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martedì 19 febbraio 2008

Berlusconi, Fini e il teatrino dei burattini


Questa campagna elettorale, iniziata oramai con i crismi dell'ufficialità e del risalto mediatico, che ci accompagnerà ancora per 53 giorni (fino a venerdì 11 aprile, ultimo giorno di propaganda consentita), sta provocando, giorno dopo giorno, una sensazione neppure troppo labile di rappresentazione tipicamente teatrale. E non di teatro "impegnato" o "leggero" si tratta, bensì di una parodìa esemplificativa del "teatro dei burattini" (tanto caro agli adolescenti o agli estimatori dei "pupi siciliani") dove i personaggi e gli interpreti (di loro stessi) si affannano, sgomitando, per conquistare il proscenio e il centro del palcoscenico (a volte virtuale, a volte meno), ben in vista e ben illuminati dalle luci della ribalta e dai riflettori delle televisioni, pronti a declamare le loro ripetitive e insulse dichiarazioni, sempre gonfie di promesse e di impegni solenni, che sistematicamente il giorno dopo le elezioni vengono riposte nella soffitta del dimenticatoio, fino a rispolverarle nella tornata elettorale successiva. Nei miei post di questi ultimi giorni ho riproposto prese di posizioni, dichiarazioni e quant'altro dalla viva voce dei protagonisti. Immagino che gli attenti lettori di questo blog abbiano avuto la possibilità di ascoltare (o leggere) con attenzione quanto detto dai soliti protagonisti del teatrino: da Berlusconi a Casini, da Bossi a Fini. Un sistematico, e a volte avvilente, giro panoramico di allocuzioni politiche e di vuoti proclami, una miscellanea di scempiaggini (dette anche con convinzione) e di ripetizioni che certamente non giovano (repetita non iuvant), nè alla persona che le enuncia, nè al partito (o coalizione) che rappresenta (o crede di rappresentare). I voli pindarici dei due principali alleati del centrodestra hanno la stessa traiettoria, delineati dalle stesse parole e dai medesimi attacchi alla controparte politica (e meno male che Veltroni non usa il loro stesso metodo, anzi cerca di smorzare sempre i toni, e quelli improvvidamente usati da Di Pietro) con l'unico, subdolo, scopo di non far riemergere nella memoria degli italiani le promesse fatte e mai mantenute, il mantenimento dei loro privilegi e dei loro interessi personali durante i sette anni di governo, le famose leggi ad personam e tutto quanto il resto universalmente conosciuto. Ed ora, come in una recita a soggetto, ecco Fini usare le stesse frasi usate dal suo compare ("...non disperdete il voto verso i partitini...") per ingraziarsene i favori e magari sperare nella nomina a suo successore a capo del PdL; oppure esternare la sua volontà di "castratore chimico" (la faccia non gli manca di certo) nei confronti di chi si macchia del reato di pedofilia (per chi volesse bearsi del florilegio delle dichiarazioni finiane: http://www.radio.rai.it/player/player.cfm?Q_CANALE=http://www.radio.rai.it/radio1/radioanchio/archivio_2008/audio/radioanchio2008_02_19.ram), facendo un pò da megafono ripetitore alla vecchia proposta di Calderoli (e non mi sembra che Fini sia un estimatore delle teorie leghiste) non presa in considerazione allora, ma che i gusti "forcaioli" del re dei pannolini potrebbero riportare in auge. Comunque, a conti fatti, spero vivamente che questo "teatrino dei burattini" possa smobilitare molto prima della fatidica data a ridosso del 13 aprile, evitando così a tutti gli elettori quella sensazione, poco edificante, di essere soggetti "passivi" del mondo della politica, buoni solo a dare il voto su richiesta, a pagare le tasse, a non lamentarsi e a credere di essere ben rappresentati in Parlamento...

2 Commenti:

  • Alle mercoledì 20 febbraio 2008 alle ore 14:29:00 CET , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buonasera,certamente i toni sono sempre gli stessi,ma,oggi,voglio dedicarmi,come hai fatto tu,alle esternazioni di Di Pietro.Il conflitto di interessi è un grave problema,ma andrebbe affrontato in modo più razionale e non ripetere l'esperienza del passato governo dove ogni ministro esternava arrecando grave danno alla coalizione di centrosinistra.MAURO

     
  • Alle mercoledì 20 febbraio 2008 alle ore 15:11:00 CET , Blogger nomadus ha detto...

    Bentornato, caro MAURO. La tua osservazione è pertinente e condivisibile. Il vizio atavico di dover sempre e comunque esternare qualcosa, anche quando sarebbe opportuno tacere o rimandare l'esternazione ad altro momento (più favorevole e più idoneo), è oramai così radicato anche in alcuni rappresentanti del centrosinistra, che la lezione prodiana, a quanto pare, non è stata illuminante e chiarificatrice. Spero che almeno Veltroni dia la sterzata giusta e l'indicazione necessaria per far capire a chi di dovere che a volte è sufficiente che parli uno solo: il capo, tanto per capirci.

     

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