la Malèna del Torrino
Era troppo bella per le sue compagne di classe e per questo motivo è stata aggredita con schiaffi, graffi e lancio di uova. Lei ha 16 anni, è di Pomezia, frequenta il liceo artistico "Mario Mafai" di Roma, nel quartiere Torrino, alla periferia sud-ovest della città ed è dovuta ricorrere alle cure di medici dell'ospedale Sant'Eugenio per "escoriazioni multiple" sulla scapola sinistra, con una prognosi di quattro giorni. Sono state in sei ad aggredirla. Due, di soli 15 anni, identificate sono state denunciate per lesioni personali. Il motivo dell'aggressione viene spiegato col fatto che la vittima è "molto carina" e quindi "probabilmente oggetto di gelosie nascoste" da parte delle sue rivali. Questo fatto di cronaca, avvenuto ieri mattina in coincidenza con la chiusura dell'anno scolastico, mi ha fatto tornare alla mente una scena del film Malèna di Giuseppe Tornatore. La scena, nella parte finale del film, nella quale la protagonista Maddalena Scordìa (soprannominata appunto Malèna), impersonata dalla splendida Monica Bellucci, veniva linciata pubblicamente nella piazza del paese dalle donne del luogo, invidiose e piene di rancore a causa della sua sfolgorante bellezza. Fortunatamente ieri a Roma non si è arrivati alle estreme conseguenze dellla pellicola, ma il senso e la portata motivazionale che sta alla base del gesto mi sembrano alquanto simili. La società del terzo millennio sta portando le nuove generazioni (ed in particolar modo le adolescenti) a confrontarsi e a misurarsi ogni giorno su un'ipotetica "passerella" di bellezza della vita, dove vince e va avanti chi ha i lineamenti e l'avvenenza della pin up. Dove avere un florido seno e un fondoschiena da urlo vuol dire assicurarsi la prima fila della visibilità sociale, affermarsi su tutte, trovarsi spalancate le porte del successo (effimero) e della conquista personale, dove denaro e potere la fanno da padroni. Questo dovrebbero avere nella testa (e nel loro inconscio) le quindicenni che hanno malmenato la sedicenne di Pomezia. Non sapendo invece che la loro vana ricerca, alla conquista della bellezza e della superiorità generazionale, non porterà da nessuna parte. Non sfocerà mai in nessun mare dell'affermazione per il titolo di una qualsivoglia Miss, nè potrà mai certificare l'avvenenza e lo status di eletta nella società dell'apparenza e della letteronza. Molto meglio accontentarsi di quello che si è!
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