un Caligola a Palazzo Chigi
Questa storia del Bertolaso indagato deve aver provocato una sorta di cortocircuito cerebrale nell'attuale presidente del Consiglio. L'aver capito che la melma della corruzione non sfiora soltanto chi gli sta vicino istituzionalmente ma anche chi orbita in prossimità delle sue amicizie più convinte e più celebrate, deve avergli inopinatamente oscurato le facoltà cognitive e di giudizio. Adesso non si tratta più di fare il solito quadrato difensivo intorno agli amici lesi da inchieste giudiziarie sbrigativamente catalogate con la reiterata formula complottistica; ora è giunto esplicitamente il momento di erigere una sorta di fortezza dell'impunità e dell'intoccabilità ad uso e consumo di quei gaglioffi troppo spesso ammantati di virtuale credibilità e di indelebile onestà, facilmente smacchiabili da semplici intercettazioni telefoniche e da sacrosante inchieste giudiziarie. E in questa fortezza dell'arroganza e della impunibilità, del privilegio e della mazzetta dovuta, il presidente del Consiglio si affretta a far accomodare i tanti grand commis e burocrati permeati dall'avida tentazione del facile arricchimento; i tanti pluridecorati ministri e sottosegretari, a lui profondamente devoti e riconoscenti, che continuano indefessamente a difenderlo e a blandirlo nonostante il sentore di uno tsunami giudiziario e morale che farebbe paura anche al più incallito dei galeotti. Tutto questo non basta per capire e giustificare l'odierna presa di posizione del Pifferaio (impazzito) di Arcore, il quale continua a lamentarsi con la magistratura ribalda e forcaiola, comunista e persecutoria, indicando nel contempo il suo caro amico (e compagno di merende) Gianni Letta come unico e degno aspirante alla carica di presidente della Repubblica, non già per pregressi meriti acquisiti quanto per la sua faccia tosta nell'aver negato qualche giorno fa che nessuno dei costruttori inquisiti dalla Procura di Firenze si sarebbe mai messo in tasca un euro dalla ricostruzione del post terremoto aquilano (prontamente smentito dai fatti, http://ilcentro.gelocal.it/dettaglio/articolo/1861735). Ma come se non bastasse la follia berlusconiana (paragonabile a un novello Caligola dell'era moderna) si manifesta ancor di più con la sua autocandidatura per la nomina di senatore a vita, in virtù delle acclarate e incontrovertibili qualità morali, politiche e umane dell'ex chansonnier da crociera. E allora, caro presidente del Consiglio, tanto per restare in tema di follie e di ipotesi bislacche, perchè non proporre anche la candidatura di Marcello Dell'Utri per la presidenza della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali? Davvero in questo caso nessuno avrebbe qualcosa da obiettare... Post Scriptum: se effettivamente il cortocircuito mentale del Cavaliere dovesse persistere, allora ci sarebbero tutti i presupposti per pensarla come Curzio Maltese, che cioè siamo in dirittura finale per quanto riguarda il declino inesorabile del presidente del Consiglio (http://www.repubblica.it/politica/2010/02/17/news/gli_uomini_del_cavaliere-2327127/) .
2 Commenti:
Alle giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 14:37:00 CET , rossaura ha detto...
Azz... ma cosa gli fai venire a mente caro Nomadus? Pensi davvero che potrebbe sentirsi in imbarazzo a fare una proposta simile?
Il problema è che non ci ha ancora pensato...
Scusa se passo solo ogni tanto, na quando scrivi sei molto impegnativo e devo dedicarti tempo e tranquillità cose che mi mancano almeno fino a che non passo in modalità riposo ;-)
Ciao Ross
Alle giovedì 18 febbraio 2010 alle ore 15:04:00 CET , nomadus ha detto...
Eheheh...che il Cavaliere non ci abbia ancora pensato ne dubito. Che attenda il momento giusto per proporre un qualche suo "ronzino di ritorno" per qualche altra carica isituzionale ne ho invece la quasi assoluta certezza. Quanto ai tuoi rarefatti "passaggi" sui miei blog niente di preoccupante. La stima e l'amicizia reciproca non si certificano di certo dalle entrate forsennate o dai reiterati commenti. Mi basta sapere che ci sei. Un affettuoso abbraccio.
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