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domenica 7 giugno 2009

il Pifferaio non risponde mai


Non per tornare sull'argomento, ma il fatto che siano trascorsi 24 giorni senza che il presidente del Consiglio italiano in carica (speriamo ancora non per molto tempo) abbia sentito la necessità di dare almeno una risposta ai 10 quesiti formulati da D'Avanzo su la Repubblica, non mi lascia basito più di tanto. Anche perchè sono andato a scartabellare i miei archivi ammuffiti e ho ritrovato un altro giornale (non propriamente antiberlusconiano) che poco più di 10 anni fa rivolgeva non 10 ma 11 domande al Cavaliere. Il giornale in questione era la Padania del suo grande amico Bossi e la questione era su chi avesse dato tanti soldi al giovane imprenditore milanese quando dal niente tirò su complessi edilizi da far paura come Milano 2 e 3. "Da Palermo arrivano notizie gravissime: Silvio Berlusconi è sotto inchiesta per riciclaggio di capitali di Cosa Nostra. Noi offriamo al Cavaliere la possibilità concreta di smentire e distruggere ogni sospetto al suo riguardo. E' sufficiente che risponda, punto per punto e nome per nome, alle nostre richieste di chiarimenti sulle sue attività impenditoriali. Spieghi, citi chi come dove e perchè gli fornì nell'arco di 10 anni, all'inizio della sua carriera, i fortissimi capitali che permisero a un giovane di soli 32 anni, e senza patrimoni familiari, di mettere in moto una macchina edilizia capace di costruire interi quartieri. Sveli questo mistero e prosegua facendo cadere gli altri schermi che impediscono di capire le fonti di così tanto denaro e le successive, strabilianti, scelte gestionali. Parli, Cavaliere. Parli o taccia per sempre". Ecco, non vorrei dire ma credo che il Cavaliere abbia seguito la seconda indicazione prospettata dal giornale leghista. Era l'8 luglio 1998 e la prima pagina de la Padania sparava a zero: "Mafia, Camorra, Politica, Finanza. Signori il piatto è servito: ecco l'Italia, come prima, peggio di prima". Nell'occhiello una notizia d'attualità: "Sicilia: decine di arresti per intrecci affaristici". Poi al centro della pagina ecco l'affondo: "Berlusconi e Cosa Nostra. Cavaliere, risponda a 11 domande e potrà scagionarsi". Accanto, una foto impietosa e attuale: un Berlusconi affaticato, con una mano si copre il viso, abbassando la testa, mostrando una ricrescita appena iniziata. L'articolo, a firma Max Parisi, mette all'angolo il Cavaliere: "Al Signore di Arcore la parola, dai miliardi per comprare il terreno della futura Milano 2, alle società siciliane con parenti di Buscetta. Spieghi, Cavaliere, e sia chiaro". Spieghi anche un'altra cosa, scrive Parisi, "...l'impero dei prestanome usati dal 1969 al 1984". Domande che verranno rielencate per intero il successivo 19 agosto in un'altra paginata, dove al fianco di un volto ducesco del Signore di Arcore compare il titolo: "Berlusconi, sei un mafioso? Rispondi!". Perchè tanto accanimento all'epoca? Semplice, perchè l'allora capo dell'opposizione era nell'occhio del ciclone. Due anni e nove mesi nel processo per le tangenti pagate dalla Fininvest alla Guardia di Finanza (sentenza di primo grado). E poi: l'inchiesta del pool di Giancarlo Caselli sul riciclaggio di denaro proveniente dalla mafia, che sarebbe finito nelle casse delle holding del Cavaliere tramite i servigi di Marcello Dell'Utri. La notizia delle 50 ordinanze di custodia cautelare per l'assegnazione degli appalti in Sicilia è solo un aggancio, ma al giornale leghista basta e avanza per titolare "Signori, ecco l'Italia", intendendo quella del Cavaliere. Per rinfrescare la memoria collettiva, ecco le 11 domande che 11 anni fa il giornale di Bossi pose al Pifferaio di Arcore. 1) Chi fornì al giovane Silvio, nel 1968, i 3 miliardi del valore del terreno su cui la sua Edilnord sas costruì il costoso cantiere di Milano 2? 2) Chi permise l'aumento spropositato di capitale della Edilnord Centri residenziali sas? 3) Chi fornì il denaro per l'aumento di capitale dell'Immobiliare San Martino, amministrata da Dell'Utri e "forte" di un capitale sociale di 1.000.000 di lire? 4) Come fu possibile passare in pochi mesi da 20 milioni a 2 miliardi per la Italcantieri s.r.l.? 5) Come fu possibile fare la stessa cosa con la Finaziaria di Investimento s.r.l. portando il capitale a 18 miliardi di lire? 6) Per quale ragione, Cavaliere, affidò consistenti quote delle 22 holding del suo gruppo alla società Par.Ma.Fid. di Milano, la stessa che gestiva in quel periodo il patrimonio di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e noto riciclatore di soldi sporchi per conto dei boss della mafia siciliana operanti a Milano? 7) Lei sa, Cavaliere, che Giuseppe Inzaranto neo socio di Adriano Galliani in giro per l'Italia ad acquistare frequenze televisive, è anche il marito della nipote prediletta di Buscetta? 8) Chi ha permesso gli aumenti vertiginosi di capitale della Immobiliare Romana Paltano? 9) E chi quelli altrettanto strabilianti riferiti alla Immobiliare Idra? 10) Con quali capitali ha trasformato una semplice sas in una prestigiosa Cantieri Riuniti Milanesi S.p.A.? 11) Ultima domanda: come mai per l'acquisto del giocatore del Torino, Gianluigi Lentini, ha usato la finanziaria di Chiasso denominata Fimo di proprietà di Giuseppe Lottusi, noto riciclatore di soldi sporchi della cosca mafiosa dei Madonia? Credo che alla fine di questo lungo articolo, chi ancora è in procinto di recarsi alle urne per votare (e magari con la convinzione di dare il proprio voto al Pifferaio di Arcore) possa avere un qualche minimo dubbio sulla bontà della sua scelta. Certo, non dico che adesso cambierà improvvisamente il vento. Ma di certo oggi, 7 giugno 2009, chi dovrà turarsi il naso per votare non sarà certamente l'elettore di sinistra.

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