il Taormina (Carlo) un pò Catilina
Una premessa è d'obbligo. Il personaggio in sè non mi è un granchè simpatico: vuoi per la faccia, vuoi per come dice le cose e infine vuoi per l'eterna aria di supponenza. Ma perlomeno bisogna riconoscere che non è un falso. Dice con schiettezza quello che pensa, non soffre di certo la sudditanza psicologica nei confronti del suo ex datore di lavoro (il Pifferaio di Arcore) e in questa intervista con CARLO TECCE de IL FATTO QUOTIDIANO si toglie qualche sassolino dalla scarpa nel modo più sincero ed elegante possibile. Se poi tutto ciò non dovesse bastare per capire il personaggio, invito i lettori di questo blog a rivedersi il suo intervento dell'altra sera nella trasmissione di Santoro (http://www.youtube.com/watch?v=jUPfaqV2imY) oppure a rileggersi un'altra intervista: quella concessa ad ALESSANDRO GILIOLI (http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2010/01/29/la-verita-su-b-raccontata-dal-suo-ex-avvocato/) che dà l'idea di come il Taormina-pensiero sia oggi una rivisitazione moderna dell'antico scontro di duemila anni fa tra Cicerone e Catilina. Ma torniamo all'intervista di Tecce.
Chi l'ha cacciata da Fi?
C'era un'operazione.
Ordita da chi?
Fabrizio Cicchitto mi ha escluso dalle liste politiche. Niccolò Ghedini mi ha scavato la fossa.
Il collega che l'ascoltava stizzito ad Annozero.
C'è un fatto preciso: commissione giustizia, ex Cirielli sul tavolo per salvare Cesare Previti. Dovevamo includere processi in Appello e in Cassazione, e invece Cesare resta all'asciutto. Noi da una parte, Gaetano Pecorella e Ghedini dall'altra.
Invidie nel palazzo.
Ghedini fa fuori Pecorella, vince la partita. Comanda lui. Non pensavo fosse scorretto. Non vengo inserito alle politiche. Chiamo, mi rassicura: 'Tranquillo, un disguido'.
E’ la mente delle leggi ad personam?
No, il coordinatore è Previti. Il più intelligente. Ghedini ha chiesto un posticino per Piero Longo, un pupazzo.
Lascia per una crisi morale?
Definizione impropria. Lascio perché schifato. Facevo politica, vivevo il partito. Avevo un movimento, confluito nei circoli di Dell'Ultri.
Scrive a Sandro Bondi.
Per provocarlo: Sandro, facci sognare, firma una lettera. Tu sei il coordinatore !
Cicchitto il vice.
La gestione della triade (con Verdini) non mi piaceva. Forza Italia era inesistente, il PdL è doppiamente inesistente. C'era gente incapace, arrogante e disonesta.
Disonestà?
A qualsiasi livello: dirigenti nazionali, regionali, comunali. C'era affarismo. Gente che intascava soldi utilizzando la tessera di Forza Italia per accreditarsi.
Tangenti?
No. Erano affari dei capi del partito. A titolo privato: c'è una discarica o un immobile da costruire, cercano spazio e fanno soldi. Approfittavano della loro posizione. Il partito veniva sfruttato. Questi pensano ai cazzi loro.
Nemmeno al capo.
Il sultano. Siamo in un regime: la democrazia è in pericolo. Mi facevano schifo i soldi e mi faceva schifo fare il servitore. Se cerchi di fare opposizione a Berlusconi, prima vieni blandito e poi fottuto. E' in pieno delirio di onnipotenza.
E il freno Gianni Letta?
Sono convinto: Letta è un altro che non conta un cazzo.
E Giulio Tremonti?
Mi fa ridere: quando credi di essere autonomo, sei manovrato. Se Tremonti è ministro vuol dire che la testa di Berlusconi è in Tremonti.
La sua firma per gli ordini del capo.
Non siamo nemmeno riusciti a fare gli esecutori: dal falso in bilancio alla prescrizione, progetti quasi abortiti.
Legittimo impedimento.
La norma più anticostituzionale del mondo. Berlusconi ora punta al lodo Alfano-bis. Dipende da Mills.
Dalla Cassazione.
E che succede? Un gravissimo accerchiamento. Stanno per prolungare l'età pensionabile, da
Un pasticcio.
Peggio. La più dannosa delle leggi ad personam. Perché l'Anm di Palamara non protesta? Dobbiamo combattere.
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