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martedì 26 febbraio 2008

l'Italia televisiva, da San Remo a Gravina in Puglia




La serata televisiva di lunedì 25 febbraio 2008 era stata da tempo destinata al rito (pagano e sponsorizzato) dell'iniziazione sanremese della canzonetta all'italiana. Come ogni anno, tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, il palcoscenico del Teatro Ariston di San Remo diventa l'ombelico dello stivale italico. I riflettori si accendono sulla kermesse canora ligure, le tv e le radio e i giornali mandano in massa i loro inviati ad occupare alberghi e marciapiedi della città dei fiori, mentre il popolo televisivo di RaiUno si prepara a seguire la liturgia catodica officiata da monsignor Baudo e dal chierichetto Chiambretti (ex diavoletto nell'edizione targata Bongiorno). Ma ieri sera il destino ha voluto metterci un macabro zampino. I telegiornali della sera, dando la notizia del salvataggio di un bambino pugliese di 11 anni caduto in un pozzo al centro di Gravina in Puglia (Bari), hanno contestualmente rivelato alla nazione intiera che proprio lì, in fondo al pozzo, erano stati ritrovati i corpi mummificati di due bambini, presumibilmente quelli di Salvatore e Francesco Pappalardi, scomparsi dal 5 giugno 2006. L'angoscia, lo sconcerto e il dolore, immaginabile e comprensibile, hanno avviluppato l'Italia televisiva e non. La notizia ha raggelato l'atmosfera festivaliera e ludica delle canzonette. E così, mentre Gianni Morandi rendeva omaggio con "Volare" alla memoria di Domenico Modugno, Federica Sciarelli e il suo Chi l'ha visto? rendevano giusto omaggio e attenzione, per tutta la puntata, al dramma di Gravina in Puglia, mentre le altre tv (ad esclusione della solita e inappuntabile SKYTG24) continuavano imperterrite nella loro "controprogrammazione" al Festival con film, telefilm e amenità varie. Certo, non dico che Emilio Fede dovesse rivestirsi in tutta fretta e andare personalmente in Puglia a seguire l'evolversi della situazione, men che meno Mentana affrettarsi a fare altrettanto (Vermicino per fortuna è lontana...), ma almeno ritengo che una più opportuna e migliore attenzione televisiva al fatto si sarebbe potuta avere. Invece niente di tutto questo. E ho notato, con rammarico, che nemmeno Baudo ha speso una parola, sulla notizia tragica di Gravina, durante il solito collegamento propiziatorio del TG1 delle 20 condotto da Maria Luisa Busi. The show must go on si è sempre affermato pomposamente. E nemmeno la pietà umana per i fratellini Pappalardi è servita a smentire l'assunto televisivo, tragicamente anacronistico.

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