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venerdì 25 luglio 2008

da caimano a piranha


Come si dice, l'appetito vien mangiando. E stando agli ultimi risultati politici raggiunti, ingoiati con soddisfazione il "Lodo Alfano", il pacchetto sicurezza e la monnezza sparita, il senso di sazietà del cavaliere mi pare ben lungi dall'essere raggiunto. Infatti la voracità da piranha di Sua Emittenza (il caimano oramai è un chihuahua al confronto...) si sta manifestando palesemente con i preparativi (tovagliolo al collo, forchetta e coltello in mano) per i lavori in vista dell'Expo 2015 di Milano, dove ci sarà da pappare per tutti, piranha e amici. Le ganasce del cavaliere sono già allertate: nel decreto firmato mercoledì, ma reso noto solo ieri (sette articoli per sei pagine), il premier fa pesare, e molto, la presenza del Governo nella catena di comando dell’Esposizione universale 2015. Su 16 componenti del Cipem (il Comitato di indirizzo e programmazione Expo Milano), ben 10 sono espressione dell’esecutivo nazionale: tre in più (ministeri degli Esteri, della Cultura e della Difesa) rispetto all’ultima provvisoria bozza del decreto della presidenza del Consiglio. "Comando io", sembra dire Berlusconi ai litigiosi rappresentanti degli enti locali milanesi, in primis il sindaco Letizia Moratti e il governatore lombardo Roberto Formigoni, tutti e due targati centrodestra, ma impegnati fino all’ultimo minuto per affermare il proprio peso nell’organigramma Expo. Il cavaliere dunque tiene in mano il pallino, ma nella più classica strategia del "divide et impera" lascia spazi di manovra agli alleati (della serie, io mi strafogo e a te lascio gli avanzi): la Moratti è stata nominata commissario straordinario dell’Expo fino al 31 dicembre 2016 e rimarrà in carica anche se non sarà rieletta sindaco; a Formigoni invece è stata affidata la presidenza del Tavolo istituzionale per le infrastrutture regionali e sovraregionali collegate all’Expo (10 miliardi di euro di budget). Quanto a Filippo Penati, presidente della Provincia targato PD, il suo sarà un ruolo da guastatore nelle lotte interne al centrodestra.
L’organigramma Expo emerso dal decreto del premier è parso a più di un osservatore "un mostro giuridico". Tanto che già si parla, per correggere le incongruenze contenute nella catena di comando, di una legge speciale Expo in arrivo a settembre. Tant’è, oramai credo che gli italiani si siano abituati alle mostruosità berluscosconiane. Il decreto del cavaliere, intanto, consente di avviare la macchina organizzativa dell’Esposizione. La Moratti, in quanto presidente del comitato di pianificazione che andrà a sciogliersi, entro agosto dovrebbe convocare la prima seduta del Cipem, che sarà presieduta dalla presidenza del Consiglio. Nel Cipem, come detto, ci saranno altre nove rappresentanze governative: i ministeri dell’Economia, delle Infrastrutture, dell’Agricoltura, dello Sviluppo economico e i sottosegretari al Turismo e alla Protezione civile, oltre ai tre ministeri soprascritti e inseriti in extremis. Gli altri sei posti vanno al commissario straordinario (la Moratti), al Comune (in pratica, dunque, la rappresentanza di Palazzo Marino sarà doppia), alla Regione, alla Provincia, alla Camera di Commercio e alla Fiera. Come si può notare tutto è stato scrupolosamente preparato e "apparecchiato" per le voraci fauci del piranha meneghino e dei suoi affamati commensali. La torta multimilionaria dell'Expo 2015 è pronta e invitante. Non resta che aspettare l'inizio del banchetto.

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