Luca Telese, il nuovo figlioccio del cavaliere
Da un pò di tempo seguivo le "imprese" giornalistiche e televisive di Luca Telese, 38enne cagliaritano ma romano d'adozione, presente sugli schermi de La7 con un apprezzabile programma ("Tetris") stile talk-show Maurizio Costanzo (sulle proporzioni fisiche ci siamo quasi, su quelle intellettuali, mmhhh) e presente anche sulla carta stampata, ospitato gentilmente dal quotidiano della famiglia Berlusconi. Non so se per subliminale riconoscenza, o forse per gratitudine prezzolata, ma il Telese ultimamente sta sfornando articoli abbastanza smielati e compiacenti nei confronti del suo mentore e padrino lavorativo, vale a dire Silvio Berlusconi. Non sempre la qualità e la caratura professionale degli articoli giornalistici rasentano l'optimum (ne deve fare ancora di strada il Telese), ma almeno a volte, dopo la loro lettura, ci fanno tenere in allenamento i muscoli facciali, con delle belle, grasse risate. Ne è un esempio l'ultima perla, scritta questa mattina su il Giornale (titolo "Una folla per Silvio: in 24 mila ai comizi"), che vi propongo integralmente. Secondo me, Luca Telese ha buone possibilità di sostituire Emilio Fede nell'adorazione perpetua del suo devoto Silvio, continuando così. Eccovi l'articolo. Buona lettura. Dodicimila persone a Palermo, altrettante a Catania, forse di più. Due palazzetti dello sport strapieni, clima da torcida, mai visto in questa campagna elettorale - forse - e poi tamburi che rullano durante l’intervento del Cavaliere, fazzoletti in omicromia con i colori del Catania (salteranno fuori da qualche curva?) e cartelli in blu con la scritta «Berlusconi presidente». L’uno-due di Silvio Berlusconi in Sicilia, registra un pienone senza precedenti, e trasforma i due appuntamenti nell’isola in qualcosa di più di un comizio, uno di quegli show che appassionano il Cavaliere. Al punto che, il leader del centrodestra, si lancia più volte nelle battute improvvisate e nelle gag. Vedere per credere: «Avevo detto ad Angelino Alfano di procurarmi uno spadone - il pubblico scoppia a ridere - per poter battere sulla spalla almeno nelle prime file dei più valorosi che sono qui a seguirmi». Pausa. «... sulla spalla destra, intendo, perché sulla sinistra non ce la faccio». Oppure quando alla fine dei due comizi estrae da una delle tasche un foglietto bianco e annuncia: «Mi sono preparato delle domandine da farvi, quindi concentratevi bene e state attenti a non fare errori». La platea già sorride e lui inanella una interminabile sequenza di ne avete abbastanza di... seguono «il fisco che vi mette le mani nelle tasche» («Nooo!»); «quelli che dicono sempre no a tutto, dalla Tav alle grandi opere» (Nooo!); la sequenza continua per sei o sette punti, fino a che, improvvisamente, non c’è lo scherzetto. Ovvero: Berlusconi dice «pensate che Veltroni debba andare in Africa?». Qui metà del pubblico, abituato a dire no cade nel tranello. E gli altri scoppiano a ridere e gridano «Sììì!». Per non dire delle nuove battute mutuate dalla televisione, ad esempio quella di «un comico che come voi viene da un’isola, anche se non è né la Sicilia, né la Sardegna, uno che dice a Colorado Café “Non c’è problema tu dimmi cosa devo fare ed io lo farò”». E poi c’è l’uso apparentemente casuale, e invece studiatissimo delle citazioni dei suoi candidati. Richiede ovazioni per Raffaele Lombardo, ha battute affettuose per il senatore Pino Firrarello: «Qualcuno - sorride il Cavaliere - forse ero io, lo ha definito un’antica quercia dal cuore d’oro». Oppure, nel pieno del comizio, quando fa svolazzare i due doppiopetti del Caraceni, riallaccia la giacca ed esclama: «Hai visto Stefania? Hai visto quanto sono dimagrito...». E ovviamente Stefania è seduta in prima fila ed è la Prestigiacomo. E poi, rivolto al pubblico: «Che sia brava l’ho verificato in cinque anni di lavoro in Consiglio dei ministri. Che sia bella lo vedete tutti!». Oppure questa singolare forma di interazione con il pubblico, quella di «patteggiare» il tempo del suo residuo discorso: «Vedo che siete stoici, che faccio, parlo per altri cinque minuti?». «Sììì!» e lui: «Oppure otto?». «Otto!». Qualcuno si spinge più in là «Dieci!». Qualcuno urla dal fondo «Non smettere più!». Ma il numero per cui cadono giù gli spalti, è l’evocazione dei leader meno amati dal popolo del centrodestra. Il boato da applausometro negativo, lo registra la digressione ironica sul ministro degli Esteri. «Hanno detto che vogliono la novità in politica, ad esempio quella di un certo D’Alema che ha quarantacinque anni di carriera alle spalle». Ed è a questo punto, ovviamente, che a Catania, il pubblico, comincia a battere i piedi sugli spalti come allo stadio. E infine, persino le note di colore sul menu e sulla dieta della campagna elettorale. Parlando infatti del comizio svolto a Palermo, Berlusconi accenna in tono ironicamente affranto: «Pensate, a pranzo stamattina ho rinunciato persino alla caponata per amore della libertà...». Insomma, proprio lui, che aveva iniziato a parlare dicendo: «Scusatemi per la voce sommessa e arrochita, ma da due giorni mi fanno parlare dieci ore al giorno», trasforma i due comizi in una sorta di ola da tifo calcistico. Se la politica può assomigliare al calcio, la Sicilia è la torcida del Cavaliere.
2 Commenti:
Alle lunedì 21 aprile 2008 alle ore 20:07:00 CEST , Anonimo ha detto...
Caro Nomadeus,
Mi fa piacere che tu segua le mie gesta, e mi dispiace che tu abbia preso un abbaglio, al punto da paragonarmi ad Emilio Fede (per carità, a suo modo è un genio, ma nulla a che vedere con me che voto sinistra Arcobaleno e sono diventato - ahimè - un extraparlamentare ...). Mi dispiace, per esempio, che uno che mette fra i suoi film preferiti una perla di complessità come Eyes wide shut, consideri belrusconiana la mia cronaca da palermo. Sai, io sono un giornalista, racconto quello che vedo. Così come sono andato a Omnibus (se vuoi controllare, la puntata di sabato scorso) a raccontare che c'erano 300 persone scarse a Corviale, per il Cavaliere e Fini, così ti devo ripetere che è prioprio come ho scritto: in Sicilia Berlusca ha fatto un bagno di folla, una vera torcida. Può piacere o meno, ma sai come recitava quel fantastico slogan? I fatti separati dalle oopinioni... Siamo entrtambi dell'Ariete vedo (vorrà dire che pure tu hai la testa dura) ma cosa ci sia di Berlusconiano o "smielato" in una cronaca come questa mi sfugge. D'altra parte basta controllare i dati elettorali della Sicilia (forse tu hai scirttop rima) per capire che laggiù questo clima c'era davvero....Luca Telese
Alle lunedì 21 aprile 2008 alle ore 20:32:00 CEST , nomadus ha detto...
Carissimo LUCA TELESE, mi fa piacere (davvero) che tu segua il mio umile blog e mi fa ancor più piacere che tu mi abbia scritto per segnalare il mio abbaglio. Francamente il mio non era un giudizio "tranchant" sul tuo modo di raccontare un comizio berlusconiano. Nè tantomeno una critica al tuo essere giornalista (tanto di cappello sia per il tuo scritto che per il tuo orale), ma era semplicemente un modo ironico e scherzoso di definire un mio "vicino" di segno zodiacale, oltre che sfruculiare un professionista come te che ancora oggi riesce a tenere separati i fatti dalle opinioni...Se ho urtato in qualche modo la tua suscettibilità o, se peggio, ho recato offesa alla tua persona, ti chiedo umilmente e prontamente scusa. Confidando nella tua sensibilità e nella tua acclarata intelligenza, spero (credo) tu rimanga un mio non necessariamente affezionato lettore (come continuerò ad essere io di te). Un cordiale saluto. Nomadus.
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