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sabato 9 maggio 2009

le amicizie pericolose


Che il nostro presidente del Consiglio fosse un tipo poco raccomandabile (nel senso che non ha bisogno di raccomandazioni, sia chiaro...) lo si sapeva. Ma che avesse anche frequentazioni poco chiare e poco adatte alla sua carica istituzionale francamente non lo sapevo. Ora, sono due i casi: o chi vi scrive è un perfetto imbecille e non si accorge se un uomo politico frequenta o meno persone misteriose e ragazze minorenni, o chi lo fa (in questo caso il presidente del Consiglio) è così scaltro e furbo da non darlo a vedere. Personalmente opto per la seconda ipotesi. E così, dopo questo incipit, torno a scrivere del Pifferaio relazionando il tutto alla puntata di giovedì sera di Annozero (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-11d6cfec-1cc3-46fc-9488-a0ab9243c00c.html?p=0). Perchè dico questo? Semplicemente perchè, forse, a qualcuno è sfuggito il reale anello di congiunzione tra le polemiche innescate da Lady Veronica, sulla frequentazione dell'ex marito con la minorenne dall'ugola d'oro (ma non solo quella, presumo...) che lo chiama anche papi, e l'amicizia quasi trentennale che lega il papà della ex minorenne con il Pifferaio. Più si discetta di veline e più la bufera vira sul tema della dignità offesa delle donne. Più ci si infila nella denuncia morale del rapporto tra politica, lustrini e presunti vizietti privati di questo e di quello, più ci si allontana dal nocciolo del caso Casoria, che è grosso come una casa e si tinge sempre più di giallo. Nella puntata di Annozero di giovedì sera, è stato l’avvocato e amico del premier, Niccolò Ghedini detto anche faccia da pirla, ad aver involontariamente evidenziato, esibendo argomenti di rara debolezza e inverosimiglianza in difesa del Pifferaio, il punto più oscuro e debole di tutta la storia: l’amicizia tra Elio Letizia (il papà della ex minorenne) e il Pifferaio stesso, legati da un segreto che il papà di Noemi evoca ma rifiuta di spiegare: «Non mi faccia entrare in profondità», è il messaggio cifrato con cui ha finora risposto ai cronisti. Ghedini faccia da pirla, scaraventato due sere fa dal Pifferaio nella fossa dei leoni di Michele Santoro, ha aggiunto dubbi ai dubbi. Nel tentativo di spiegare il mistero del nodo dell’«amicizia» tra i due, da buon avvocato s’è attestato sulla prima versione fornita da Berlusconi, per quanto contraddittoria (prima ha detto che Elio «era l’autista di Craxi» poi ha negato di averlo mai detto), confusa e a tratti reticente. Nel farlo, Ghedini ci ha messo un po’ del suo e ha esagerato, aggravando così la già traballante ricostruzione del premier: «Berlusconi non è solo il capo del governo – ha detto Ghedini – ma è anche il leader di un partito. C'è forse da stupirsi se un quadro locale del partito, un attivista anche di seconda fila come il signor Letizia, si sia esposto per segnalargli alcune candidature?». Già, perché secondo il Pifferaio questo, oltre che l’invito a recarsi alla festa di Noemi, sarebbe stato l’oggetto della telefonata ricevuta dall’«amico» Elio domenica pomeriggio. Ma siccome le candidature caldeggiate al premier dal signor Letizia (del cui impegno politico nel PdL nessuno nel partito ha mai saputo nulla) erano nientemeno che quelle dell’ex questore di Napoli Franco Malvano (http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Malvano) e di un big forzista campano del calibro di Antonio Martusciello (http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Martusciello), i quali per inciso dicono anche di non aver mai conosciuto il signor Letizia, alla fine l’argomento ghediniano fa più acqua che mai. Anche i sassi sanno che nelle ore in cui si chiudevano le liste europee, avere accesso ai triumviri del PdL o al Capo, assediati da 400 richieste per 78 posti, era impossibile per ogni comune mortale. Ma il signor Elio Letizia, con tutta evidenza, non è un comune mortale: certo non lo è agli occhi del Pifferaio, che a sua volta non vuol dire come e dove ha conosciuto Elio. «Fatti suoi», ha detto Ghedini. E invece no: fatti anche nostri, perché qui si parla del capo del governo, un uomo in genere loquacissimo che invece adesso si cuce la bocca quando Elio allude al «segreto» che li legherebbe. Fatti nostri anche il vero e proprio giallo sul sopralluogo con bonifica di Villa Santa Chiara di Casoria, zona ad alto rischio criminale (il comune fu commissariato due anni fa per camorra), dove s’è svolta la festa di compleanno di Noemi Letizia, la preferita di papi. Nel preparare l’ultima puntata di Annozero, il team di Michele Santoro viene a sapere che il locale era stato bonificato dagli apparati di sicurezza 24 ore prima dell’arrivo del premier (che sostiene invece di aver fatto un’improvvisata, rivedersi la puntata di Porta a Porta please, http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-110c3bb4-b165-43a4-9fdc-23f81fb926f7.html). Santoro chiede per scrupolo conferme: la questura smentisce. Della storia del sopralluogo a quel punto non viene riferito in trasmissione. Del resto, direbbe Ghedini, si tratta di una classica non notizia. E invece no: se il luogo dell'incontro fintamente improvvisato non è stato bonificato nè sabato (come esclude la questura e come avevano invece riferito altre fonti) nè domenica (i sopralluoghi sono invasivi, richiedono tempo e nessuna delle fonti interpellate ha notato attività ispettive nelle ore precedenti all’arrivo del premier), quando è stato controllato il locale? Quali misure di sicurezza proteggono spostamenti e incontri pubblici del capo del governo? «Fatti suoi» o non anche del Viminale e dei servizi? Chissà se ci sarà qualcuno che avrà voglia di vederci un pò più chiaro in futuro...

4 Commenti:

  • Alle domenica 10 maggio 2009 alle ore 02:20:00 CEST , Anonymous francesca ha detto...

    0 commenti? 0 COMMENTI?! Ma lo sai come ci sono capitata sul tuo post? Cercando su Google le risposte (o almeno le domande) che da giorni cerco invano sui giornali. Quelle che mi sarebbe piaciuto sentire dalla bocca di De Bortoli: "Presidente, come ha conosciuto questo Signor Letizia?" "Perché ha detto che era l'autista di Craxi?" "Perché, se ha una risposta convincente a queste domande, non la fornisce a milioni di italiani, scagionandosi così dall'accusa di frequentare minorenni?" "Non le converrebbe? Cosa c'è di peggio dell'accusa di frequentare minorenni? Forse quella di frequentare camorristi?". Grazie di avermi fatto sentire meno sola.

     
  • Alle domenica 10 maggio 2009 alle ore 10:36:00 CEST , Blogger nomadus ha detto...

    Grazie, cara FRANCESCA, del tuo commento. E grazie di aver manifestato per iscritto il tuo stupore nel vedere 0 commenti prima del tuo. Adesso anche io, grazie a te, mi sento meno solo...

     
  • Alle domenica 10 maggio 2009 alle ore 10:40:00 CEST , Blogger nomadus ha detto...

    Scusami se non ti avevo riconosciuto subito. Adesso che ho capito chi sei, mi onoro della tua visita e del tuo commento. Spero mi darai l'autorizzazione per mettere il tuo blog tra i miei preferiti. Un caro saluto da Nomadus.

     
  • Alle martedì 19 maggio 2009 alle ore 08:48:00 CEST , Anonymous Anonimo ha detto...

    Ce ne sono di Letizia camorristi.
    19.05.2009
    "E’ finito in manette il latitante Franco Letizia, inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi d'Italia. L'uomo, 32 anni, è ritenuto esponente di spicco della fazione `bidognettiana' del clan dei Casalesi."
    ed ironia della sorte:
    "Dopo una piccola parte nel cortometraggio «Scaccomatto», girato quando era ancora minorenne, la ragazza è stata scritturata oltre che per «Il regista del mondo», un docu-film che racconta la tragedia del terremoto in Campania dell'80 per la regia di Carlo Fumo, che l'aveva diretta già in «Scaccomatto», anche per «Gomorra live show». Per quest'ultima pellicola, che nella scia del fenomeno di Matteo Garrone, indaga la piaga della malavita campana, Noemi, assicurano le fonti, è stata scritturata prima di quel fatidico party che l'ha fatta conoscere all'Italia intera. Del film, di cui sono state già girate alcune scene, non si sa molto. Nato inizialmente come «Camorra Live Show», il film, che sarà diretto da Claudio Bocchi, ha cambiato titolo in corso d'opera per sfruttare la notorietà del marchio «Gomorra»."

     

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