la politica dei forni e dei mattoni
Mancano esattamente due mesi alle elezioni regionali e la temperatura politica sale ogni giorno. Non è un caso che anche il panificio PierFerdy sia in piena e febbrile agitazione. La cosiddetta politica dei due forni sta facendo scuola in tutti i laboratori politici: i fornai di Palazzo sono indiscutibilmente quasi tutti con le mani in pasta, intenti a dosare al meglio ingredienti (programmi e piattaforme politiche) e conservanti (candidati più o meno riciclati). Ma in tutto questo laborioso momento della vita politica c'è stato un mastro fornaio che ha voluto far uscire la ciambella senza il buco. Si chiama Sandro Bondi, un ministro che più che ai musei e alla cultura tiene ai lieviti e ai tipi di farina. La storia è presto detta. L'onorevole Bondi, usando la magica parolina vincolo, è riuscito ad azzoppare metaforicamente il potentissimo costruttore Francesco Gaetano Caltagirone (per quei pochi che non lo sapessero è il suocero di PierFerdy). In che modo? Firmando l'altro giorno, nella sede del ministero dei Beni Culturali in via del Collegio Romano, il decreto per mettere il vincolo all'Agro Romano, zona al centro delle ambizioni palazzinare del suocero di Casini. Una geniale strategia politica, quella di Bondi, per inibire una voluttuosa fame immobiliare. Una rapida scansione di avvenimenti, apparentemente indipendenti tra loro, si sono così verificati alle spalle di Casini che, dopo essersi trasformato in spietato killer del PdL, è stato costretto a fare marcia indietro a causa dello stop del poeta Bondi. Al punto che il leader dell'UDC ha ripreso le trattative con il partito dell'odiato Pifferaio di Arcore, ha congelato il patto con il PD in Liguria e si è smarcato per la Puglia con la candidatura della Poli Bortone. Tornando all'azzoppamento immobiliare operato da Bondi, la notizia non ha avuto il giusto risalto al punto che l'ex sindaco comunista di Fivizzano ha dovuto scrivere una bella lettera all'edizione romana del Corriere della Sera (http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=PK8A6) per spiegare il senso del provvedimento. A seguito di ciò, inevitabilmente, tra Campidoglio, Regione e costruttori si sono inseguite svariate telefonate per decidere il da farsi. Il vincolo posto dal ministro Bondi non è poca cosa e va ancora capito bene se si tratta di una chiusura totale o di un vincolo elastico. Fatto sta che la procedura iniziata lo scorso luglio, per mano della Sovrintendenza ai beni architettonici del Comune di Roma, potrebbe bloccare la costruzione di un milione di metri cubi tra via Laurentina e via Ardeatina: una zona nella quale ci sarebbero diversi terreni di proprietà di Caltagirone. E molti palazzinari romani hanno accusato proprio Caltagirone di essere imparentato con il leader dell'UDC, provocando la prevedibile ritorsione politica del fedele luogotenente di Berlusconi. C'è da dire anche che alle orecchie di Casini sono arrivati i malumori della sua famiglia acquisita, compreso il naturale imbarazzo della moglie Azzurra, che hanno determinato la decisione da parte del brizzolato uomo politico centrista di dare l'incarico al segretario Cesa di ricucire lo strappo con il Pifferaio e di verificare le condizioni per una eventuale alleanza con il PdL. Nel contempo i forni del panificio politico di PierFerdy sono spenti: hai visto mai che un domani saranno riaccesi per infornare tanti bei mattoni al posto delle consuete pagnotte?
2 Commenti:
Alle giovedì 28 gennaio 2010 alle ore 11:40:00 CET , rossaura ha detto...
Ineccepibile :-)
Anche se consiglierei PierFerdy di non calare subito i pantaloni perchè c'è nell'aria un decreto che consente la costruzione anche sulle aree vincolate (checchè questo voglia dire) quindi levano con una mano per consegnare con l'altra. Certo che nell'incertezza... PierFerdy deciderà per il meglio.
Ciao Ross
Alle giovedì 28 gennaio 2010 alle ore 12:32:00 CET , nomadus ha detto...
E per dirla tutta, cara ROSS, tra i mali minori del nostro tempo personalmente vedrei molto meglio un PierFerdy sindaco di Venezia piuttosto che il nano Brunetta in piazza San Marco. Poi, che con la mano sinistra tolgono per ridare con la mano destra, credo che in politica sia sempre stato così. A che servirebbero, altrimenti, gli inciuci? Un abbraccio affettuoso. E grazie della visita.
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