la risibile autodifesa del papi
Anche il papi oramai ha scelto il suo canale ufficiale per le ridicole smentite e per i volgari contrattacchi nei confronti di chi lo ha messo palesemente in difficoltà. Quando non va a sedersi sulle comode poltrone bianche di Bruno Vespa alza il telefono e chiama un altro dei suoi molteplici leccaculi dell'informazione, sempre pronto e sempre a disposizione: Alfonso Signorini. E così questa volta, per cercare di minare la credibilità della sua accusatrice barese dalle tariffe non proprio a buon mercato, affida alle pagine del settimanale Chi (di sua proprietà, fra le altre cose) il vergognoso attacco contro Patrizia D'Addario (http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-10/berlusconi-divorzio-10/berlusconi-divorzio-10.html) rendendosi ancora una volta ridicolo agli occhi del Paese. Non sono bastati gli inviti del quotidiano dei vescovi l'Avvenire a fare autocritica nonchè ammissione di colpa; non lo ha scalfito nemmeno il recente attacco (e non è certo una novità) del settimanale paolino Famiglia Cristiana. Figuriamoci poi se lo possono adombrare i giudizi della stampa estera. Al Pifferaio di Arcore non gliene può fregare di meno. Però una domanda bisogna farla: con questo attacco denigratorio alla D'Addario cosa pensa di ottenere? Di oscurare e penalizzare l'immagine della 42enne signora pugliese? Cosa può dire il beato Silvio a chi, tanto per ricordarlo, gliel'ha data in cambio di 2.000 euro? Che forse è una mignotta? Ma lo sanno tutti! Tutt'al più, l'unico modo per ferirla veramente è quello di dirle che è una baldracca comunista! Ma tanto oramai non ne esistono più nemmeno in Uzbekistan...
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