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lunedì 18 gennaio 2010

la lettera di scuse (ai giudici) del Pifferaio


Se non fossero avvenimenti giuridici di notevole portata verrebbe anche da ridere. Oggi a Milano, davanti ai giudici della prima sezione penale, era in agenda la prima udienza post-lodo Alfano del processo per la compravendita dei diritti tv di Mediaset con il presidente del Consiglio nella scomoda veste di imputato. Cosa ti combina allora il Pifferaio di Arcore? Pensa che ti ripensa, alla fine decide di inviare ai giudici, che lo attendevano con comprensibile impazienza, una bella letterina di scuse per la sua assenza (http://www.repubblica.it/politica/2010/01/18/news/processo_mediaset-1989491/), dovuta ai soliti, improcrastinabili impegni istituzionali. Come si sa, il premier (da quando si è alleggerito di bende e cerotti) è tornato in piena attività, incontra Fini e la Polverini, Casini e affini: tutte scuse per non dover andare all'incontro più sgradito e pericoloso, quello con i pm milanesi. Ma la sceneggiata (parte meneghina e parte-nopea) della letterina di scuse è stata una trovata magistrale, da consumato frequentatore di palcoscenici teatrali. Nessun giudice avrebbe mai pensato che l'imputato principale del processo potesse inviare una sorta di giustificazione scritta, un pò come si faceva a scuola gabbando professori e genitori. Ma solo un principe del Foro, come Mavalà Ghedini, poteva suggerire al suo assistito un bel coup de thèatre come quello odierno. A ben vedere questa scelta epistolare del Cavaliere potrebbe creare un pericoloso quanto usuale precedente. Quello di indurre capimafia e di camorra (perchè no di 'ndrangheta) a inviare, dai loro rispettivi rifugi dorati di latitanti, altrettante letterine di scuse ai giudici impegnati in processi più o meno maxi contro le organizzazioni criminali, adducendo motivazioni non certamente istituzionali ma necessariamente più prosaiche e consequenziali. Quelle, ad esempio, di essere momentaneamente indaffarati in qualche gravoso sbarco di cocaina da navi o da container, oppure di essere rintanati nei caveau di qualche superbanca estera intenti a svaligiare cassette di sicurezza. E sulla base dell'odierno precedente berlusconiano, mi dite come i giudici potrebbero non accettare la lettera di scuse? Non soltanto per il Pifferaio esiste il legittimo impedimento. Anche per i boss. Ci mancherebbe altro.

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