Rino, il cielo è sempre più blu (anche senza te)
Il 2 giugno di 27 anni fa moriva, in un tragico incidente stradale tra via Nomentana e via XXI aprile a Roma, l'indimenticato Rino Gaetano, di cui Mogol disse (durante un'intervista a La Storia siamo noi, http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=1296) che attraversò la musica italiana come la primavera. Una primavera che ci accompagna ancora oggi, nei ricordi delle sue canzoni, delle sue ballate, a volte tristi, a volte scanzonate ed irriverenti. Tutte comunque entrate in modo indelebile nei nostri cuori, nelle nostre anime, una sorta di specchio riflesso delle nostre emozioni quotidiane, rivissute e riscritte attraverso le sue canzoni. Un bel ricordo, di lui e della sua vita, l'ha fatto, come al solito, Giovanni Minoli con il suo programma di RAI Educational (http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=1288) che vi consiglio di rivedere. Rino Gaetano rimarrà, a mio modesto avviso, una delle voci più nuove e originali della musica italiana degli anni ‘70. Cantante estroso e ironico, in quegli anni così difficili cantava l’Italia attraverso testi eccentrici e surreali, caratterizzati da un nonsense di fondo, forse troppo veri per essere capiti fino in fondo. Rino infatti viene apprezzato soprattutto oggi, basti pensare al successo che ha riscontrato la raccolta dei suoi pezzi del 2002, quello di Paolo Rossi che nel Sanremo 2007 ha cantato e riadattato un suo brano inedito, e infine quello della fiction Rai “Ciao Rino” dove il cantautore calabrese è stato interpretato da Claudio Santamaria, uno dei giovani attori più apprezzati nell’attuale panorama italiano.
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