tpi-back

mercoledì 18 giugno 2008

il "bluff" è stato scoperto!




Come un qualsiasi giocatore di poker (neanche troppo esperto), impegnato in una partita la cui posta in palio corrisponde alla propria credibilità, Silvio Berlusconi è ricorso al più classico dei bluff per ingannare i suoi elettori. In campagna elettorale (e parliamo di qualche mese fa, non di tempi remoti) ha invogliato il suo popolo di aficionados facendo credere loro che avrebbe cambiato l'Italia, realizzato tutti i progetti e i programmi che (poverino!) non gli avevano permesso in precedenza di portare a termine ('sti comunisti cattivoni!) e che avrebbe ripulito Napoli e la Campania dalla spazzatura. Incassato il voto, insediatosi a Palazzo Chigi e sistemati per bene i suoi scudieri sotto forma di ministri, vice-ministri e sottosegretari, ecco il cavaliere che getta sul tavolo le sue carte. Come prevedibile era un bluff, un modo come un altro per ingannare gli italiani. E adesso ce ne stiamo accorgendo. Ma oramai... Di questo (e di altro) parla un ottimo articolo di Luca Ricolfi in prima pagina oggi su La Stampa di Torino, dal titolo "A carte scoperte", che vi voglio riproporre. Buona lettura.
Peccato. Era probabilmente ingenuo sperarci, ma in molti ci eravamo augurati che fosse iniziata una nuova stagione politica. Forse non una stagione esaltante, di concordia nazionale e di rinascita dell’Italia, ma almeno una stagione di proposte ragionevoli e costruttive. Una stagione in cui i politici, pur continuando a litigare fra loro, si occupassero anche un po’ di alcune cose che stanno a cuore a noi: sicurezza, tenore di vita, servizi sociali. Dopotutto molte delle cose che in questi mesi il centro-destra ha fatto o si accinge a fare erano copiate dall’opposizione. Il pacchetto sicurezza riprendeva molte misure volute da Giuliano Amato, l’aliquota fissa sugli affitti ripropone un’idea cara a Rutelli e alla Margherita, la riforma dei servizi pubblici locali dovrebbe seguire il tracciato del disegno di legge Lanzillotta. Insomma, per molti versi il governo Berlusconi stava facendo le stesse cose che avrebbe voluto fare il PD, e che il PD non fece solo per non litigare con Rifondazione comunista. E invece no. Ora torneremo allo scontro e alla diffidenza, perché Berlusconi ha scoperto le carte e nessuno dei suoi osa fiatare. Che cosa ci dicono le carte che ora si vanno scoprendo una dopo l’altra? La prima carta ci rivela che la priorità delle priorità di Berlusconi è proteggere se stesso. Emendamento «salva Rete 4», limiti alle intercettazioni e alla libertà di stampa, norme per fermare il processo Mills, ricusazione del magistrato che dovrebbe giudicare il premier, riproposizione del lodo Schifani, tutto indica che ci risiamo: Berlusconi avrà anche un’idea del futuro dell’Italia, ha sicuramente ragione in alcune critiche alla magistratura, ma quando si mette in movimento è del tutto incapace di separare l’interesse personale da quello del Paese. Come ha suggerito Vittorio Feltri ieri su Libero, sarebbe molto meglio che parlasse chiaro dei propri guai senza pretendere di ridisegnare istituzioni e regole solo per bloccare un singolo processo, quello che lo riguarda. La seconda carta ci rivela che Berlusconi confonde sicurezza e legalità. Sia le norme sulle intercettazioni sia quelle sulla sospensione dei processi «minori» tendono a limitare l’azione di contrasto della criminalità ai soli reati considerati di forte «allarme sociale», e allentano la presa su quelli che - non toccando direttamente il cittadino medio - suscitano minori ansie e paure. Rientrano tipicamente in questa categoria i reati ambientali, economici, finanziari, ossia i cosiddetti reati dei «colletti bianchi»: in poche parole i reati commessi da dirigenti, funzionari, impiegati, imprenditori, finanzieri, politici, ivi compresi - naturalmente - alcuni reati di cui è stato accusato Berlusconi. Dettando alla magistratura le priorità sui reati da perseguire, e pretendendo di accantonare i procedimenti per reati di minore allarme sociale, il governo mostra che, ammesso che qualcosa gli importi della sicurezza, della legalità gli importa invece ben poco. Questo è un guaio, non tanto e non solo perché in troppi la faranno franca, ma perché se il Paese è ridotto nello stato in cui è dobbiamo dire grazie anche alla continua e spudorata violazione delle regole del vivere civile. Se ci fosse un po’ più di legalità, non avremmo ogni anno 80 miliardi di sprechi nella Pubblica Amministrazione e 100 miliardi di evasione fiscale. E magari sarebbe anche meno diffuso quel senso generale di ingiustizia, di iniquità e di impotenza che si è impadronito di tanti cittadini. Ma c’è anche una terza carta che sta venendo allo scoperto. Il governo non solo se ne infischia della legalità, ma sembra curarsi ben poco della stessa sicurezza. Dalle maglie artificiosamente allargate per salvare i «colletti bianchi», oltre a vari reati finanziari stanno uscendo anche reati di forte allarme sociale. Succede così che, con le nuove norme, non possano più essere intercettati i soggetti sospettati «soltanto» di associazione per delinquere semplice, truffa, rapina. E rischiano di essere sospesi migliaia di procedimenti per reati predatori, come lo scippo o il furto. Per non parlare dell’aspetto simbolico di questi provvedimenti. La sospensione per un anno (o per sempre?) dei processi minori di fatto funzionerà come un’amnistia mascherata, e nel frattempo manda un segnale opposto a quello che si intendeva inviare con il reato di clandestinità. Quanto a quest’ultimo, e più in generale alla minaccia di norme più severe contro gli irregolari, la loro credibilità resta minima perché non è accompagnata né da provvedimenti capaci di accelerare i processi né da stanziamenti adeguati in materia di edilizia carceraria.

2 Commenti:

  • Alle giovedì 19 giugno 2008 alle ore 09:54:00 CEST , Anonymous Anonimo ha detto...

    A parte il fatto che 'sto Ricolfi parla con nostalgia dei ministri del governo Prodi che si sono distinti per due anni di inettitudine e dialettica inoperosa, non viene discusso il punto principale: Berlusconi e' stato sotto processo 25 volte e MAI condannato (forse e' vero che lo perseguono? ai posteri l'ardua sentenza...). Ci sono processi che non hanno piu' senso perche' gli eventuali condannati sarebbero liberi per l'indulto del governo Prodi, mentre pericolosi criminali stanno senza pena in attesa che questo caos si sbrogli...
    In tutto cio' noi vogliamo solo vedere condannato Silvio, come catarsi di tutti i mali (dimenticando che negli ultimi 12 anni Berlusconi e' stato al potere per 'soli' 5 e le cose non mi sono sembrate migliorate di molto...)
    Comunque, continuate a pregare ed a sperare, che prima o poi qualche magistrato avra' il coraggio di condannarlo per reati in prescrizione (ci sono riusciti con Andreotti, come mancare anche questo bersaglio?)
    Meditate, gente, meditate

     
  • Alle giovedì 19 giugno 2008 alle ore 10:30:00 CEST , Blogger nomadus ha detto...

    La difesa "d'ufficio" dell'anonimo commentatore filoberlusconiano non mi sembra possa essere accettata. A cominciare dal fatto che non è stato al potere "per soli 5 anni" come afferma l'anonimo principe del Foro ma (a conti fatti) per 2.053 giorni tra il Berlusconi I e il Berlusconi III, che al mio paese fanno 6 anni e 6 mesi. In secondo luogo l'indulto è stato votato anche dal suo "assistito", caro anonimo commentatore, oltre che da Forza Italia in toto. In terzo luogo il fatto che non sia stato mai condannato è la certificata conferma che la sua scelta di scendere in campo e di avvalersi dell'immunità da presidente del Consiglio lo ha preservato dall'entrare nelle patrie galere. Le leggi ad personam e le prescrizioni varie hanno fatto il resto. Per il futuro, caro anonimo commentatore, le consiglio di cambiare cliente da difendere...

     

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page