la politica del gambero
Lo sapevo. Sono riuscito a farmi andare di traverso anche la festa del 2 giugno. Il motivo? Semplice, seguire in diretta tv ieri pomeriggio l'ennesimo show del Pifferaio. Alla presentazione del candidato PdL per la poltrona di sindaco, l'ex portiere del Milan e della nazionale Giovanni Galli (a proposito, a quando la candidatura di Gattuso a sindaco di Corigliano Calabro?), il premier si è esibito in una spettacolare recita del prometto ma non manterrò. Inutile dire che mentre lo ascoltavo era in atto in me un vero e proprio travaso di bile: non ci riesco a digerire se nel frattempo sono costretto a sorbirmi le puttanate elencate dal Pifferaio mentre quelli della sala applaudivano come beoti. Terminato il travaso di bile (e pure lo show del Caimano) ho spento la tv e ho incominciato a riflettere. Questo post odierno ne è la logica conseguenza. Di passi da gambero questo governo ne ha fatti molti nell’ultimo anno. A cominciare dagli incentivi auto, tolti e poi rimessi poco dopo. Dalla detassazione degli straordinari rivelatasi inutile nella crisi, alle agevolazioni per i lavori di risparmio energetico. Tuttavia, la retromarcia più eclatante, presa forse sull’onda dell’emergenza, è quella che riguarda i fondi alla Protezione civile. Fondi pressoché azzerati con la Finanziaria 2009, quando l'ineffabile ministro Tremonti aveva deciso di non rifinanziare il fondo regionale che lo scorso anno aveva una dotazione di 138 milioni di euro. Fondi, di norma, utilizzati dalle regioni proprio per finanziare interventi urgenti connessi a calamità naturali. Sempre nell’occasione, Tremonti aveva provveduto a tagliare di oltre 100 milioni di euro i fondi a disposizione della Protezione civile nel triennio. Un ridimensionamento che tuttavia era rientrato a fine 2008, almeno in parte, dopo la minaccia di dimissioni da parte di Guido Bertolaso. In ogni caso, la Protezione civile si è trovata il 6 aprile ad affrontare l’emergenza terremoto con 54 milioni in meno rispetto all'anno precedente e con un fondo regionale azzerato che ammontava a 138 milioni di euro. A fronte di un taglio del 28% per l’anno in corso, Bertolaso avrebbe dovuto affrontare il prossimo anno con un taglio del 26% dei fondi e il 2011 con un calo del 29%. Dopo l’Abruzzo è scattata la corsa per far dimenticare quei tagli con uno stanziamento cospicuo che, in due tranches, è arrivato a 100 milioni di euro. Forse anche per questo non c’era solo un sentimento d’orgoglio nel vedere sfilare ieri, per la tradizionale parata militare lungo via dei Fori imperiali, i rappresentanti della Protezione civile con i gonfaloni della Regione Abruzzo, della provincia e del comune dell’Aquila. Non solo il giusto riconoscimento per chi ha guidato il settimo settore riservato ai coperti armati e non armati dello Stato, quel Michele Di Grezia attuale vicedirettore centrale dell’emergenza del dipartimento dei vigili del fuoco. C’era la consapevolezza e a tratti la rabbia che, a dispetto di un governo che fin dal suo insediamento ha perseguito con coerente determinazione i tagli a destra e a manca, questi comparti sono determinanti per la vita degli italiani. Se ai tre anni di tagli per l'organizzazione guidata da Bertolaso il governo (dopo il terremoto) ci ha messo una pezza, altrettanto non ha fatto per la pesante scure che fin dall’inizio della legislatura ha fatto cadere sui capitoli di spesa delle forze dell’ordine. Con la manovra triennale sono stati sottratti circa 3 miliardi e mezzo di euro per il triennio, anche se alle denunce dell’opposizione e dei sindacati del comparto il ministro dell’interno Maroni ha opposto i dati relativi al 2009 che prevedono stanziamenti pari a 7,4 miliardi di euro a fronte dei 6,7 del 2008. Cifre, quest’ultime, smentite dai sindacati che nelle ultime settimane hanno minacciato proteste congiunte e nazionali, anche in forme eclatanti, per «contrastare le inconcludenti politiche del governo in materia di sicurezza». Ci si lamenta per i tagli delle risorse per tutti gli uffici di polizia, per il taglio degli straordinari e degli stanziamenti per l’ordine pubblico, delle missioni, dei fondi per i fitti e la pulizia degli stabili. A questo si affianca il blocco del turn over a fronte del massiccio pensionamento, che in quest’ultimo triennio interesserà le forze di polizia, a fronte del quale il governo non ha pianificato né stanziato adeguate risorse economiche per nuove assunzioni. Anche perchè il Pifferaio sarà impegnato prossimamente per il casting del Grande Fratello 10 e non potrà dedicarsi alle incombenze di natura non strettamente istituzionale.
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page