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lunedì 5 maggio 2008

Santoro e la libertà d'espressione




"Ho fatto come sempre il mio lavoro, con ottimi risultati per l'Azienda e portando a termine una trasmissione difficile che ha dovuto sopportare durante il suo svolgimento insulti e provocazioni preordinate. Ritengo di aver esercitato il diritto di cronaca dando conto, come altri programmi, dei momenti più significativi della manifestazione promossa il 25 aprile a Torino da Beppe Grillo. L'ho fatto nell'esclusivo interesse del pubblico, con un lavoro di edizione che ben risultava dalla messa in onda, ma del quale, se vorrà, il Presidente Petruccioli potrà essere informato ascoltando montatori e giornalisti che lavorano con passione nella nostra redazione e che sono abituati a usare la loro professionalità al servizio del pubblico e non per conto terzi. Tutti i partecipanti ad Annozero, compreso Marco Travaglio, che aveva preso parte al V-Day, hanno avuto espressioni di critica e avanzato rilievi nei confronti di Grillo; c'è stato anche chi l'ha insultato con estrema violenza. Le affermazioni di Beppe Grillo sul Presidente Napolitano, già presenti nelle cronache di tutti i giornali italiani, sono state riportate senza la volontà di farle proprie. Non riportarle avrebbe rappresentato, a mio parere, una grave omissione e una censura. La stessa considerazione vale per i giudizi sul professor Veronesi e su qualunque altro personaggio pubblico. Poichè Grillo è di fatto un soggetto politico, va attribuita esclusivamente a lui la responsabilità di ogni sua dichiarazione, come confermano recenti sentenze della Corte di Cassazione e come normalmente avviene per Berlusconi, Bossi, Mastella e qualunque altro leader politico. Spetta dunque ai tribunali e non ai giornalisti valutare la portata calunniosa delle affermazioni fatte dai soggetti politici e non mi risulta che ci siano state iniziative in tal senso, perchè altrimenti ne avrei dato volentieri conto. Sono pronto a rispondere in qualsiasi sede della correttezza dei miei comportamenti e resto fiducioso in attesa delle iniziative che intenderà intraprendere il Presidente Petruccioli, ma non ritengo che esse potranno continuare a consentire ai leader dei partiti di dire quello che vogliono nella televisione pubblica, proibendo invece a un unico soggetto politico, Beppe Grillo, di esprimere il proprio pensiero. La RAI appartiene infatti al pubblico e non ai partiti e la libertà d'espressione è tutelata dalla Costituzione Repubblicana." Ho voluto iniziare con queste belle parole di Michele Santoro il post odierno dedicato alle polemiche seguite alla messa in onda della puntata di giovedì scorso di Annozero (http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiDue-Annozero-Puntate%5E17%5E81601,00.html). Polemiche furiose riguardanti gli stralci televisivi della manifestazione di Beppe Grillo a Torino per il V-Day contro l'informazione. Polemiche e parole pesanti uscite (come al solito) dalla bocca non proprio da educanda di Vittorio Sgarbi, ospite non molto desiderato della puntata di RaiDue. Battibecchi anche feroci e sguaiati con Marco Travaglio e con Norma Rangeri (critica televisiva del Manifesto), attacchi al calor bianco da parte del critico d'arte ferrarese, come da tempo non si vedeva in televisione. Insomma una bella spina nel fianco per Santoro, all'interno di una valutazione obiettiva sulla possibilità di opzionare la libertà di espressione, la liceità di poter mandare in onda, senza filtri, un intervento che si sapeva sarebbe stato duro e provocatorio, come nello stile di Grillo. La reprimenda dei piani alti di viale Mazzini contro Santoro, a mio modo di vedere, è stata fuori luogo e intempestiva, anche alla luce del fatto che nulla è stato addebitato all'intervento altamente offensivo di Sgarbi, ponendo la solita questione dei due pesi e delle due misure. Inutile sottolineare che chi scrive sta ampiamente dalla parte di Michele Santoro e di Marco Travaglio, e che è inutile rimarcare (se mai ce ne fosse bisogno) la mia censura personale contro il modo espressivo e intellettuale di Vittorio Sgarbi, non nuovo a questo genere di exploit televisivi, che ne connotano sempre e comunque una rozzezza di base non sempre ben celata dalla sua sapienza sbandierata ai quattro venti e dalla sua parvenza di intellettuale dal carisma intergalattico.

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