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venerdì 27 giugno 2008

Ustica & il muro di gomma 28 anni dopo


Purtroppo la memoria storica degli italiani non gode di buona salute. Misteri d'Italia, stragi, depistaggi e quant'altro avvenuto nel nostro Paese, dagli anni '70 ad oggi, non hanno scalfito più di tanto la corteccia naturale della memoria e della coscienza collettiva degli italiani. E' un peccato che ci sia questa amnesìa di tipo pandemico, che aggredisce a tutti i livelli il tessuto sociale del Belpaese, relegando nel limbo dei ricordi sbiaditi e delle richieste di verità assopite tutti quegli avvenimenti tragici come quello che ricorre oggi. Il 27 giugno 1980 sugli schermi della torre di controlo di Ciampino, a Roma, alle ore 20, 59 minuti e 45 secondi, sul punto delle coordinate 39°43’N e 12°55’E scompare un velivolo civile. E’ il Dc9 I-TIGI della società Itavia, in volo da Bologna a Palermo, nominativo radio IH870, con a bordo 81 persone, 77 passeggeri e 4 uomini di equipaggio. Il controllore di turno cerca di ristabilire il contatto con il pilota del Dc9. Lo chiama disperatamente una, due, tre volte. A rispondergli solo un silenzio di morte. Scatta l’allarme, ma non scattano i soccorsi che arriveranno sul punto di inabissamento dell’aereo, a metà tra le isole di Ponza ed Ustica, soltanto la mattina dopo. Un ritardo sospetto. Così come misteriosa è la causa della scomparsa del Dc9. La cosa più facile? Attribuire il disastro ad un difetto strutturale dell’aereo, un cedimento. La tesi del cedimento strutturale del Dc9 dell’Itavia resterà per quasi due anni la spiegazione ufficiale della tragedia, tanto che la società proprietaria dell’aereo diventerà il primo capo espiatorio e sarà costretta a sciogliersi. Ma in ambienti giornalistici la tesi semplicistica della sciagura comincia quasi subito a fare acqua (il primo cronista a indagare in altra direzione è Andrea Purgatori, all'epoca inviato speciale del Corriere della Sera). Che qualcosa in questa storia non quadri dovrebbe capirlo anche il magistrato romano al quale l’inchiesta è affidata. Per consegnare al pubblico ministero Giorgio Santacroce i nastri di Roma Ciampino, sui quali era impressa tutta la sequenza del volo del Dc9, fino alla scomparsa dagli schermi radar, l’aeronautica militare impiega ben 26 giorni. Addirittura 99 per consegnare i nastri di Marsala. Senza contare tutto il materiale che verrà tenuto nascosto al giudice. Insomma il fatto che l’arma azzurra giochi sporco di fronte alla morte di 81 persone e che, specie all’inizio, il governo italiano sia più di ostacolo che di aiuto all’inchiesta giudiziaria è la prima vera risposta ad una domanda che ancora oggi in molti si pongono: chi ha abbattuto il Dc9 di Ustica? Il muro di gomma dell'omertà (istituzionale e personale, a vario titolo) ha resistito fino ad oggi, nonostante i tentativi (pochi per la verità) di abbatterlo. Mi sembra comunque giusto (ed umanamente opportuno) ricordare oggi, a distanza di 28 anni dalla strage di Ustica, i nomi delle 81 vittime che non devono rimanere 81 anonimi e sfortunati nomi iscritti su qualche lapide commemorativa, ma devono rappresentare 81 cicatrici profondamente incise nella viva carne del nostro Paese. Ecco l'elenco:
Domenico Gatti, 44 anni, 1°comandante; Enzo Fontana, 32, 2° pilota; Paolo Morici, 39, assistente di volo responsabile in seconda; Rosa De Dominicis, 21, assistente di volo allieva.
I 77 passeggeri:
Andres Cinzia, 25; Andres Luigi, 33; Baiamonte Francesco, 55; Bonati Paola, 16; Bonfietti Alberto, 37; Bosco Alberto, 41; Claderone Maria Vincenza, 58; Cammarata Giuseppe, 19; Campanini Arnaldo, 45; Candia Antonio, 32; Cappellini Maria Antonietta, 57; Cerami Giovanni, 34; Croce Maria Grazia, 7; D'Alfonso Francesca, 5; D'Alfonso Salvatore, 39; D'Alfonso Sebastiano, 4; Davì Michele, 45; De Cicco Giuseppe, 28; De Lisi Elvira, 37; Di Natale Francesco, 2; Diodato Antonella, 7; Diodato Giuseppe, 1; Diodato Vincenzo, 10; Filippi Giacomo, 47; Fontana Vito, 38; Fullone Carmela, 17; Fullone Rosario, 49; Gallo Vito, 25; Greco Antonino, 23; Gruber Marta, 55; Guarano Andrea, 38; Guardì Vincenzo, 26; Gherardi Guelfo, 59; Guerino Giacomo, 9; Guerra Graziella, 27; Guzzo Rita, 30; La China Giuseppe, 58; La Rocca Gaetano, 39; Licata Paolo, 71; Liotta Maria Rosaria, 24; Lupo Francesca, 17; Lupo Giovanna, 32; Manitta Giuseppe, 54; Marchese Claudio, 23; Marfisi Daniela, 10; Marfisi Tiziana, 5; Mazzel Rita Giovanna, 37; Mazzel Erta Dora Erica, 48; Mignani Maria Assunta, 30; Molteni Annino, 59; Norrito Guglielmo, 37; Ongari Lorenzo, 23; Papi Paola, 39; Parisi Alessandra, 5; Parrinello Carlo, 43; Parrinello Francesca, 49; Pellicciani Anna Paola, 44; Pinocchio Antonella, 23; Pinocchio Giovanni, 13; Prestileo Gaetano, 36; Reina Andrea, 34; Reina Giulia, 51; Ronchini Costanzo, 34; Siracusa Marianna, 61; Speciale Maria Elena, 55; Superchi Giuliana, 11; Torres Pierantonio, 33; Tripiciano Maria Concetta, 45; Ugolini Pier Paolo, 33;
Valentini Daniela, 29; Valenza Giuseppe, 33; Venturi Massimo, 31; Volanti Marco, 36; Volpe Maria, 48; Zanetti Alessandro, 8; Zanetti Emanuele, 31; Zanetti Nicola, 6.
Le famiglie delle vittime sono riunite in un'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica con sede in Via Polese, 22 - 40122 Bologna - Tel. 051/253925. L’Associazione è presieduta dalla senatrice Daria Bonfietti, componente della Commissione Stragi.

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