ego te absolvo
Finalmente c'è riuscito. Dopo inenarrabili vicissitudini, a seguito di reiterate vie crucis con relativa scorta di G-men, sfiancando fino allo stremo delle forze il suo valletto personale (Gianni Letta) per ottenere udienza, il peccatore di Arcore ha avuto stamani la possibilità di incontrare Papa Benedetto XVI in una saletta riservata dell'aereoporto di Ciampino a Roma (http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/berlusconi-papa/berlusconi-papa.html), per chiedere finalmente l'assoluzione urbi et orbi. Il Pontefice, invero alquanto infastidito per il ritardo della sua partenza per Praga, ha fatto con magnanimità il gesto con la mano destro tipico del perdono (sembrava in verità più l'inizio di un manrovescio...) accompagnandolo con la classica carezza sul capo chino del contrito e laido premier, forse più per assicurarsi che il trapianto tricologico continui a dare i suoi frutti che non per altro. Anche Letta si è confessato, rassicurando però il Papa sul fatto di non aver mai partecipato a mènage à trois. Fonti molto vicine al Vaticano rivelano che (per ottenere il perdono papale) il presidente del Consiglio dovrà recitare ogni sera, nella cappella privata di Arcore, il rosario in compagnia di Bondi e Calderoli, genuflettersi sui ceci (non lessati) in una serie di 15 ripetizioni, usare il cilicio in compagnia di Bossi e infine leggere le lettere di San Paolo ai Corinzi mentre Letta le ripete a mò di mimo. Voci non controllate affermano che Berlusconi, seppur a malincuore, abbia accettato il tutto purchè sia presente sempre e comunque Daniele Capezzone. In secula seculorum. Amen.
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