il Grande Fardello della tv commerciale
Approfitto di questa giornata festiva per scrivere un post alquanto leggero, o meglio dedicato ad un argomento non strettamente di politica o di economia nè tantomeno di cultura o di globalizzazione: molto più modestamente vorrei scrivere qualche riga per cercare di capire come possa ancora resistere, nei gradimenti del pubblico televisivo italiano del lunedì sera, un programma talmente inverosimile e finto come è la decima edizione del Grande Fratello targato Endemol Italia e fiore all'occhiello (o presunto tale) della Fininvest di Marina e Pier Silvio Berlusconi. Purtroppo i dati Auditel danno ancora ragione (commercialmente e pubblicitariamente parlando) all'ammiraglia di Cologno Monzese: anche ieri sera quasi 6 milioni di miei connazionali hanno seguito le (dis)avventure degli inquilini della casa di Cinecittà, con il 30% dei televisori sintonizzati su Canale 5. Non vorrei seguire il filo logico tracciato dall'ottimo Aldo Grasso sul Corriere della scorsa settimana (http://www.corriere.it/spettacoli/09_dicembre_02/grasso_3e7a8cc2-df1f-11de-9ac1-00144f02aabc.shtml) ma è alquanto inevitabile sottolineare quanto di falso e di programmato ci sia nell'impaginazione e nello svolgimento di quello che ancora viene ostinatamente chiamato un reality. L'episodio dell'osso di pollo citato nell'articolo di Grasso, unito alla censura televisiva applicata nella diretta notturna dell'episodio incriminato (che alla fin fine si è rivelato la classica tempesta in un biccher d'acqua), non hanno fatto altro che surrogare e confermare l'impressione di artefatto e di costruito a tavolino che, oramai dalla terza edizione del programma, gli autori e i registi del GF danno spudoratamente in dote a quegli infaticabili stakanovisti della diretta del lunedì. L'esperimento sociologico-televisivo espletato nella prima e più genuina edizione del Grande Fratello (osservare dal di fuori 24 ore su 24 le reazioni e le dinamiche personali di 10 sconosciuti costretti a vivere reclusi in una pur accogliente casa), andato in onda dal 14 settembre al 21 dicembre del 2000, sembra lontano anni luce da quello che purtroppo oggi è diventato: una semplice vetrina per ragazzotti muscolosi con il verme solitario e dal bon ton equiparabile a quello di un orango, efebici giovincelli sessualmente indecisi dall'ugola perennemente in fibrillazione, ragazze tatuate e dal piercing facile, riccioluti cattolici dall'astinenza prolungata (ma rinnegata platealmente alla vigilia dell'entrata nella casa) con la predisposizione alla Mrs. Doubtfire, ex anoressiche alla ricerca dell'uomo padre-padrone perduto con l'hobby della manicure e del trucco e parrucco, showman mancati con aspirazione a principi dei poveri da palcoscenico e via discorrendo. Insomma un campionario umano variamente vacuo e alquanto desolante da far impallidire i selezionatori di un casting per provetti survivors da scaraventare seduta stante su un'isola sperduta con volo di sola andata. Una girandola di amenità e di falsi pudori e di altrettanti falsi sentimenti corollati dalla lacrimuccia sgorgante a ogni piè sospinto (come da classico canovaccio con tanto di scaletta preconfezionata ad uso e consumo degli inserzionisti pubblicitari) che diventano stomachevoli quando cercano di trasmettere una sorta di realtà camuffata dal bisogno di raggiungere il picco d'ascolto e di share. In buona sostanza un programma televisivo (se ancora vogliamo rubricarlo così) fatto e cucito addosso, senza troppo sforzo o inventiva, per esemplari del genere umano per nulla interessanti ma solamente patetici, squallidi, violenti e tremendamente scontati a tal punto da farci rimpiangere la tartaruga addominale di un Taricone o le chiappe di una gatta morta come Marina La Rosa, fino a farci chiedere (in contropartita per una chiusura anticipata di questo GF 10) il ripristino delle urla spaccatimpani della coatta per eccellenza, rivista ieri sera nelle vesti di guest star: la mitica Floriana Secondi.
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