l'"Arciere" infilzato dalla (mala) giustizia
La triste parabola discendente ed oscurantista del gruppo investigativo dei ROS dei Carabinieri, autori della famosa cattura di Salvatore Riina il 15 gennaio 1993 a Palermo (http://archiviostorico.corriere.it/1993/gennaio/16/ore_belva_circondata_co_0_930116876.shtml), guidati dal leggendario capitano Ultimo (al secolo Sergio De Caprio) e formato da Arciere, Vichingo, Ombra, Pirata e Omar è stata riportata agli onori della cronaca con un paio di articoli sul Corriere della Sera di questa mattina, alle pagine 20 e 21, con le firme di Mario Porqueddu (http://www.corriere.it/cronache/08_marzo_18/estorsione_tesori_ultimo_porqueddu_5ecc579a-f4ba-11dc-b66e-0003ba99c667.shtml) e di Giovanni Bianconi. La notizia è quella (inaspettata) degli arresti domiciliari applicati a uno dei componenti della famosa squadra Crimor, Arciere appunto (al secolo Riccardo Ravera), accusato di concorso in estorsione riferito ad un eclatante fatto di cronaca, avvenuto il 19 febbraio del 2004 (http://archiviostorico.corriere.it/2004/febbraio/20/Saccheggio_Stupinigi_reggia_che_ospito_co_9_040220063.shtml), e che oggi torna alla ribalta con il provvedimento del gip di Torino, Silvia Versano Begey. Un altro colpo basso all'immagine (e all'onore) di uno dei carabinieri che 15 anni fa contribuì a porre fine alla lunga latitanza dello "zio Totò" e di riflesso a tutta la compagine del capitano Ultimo, il quale sul suo sito web (http://www.capitanoultimo.it/) fa un bel pò di chiarezza su molti misteri italiani seguiti alla cattura del famoso latitante, alle polemiche e ai veleni che coinvolsero il De Caprio in primis e che lo videro coinvolto in processi (http://www.peacelink.it/sanlibero/docs/1323.zip) per la mancata perquisizione del covo di via Bernini che ospitò la latitanza di Riina, e da cui comunque ne uscì a testa alta, ma che comunque lasciarono strascichi di polemiche (http://lists.peacelink.it/mafia/msg00101.html) e furiose lotte intestine in magistratura e nell'Arma. Da ascoltare anche un documento contenente la testimonianza di Ilda Boccassini sulla sua conoscenza del De Caprio (http://www.peacelink.it/sanlibero/docs/1322.zip) e da leggere un documento che vede il capitano Ultimo protagonista del famoso "caso Barillà" (da cui la famosa fiction "L'uomo sbagliato" con Beppe Fiorello) di cui molto si è parlato (http://www.peacelink.it/sanlibero/docs/1340.pdf). Insomma, ce n'è abbastanza per farsi un'idea equilibrata e non fuorviante su quali siano le sabbie mobili in cui alcuni uomini probi possono incappare, nell'ambito dell'incontro-scontro con la grande, mastodontica e tritacarne macchina della giustizia (o malagiustizia) italiana.
2 Commenti:
Alle mercoledì 19 marzo 2008 alle ore 16:25:00 CET , Anonimo ha detto...
Purtroppo,il tempo che mi rimane per il computer non è molto.Comunque vedremo di ovviare.Vorrei ritornare alla data del 16 marzo 1978 che,indubbiamente,rappresenta uno spartiacque per la nostra democrazia.Domenica ho letto un bell'articolo di Veltroni che fa un parallelismo tra Moro e Berlinguer,due uomini che,pur da sponde diverse,molto hanno fatto per ampliare le basi della democrazia nel Nostro Paese.MAURO
Alle mercoledì 19 marzo 2008 alle ore 17:16:00 CET , nomadus ha detto...
Ecco, vedi caro MAURO. Ogni tanto mi prendi "in castagna". Non ho letto l'articolo di Veltroni e quindi non posso dare un mio giudizio. Sul fatto che, comunque, le figure di Moro e di Berlinguer siano stati (e ancora sono) degli archetipi della democrazia e della visione politica trasparente (e non di tornaconto personale come ai giorni nostri) siamo perfettamente d'accordo. Credo che comunque non solo Veltroni la pensi in questo modo su questo argomento. E la riprova di ciò è data anche dalla sentita mancanza, dalla reale perdita umana e politica che le figure di Moro e Berlinguer hanno generato.
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