meno male che Fini c'è...
Non ho potuto fare altrimenti l'altro pomeriggio, dopo aver seguito in diretta tv su Rainews24 il discorso da Gubbio di Gianfranco Fini (http://www.youtube.com/watch?v=SplLH8StP9M). Alzarmi in piedi e tributargli un bell'applauso. Non certamente prolungato da standing ovation, ma sincero e sentito quanto basta. Fini è un professionista della politica, di quelli che mandano in bestia Berlusconi. L’intero discorso tenuto al Park Hotel de' Cappuccini della cittadina umbra, dall’incipit alle ultime parole, non era finalizzato ad aprire una discussione o a spostare un po’ l’asse del Popolo della Libertà ma (a mio avviso) a dichiarare aperta una crisi politica nella maggioranza di governo che potrà avere degli esiti per ora del tutto imprevedibili. In pochi minuti il presidente della Camera dei Deputati ha esplicitato la propria insoddisfazione (anzi, diciamola tutta: opposizione) rispetto al primo anno di attività di governo, su tutti i punti qualificanti compresi quelli economici e sociali (quindi non più solo immigrazione e bioetica). Nella triangolazione dei poteri ha scelto il campo di Napolitano, riconoscendo solo a lui una funzione di garanzia per il Paese. Ha denunciato l’inconsistenza del PdL come partito, paragonando la sua inesistente democrazia interna alle discussioni aperte nell’epopea di Alleanza Nazionale. Con il suo discorso Fini si è collocato in totale alternativa alla Lega e alla sua linea. E come se non bastasse (e credo sia la cosa più gravida di conseguenze) ha colpito il sodomizzatore di Arcore dove gli fa più male, dove è assolutamente proibito toccarlo se si vuole rimanere nel suo centrodestra. Che avete capito, no non lì ma sulle inchieste per le stragi di mafia. Fini è stato intenzionale, duro, perfino esagerato rispetto a ciò che si sa degli sviluppi giudiziari. Negare a Silvio la solidarietà nella guerra contro i magistrati è per il codice speciale del PdL un crimine imperdonabile. Fini questo non può non saperlo: dunque nel compiere un passo altrimenti evitabile ha annunciato, a chi è in grado di capire, la radicalità della rottura personale e politica con il Caimano. Altro che problemi di comunicazione. Casomai ci si può chiedere se il presidente della Camera non abbia voluto alzare il tiro in seguito al recente attacco da parte de il Giornale di Feltri che l’ha convinto di essere oramai finito nelle liste di proscrizione. Ci avviciniamo a grandi passi verso la fine dell’era berlusconiana. E siamo comunque a ridosso di una crisi di maggioranza che cambierà il segno della legislatura. E forse davvero la chiuderà con largo anticipo. E allora perchè non affermare: meno male che Fini c'è!
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