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giovedì 12 marzo 2009

ma in quale Paese viviamo?


La domanda nasce spontanea e mi sembra anche alquanto retorica visti i risultati dell'uscita del segretario del PD Dario Franceschini sulla possibilità (nemmeno fossimo nella foresta di Sherwood) di togliere una tantum ai ricchi per dare (sempre una tantum) ai poveri. Ma l'idea di togliere ai ricchi per dare ai poveri è talmente antica, semplice ed evocatrice degli eroi delle fiabe da risultare intollerabile per gli alchimisti della finanza creativa. Anzi, a mio modo di vedere, è addirittura irricevibile (evidentemente) per i miliardari e gli aspiranti milionari di governo, sollecitati ad una solidarietà che sì, certo, dovrebbe essere spontanea ma quando in modo così vistoso latita si può anche chiamare all'appello. Provarci, almeno. Qui nella foresta di Sherwood il buio è fitto. Il re, ammesso che ne esista uno, è alle Crociate. Al castello l'ipotesi che si possa tassare chi ha molto per dare a chi ha molto poco sembra un ridicolo rovesciamento della realtà: provocatorio, scandaloso e pure eversivo. La norma è il contrario. La legge è all'opposto. Chi ha molto se lo tiene e, anzi, pretende di più. Non è un caso che la proposta di Dario Franceschini piaccia a Bossi divenuto ormai il paladino, al Nord, dell'ex ceto medio scivolato in basso e di larga parte di quella che un tempo si chiamava la classe operaia. Conosce bene il suo elettorato, Bossi. Conosce il Paese reale, almeno una parte geografica ben precisa. Diversamente dai magnati e dalle star televisive conosce l'imbarbarimento e la rabbia che derivano dal bisogno. Per questo è d'accordo con Franceschini: bisogna tornare da dove ci si è allontanati, bisogna stare nelle cose della vita, sentire la voce del Paese che chiama. Persino Internet è un lusso per milioni di persone, certo, ma è già una finestra da cui affacciarsi in mancanza di scarpe per camminare. Allora fate un giro, andate a vedere cosa fa chi non ce la fa. Proliferano i luoghi di scambio, si torna al baratto. Low cost, no logo. Come si vive nel nostro Paese? Non bene, credo. Molti si tengono in equilibrio (precario) sul filo sospeso nel vuoto della paura della crisi irreversibile. Molti cercano di sopravvivere, come sopravvivono in tanti in tutto il mondo. E' una sopravvivenza globale. Molti rinunciano. A tutto o quasi. Rinunciano a fare figli ad esempio. Non sto parlando di chi non ha niente. Parlo di chi aveva qualcosa ed ora non lo ha più. Una povertà senza rete: sussidi macchinosissimi, social card ancora oggi arrivata a meno della metà di chi ne avrebbe diritto. Quasi due milioni di bambini sotto gli 11 anni in stato di indigenza. Cifre da quarto mondo, da vergogna. I più poveri, intanto, continuano a sbarcare qui in cerca di un Eldorado. Che oramai non esiste più. E questo è il Paese che è diventato, inevitabilmente, l'ombra di se stesso. Che tristezza!

2 Commenti:

  • Alle venerdì 13 marzo 2009 alle ore 08:08:00 CET , Blogger rossaura ha detto...

    Parlare alla pancia della gente è una qualità che la Lega ha sempre avuto ed è in qualche modo ammirevole, visto che loro il alvoro sul territorio lo hanno eseguito benissimo, anche se poi in sostanza sono solo parole, di rabbia e di sfogo, alla fine proprio per la loro peculiarità non hanno mai incoraggiato una rete di assistenza che venga usata per aiutare chi è in difficoltà.
    Franceschini come Robin Hood ce lo vedo proprio, abbiamo avuto un segretario cinematografico oggi invece alla guida del PD un segretario filmico.... non è una proposta anacronistica, non va distante da quello che ha detto qualche giorno fa Vendola ad una trasmissione TV "peschiamo i soldi da chi è in montagna a sciare", sarà stata anche una provocazione, ma da dove vuoi far uscire i soldi per aiutare chi non ha niente, da altri che non hanno niente?
    Ci sarebbe da valutare bene l'operato delle banche.... quelle che oggi non finanziano le ditte, ma che stanno facendo una bella speculazione edilizia, ovviamente rientrano in possesso degli immobili dei mutui che molti non riescono a pagare e stanno acquisendo beni sottostimati da un mercato ormai in scacco.
    La mia provincia, per esempio, ha messo in funzione un numero da chiamare tipo call center dove vengono denunciate le banche che non forniscono aiuti alle imprese. Certamente non possono essere perseguite, ma almeno pubblicamente messe alla gogna, questi si può fare.
    Ci aspettano tempi ancora più bui.... e questo governo sembra non aver mai fine e sembra anche che non abbia mai fine la sua tenebrosa profondità di inettitudine.
    Condivido la tristezza
    Ross

     
  • Alle venerdì 13 marzo 2009 alle ore 20:58:00 CET , Blogger nomadus ha detto...

    Come sempre i tutoi commenti sono cos' precisi, esaustivi e ficcanti da lasciarmi senza troppe parole per la replica. Che vuoi che aggiunga a quanto da te mirabilmente espresso? Nulla, solo che ribadisco ancora una volta che sei una donna speciale. Un bacio da nomadus.

     

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