragone, titolare della "Diana Gas", e' un esponente del clan La Torre ed era proprio lui l'incaricato a portare avanti l'operazione che avrebbe portato all'acquisto della Lazio. La stessa societa' Diana Gas aveva proposto di sponsorizzare la Lazio. La nuova inchiesta che ha analizzato il flusso finanziario dietro l'operazione della tentata scalata alla Lazio, ha portato anche al sequestro di 2 milioni di euro dei 24 impiegati dai Casalesi in tutta la vicenda. Due sono stati i tentativi da parte degli indagati per acquisire il titolo della SS Lazio. Nel primo tentativo la societa' Diana Gas, riconducibile al clan dei Casalesi, ha tentato di sponsorizzare la Lazio per due partite di calcio che si sono svolte nel 2005, una per la Coppa Uefa e l'altra di Coppa Italia. Il secondo tentativo e' stato invece finalizzato a reintrodurre in Italia somme di denaro attraverso manovre speculative dello stesso titolo della Lazio. Per questo Giorgio Chinaglia si e' prestato a rilasciare dichiarazioni alla stampa secondo cui un gruppo farmaceutico ungherese era interessato all'acquisto della Lazio. "Non ne so nulla, ma chi li conosce questi". Così dichiara oggi Giorgio Chinaglia, raggiunto telefonicamente da MF, smentendo ogni legame con la Camorra nella sua tentata scalata al club biancoceleste di due anni fa. "Non ho la minima idea di come vengano fuori queste accuse, non capisco", prosegue Chinaglia, attualmente latitante dopo l'ordine di custodia cautelare in carcere spiccato stamane dalla Procura di Roma. "Io conosco Guido Di Cosimo, gli altri non li conosco" aggiunge poi Chinaglia, spiegando che proprio da Di Cosimo aveva avuto informazioni sull'interesse di un gruppo chimico-farmaceutico ungherese per la Ss Lazio. "Io sono andato alla Consob per presentare il progetto, sono andato li' con i miei avvocati, non sono andato da solo -ha aggiunto- Io credevo in quel progetto".
Oggi per Chinaglia, "la Ss Lazio e' un capitolo chiuso, visto quello che sta accadendo in Italia. Sono due anni che non ho avuto piu' contatti con nessuno di loro". Alla domanda se preveda di rientrare in Italia per difendersi, Chinaglia ha detto "certamente no". Chinaglia ha spiegato di aver gia' preso contatto con i suoi legali in Italia. Rina Izzo, legale di Chinaglia in Italia, raggiunta telefonicamente, non conferma i contatti con Long John, e precisa che "non abbiamo ricevuto ancora alcuna documentazione dalla Procura. Finora abbiamo soltanto appreso la notizia".
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