Veltroni & Di Pietro, la strana coppia
La notizia confermata ieri sera a Porta a porta dal segretario del Partito Democratico è di quelle che lasciano il segno. Walter Veltroni ha accettato l'apparentamento (brutto termine per significare che due partiti correranno insieme e che poi uno dei due fagociterà l'altro) con L'Italia dei valori di Antonio Di Pietro. Al contrario (e a sorpresa) per adesso nessun connubio con i radicali di Emma Bonino e con i socialisti di Enrico Boselli. La giornata di ieri per Veltroni è stata lunga, faticosa e intrisa di palpabile emozione. Prima di recarsi negli studi televisivi della RAI (http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=28730&idCnt=70289&pagina=1&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Archivio+^PORTA+A+PORTA#1) per partecipare al confronto a distanza di 24 ore con il suo avversario politico (a proposito, sostanziale parità tra i due: 2.618.000 telespettatori per Walter e 2.577.000 per Silvio), Veltroni ha rassegnato, come promesso, le sue dimissioni da sindaco di Roma, dopo 7 anni utilizzati al meglio e a tempo pieno alla cura della città e dei suoi concittadini. Successivamente si è incontrato con Di Pietro ed ha ottenuto il via libera dall'ex pm di entrare nel PD per poi sciogliere (dopo le elezioni) l'Italia dei valori e continuare insieme il cammino politico. Successivamente il segretario del Partito Democratico ha incontrato la Bonino e Boselli, lasciando in stand by la possibilità di un accordo, sulla falsariga di quello ottenuto con il Tonino nazionale. E a proposito di questo binomio, mi piacerebbe dissentire dal pensiero, molto più forbito ed intelligente e professionale del mio, dell'ex direttore del Corriere della Sera e attuale editorialista de il Sole 24 Ore, vale a dire di Stefano Folli. Nel suo pezzo odierno (http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Speciali/2006/punto_stefano_folli/punto_stefano_folli_140208.shtml?uuid=9d0fbafc-dace-11dc-a54d-00000e251029&DocRulesView=Libero) Folli non vede di buon occhio l'alleanza Veltroni-Di Pietro e ne spiega i motivi. Personalmente, anche se a prima vista sembrerebbe una strana coppia sia per i trascorsi personali sia per le rispettive piattaforme culturali, a me non dispiacerebbe un ardito accostamento tra i due. Analizzando il lavoro svolto dall'ex ministro delle Infrastrutture, le sue campagne passate contro la corruzione e il disfacimento del sistema politico (e dei politici), la sua voglia di fare pulizia ad ogni livello di strato sociale, la volontà di non farsi corrodere dalla salsedine partitica degli inciuci ad ogni costo, si può tranquillamente delineare una riga demarcatoria tra Di Pietro e i suoi colleghi parlamentari e riconoscergli perlomeno la patente di coerenza e di buona educazione politica, che Veltroni saprà apprezzare e tenere nella giusta considerazione. Sapendo anche, e non mi sembra cosa di poco conto, di avere a che fare con un uomo e con un politico che non ha certamente le physique du role del voltagabbana o del traditore, non trascurabile elemento nel panorama odierno della cosiddetta "casta". Spero di non sbagliarmi, ma credo che "la strana coppia" potrà dare soddisfazione e speranze, legate al buon uso della politica e della cosa pubblica, ai giovani ed ai nuovi elettori che si avvicineranno alla fatidica data del 13 aprile prossimo.
2 Commenti:
Alle giovedì 14 febbraio 2008 alle ore 16:31:00 CET , Anonimo ha detto...
Sono favorevole anche io all'accordo tra Di Pietro e Veltroni.Qualche dubbio mi viene nel rifiuto opposto ai radicali,anche loro,bene o male,sono stati molto coerenti nel difendere la passata alleanza di centrosinistra.MAURO.
Alle giovedì 14 febbraio 2008 alle ore 16:52:00 CET , nomadus ha detto...
Ma sai, i radicali sono orgogliosi e tenaci nel voler difendere il loro simbolo e la loro "leadership" liberale e non omologabile. Di conseguenza sono abbastanza restii ad accompagnarsi a qualcuno che non lascia loro la possibilità di evidenziare il logo radicale. Staremo a vedere.
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