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lunedì 16 giugno 2008

La Russa l'afghano & la voglia di militarizzare




Chissà perchè ma in questi giorni di polemiche, a proposito della decisione del ministro della Difesa Ignazio La Russa di mandare nelle strade 2.500 miliari italiani dell'Esercito per fronteggiare la oramai cantilenante "emergenza sicurezza" (all'interno del famigerato "pacchetto sicurezza"), mi è tornato alla mente la caricaturale macchietta di qualche tempo fa che Fiorello faceva del mefistofelico esponente di Alleanza Nazionale, quando nel programma "Stasera pago io" evidenziava, oltre che il caratteristico tono della voce, anche il senso oltremodo "macho" delle sue dichiarazioni o degli slogan usati dall'attuale Ministro, unitamente alla scelta di un determinato dopobarba per l'uomo che non doveva chiedere mai, fino alla scelta del nome tipo Vercingetorige da affibbiare al nipotino appena arrivato ad allietare il clan La Russa. Caratterizzazioni sarcastiche usate all'epoca dallo showman siciliano ma che ben si sposano anche oggi alle definite caratteristiche "decisionistiche" da uomo forte del governo berlusconiano. La sua proposta di militarizzazione delle città ha fatto subito scatenare le naturali polemiche di chi, non essendo d'accordo con la scelta, ne critica i contenuti e gli obbiettivi. Primo fra tutti, come sempre, Antonio Di Pietro, che ha detto che non siamo in Colombia e che quindi non si avverte questa esigenza di inviare l'Esercito nelle piazze. Ha fatto eco anche l'ex ministro della Difesa Antonio Martino che oggi, in un'intervista a il Messaggero (http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20080616&ediz=20_CITTA&npag=5&file=J_174.xml&type=STANDARD), ha fatto notare che questa decisione potrebbe dare all'esterno (e quindi all'estero) una sensazione negativa di mancanza di sicurezza, quasi come se ci trovassimo a Kabul e non a Roma. Parole condivisibili, ma che credo non arriveranno ad intaccare la sicurezza filo-afghana del "macho" Ignazio, che si sta sempre più avvicinando ad una cultura "dura e pura" che ricorda sempre più da vicino un personaggio storico con la pelata e con gli stivali, che amava affacciarsi da un importante balcone di una piazza altrettanto importante di Roma. Non di Kabul...

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