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mercoledì 4 giugno 2008

un "disguido" da 25 milioni di euro


La nuova disavventura giudiziaria di Vittorio Cecchi Gori, arrestato ieri dalla Guardia di Finanza (http://download.repubblica.it/pdf/2008/cecchi_gori.pdf) con l'accusa di bancarotta per la Safin, una sua società finanziaria, e per l'esposizione della stessa di 25 milioni di euro, ha fatto dire all'ex patron della Fiorentina : "Tranquilli, si tratta solo di un disguido". Da 25 milioni, ma sempre di "disguido" si tratta. Una sciocchezza, una pinzillacchera. Resta il fatto, comunque, che ogni qualvolta si parla di Vittorio Cecchi Gori, volenti o nolenti, fiumi d'inchiostro attraversano le pagine dei maggiori quotidiani italiani. E a proposito di ciò, l'articolo che più mi è piaciuto, fra i tanti letti in questa giornata romana afosa ed appiccicaticcia, dedicato alla vicenda, è stato senza dubbio quello scritto da Paolo Conti pubblicato sul Corriere della Sera, dal titolo "Vittorio, le donne e i guai" che vi voglio riproporre integralmente. Buona lettura. Vittorio Cecchi Gori è il tipo che nel 2006 a 67 anni (e i capelli virati color mogano) riesce a fidanzarsi con l’ex miss Mondo Mara Meis e a portarsela a Sabaudia. Però poi scende in spiaggia con un’incresciosa canottiera bianca e chiede a quel miracolo femminile di aiutarlo a infilarsi le pinne, seduto a mollo sul bagnasciuga. Fonti fiorentine sostengono che papà Mario (imbattuto genio cinematografico capace di intuire e sfruttare la vena comica di Vittorio Gassman con «I soliti ignoti» e «Il sorpasso») sospirasse che «la paternità è fatta di amarezze ».
Vittorio Cecchi Gori è un uomo segnato dal complesso del padre. Il «vero» Vittorio infatti emerge dopo il 1993, anno della morte di Marione. Nel 1994 tenta di uccidere metaforicamente un altro padre di nome Silvio Berlusconi, suo ex socio nella Penta (contenzioso da 400 miliardi di lire). Silvio scende in campo, Vittorio si candida tra i Popolari. Lo tratta a tu per tu, sprezzante: «Il giorno dopo l’annuncio della candidatura di Berlusconi i politici avrebbero dovuto organizzare un vertice e farsi una bella risata collettiva». Invece l’avventura continua.
Con Berlusconi a Palazzo Chigi e Vittorio al suo secondo arresto per bancarotta fraudolenta (il primo risale al 2002, nel grandioso appartamento di Palazzo Borghese, colpa del crac della Fiorentina). La faccenda del padre la tira fuori anche da editore di Tmc quando, nel 1996, licenzia il direttore del tg Sandro Curzi: «Io non ho bisogno di padri né di personalità schiaccianti. Tu mi schiacci». Cotanto Edipo sulle spalle (appesantito dalla madre Valeria responsabile di averlo «sempre messo in guardia dalle donne») svela l’epopea di «Cecchi Grullo», definizione da stadio, tra immense aspirazioni e clamorosi abissi. Nel 1995 acquista Videomusic e Tmc, entra nell’azionariato di Telepiù.
Nel 2000 deve vendere di corsa tutto mantenendo solo alcune sale cinematografiche e polverizzando l’impero paterno. Nel 1993 diventa presidente della Fiorentina come papà Mario, vince due Coppe Italia e una Supercoppa di Lega Italiana, poi arrivano il crac e l’arresto. In quanto alla politica, nel 1994 diventa senatore del Ppi ma il 18 maggio 1995 prende un aereo per Cannes per non votare contro Berlusconi (la Penta!). E il Ppi lo sospende. Finalmente il capitolo donne. Una giovinezza sentimentale e alla fine onesta (lunga relazione con Maria Grazia Buccella, mito dell’epoca, però lei si ammala seriamente e lui le rimane vicino da vero gentiluomo).
Altre stelline. Poi l’incontro fatale con Rita Rusic, croata, dal 1983 sua moglie. Ha solo l’aspetto di una bionda fatale e vuota. Lentamente lei diventa la talent scout del gruppo: scopre Panariello, soprattutto Pieraccioni e poi Ceccherini. Lui, con poca eleganza, dopo la separazione del 2000 puntualizza che «i copioni li portavano a me, li facevo leggere a lei, come papà con mamma...». Finita con Rita arriva Valeriona Marini che si sciroppa il periodo più nero, incluso l’arresto. Infine Mara Meis, la canottiera, l’altro arresto. Disse: «All’altro mondo mi piacerebbe incontrare papà ed essere riconosciuto». Chissà che, quel lontanissimo giorno, Marione non gli molli uno schiaffo come si deve, lì tra le nuvole.

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