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giovedì 28 maggio 2009

riflessi (elettorali) negativi del caso Letizia


La data delle elezioni europee si avvicina sempre di più e in casa del Pifferaio (non nella magione di Villa San Martino ma più semplicemente nella vecchia Casa delle Libertà denominato Palazzo Grazioli) serpeggiano malumori, malcontenti e crisi di nervi a ripetizione. Lo scossone dell'affare Noemi Letizia ha letteralmente terremotato la placida tranquillità dello staff berlusconiano che fino a poche settimane fa davano come una scontata formalità il risultato delle urne nel primo week-end di giugno. Certi segnali di nervosismo (basta riguardare la puntata di Ballarò dell'altra sera, http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-695ab0a2-ac75-416d-9e53-ab8d3647f510.html?p=0) ci sono eccome in casa del Pifferaio. Piccoli segnali, certo, non in grado probabilmente di erodere lo straordinario vantaggio che il partito del premier ha accumulato, nel corso del suo primo anno di governo in questa legislatura. Ma segnali indicativi di una certa riluttanza, da parte dell’antico elettorato del PdL, di dichiarare in maniera così entusiasta, come accadeva in precedenza, il proprio appoggio per la sua formazione politica. A mio avviso ci sono due indicatori tra tutti: il primo riguardante l’intero elettorato del Popolo della Libertà, il secondo in particolare quello di stretta osservanza cattolica. Vediamoli brevemente. La fedeltà nelle intenzioni di voto per il Popolo della Libertà era sempre stata, fino a circa un mese fa, superiore all’80% di chi aveva votato questo partito nelle scorse elezioni politiche (secondo in questa speciale classifica solamente alla Lega), che vede riconfermare i propri consensi precedenti per una quota che sfiora (ancora oggi) il 90%, quasi 9 elettori su 10 dunque. Oggi, in particolare nelle ultime due settimane, le dichiarazioni di fedeltà per il PdL appaiono in sensibile calo: erano pari al 70% nella scorsa settimana, scendendo pochi punti percentuali sopra il 60 negli ultimi giorni. Meno di 2 elettori su 3 di questo partito dichiarano dunque di voler riconfermare il proprio voto per la formazione politica del Pifferaio di Arcore. Una quota che fa assomigliare l’appeal del PdL a quello del PD, quest’ultimo peraltro con una tasso di fedeltà da almeno 6 mesi intorno a questo livello. È vero che, come sovente accade all’approssimarsi di una consultazione elettorale, una fetta considerevole dei precedenti elettorati rimette per così dire in discussione le scelte passate, cercando di interrogarsi sulla giustezza di quel voto. Per cui il tasso di incertezza solitamente mostra un picco proprio nelle 2 settimane prima della chiamata alle urne. Ma certo un calo così importante di fedeli, quasi il 20%, ed in un tempo così limitato, appare piuttosto sospetto. Come se l’elettore del Caimano si sia un pò stancato (quanto meno) di ribadire, alla domanda dell’intervistatore, quella opzione che lo scorso anno l’aveva convinto in maniera profonda. Il dubbio che questa nuova mancanza di appeal sia dovuta al caso Noemi che lo vede coinvolto è dunque molto forte. Per verificarlo si può allora ricorrere al secondo elemento che più sopra ho menzionato, il possibile comportamento di voto dell’elettorato cattolico che aveva votato il PdL nelle scorse elezioni politiche. L’analisi di questa fetta di popolazione, che dichiara cioè di recarsi alle funzioni religiose in maniera costante (vale a dire almeno una volta alla settimana) può illuminarci sulle opinioni di coloro che probabilmente sono maggiormente sensibili al piccolo o grande scandalo legato al comportamento del premier. Ebbene, i risultati non lasciano particolari dubbi: la fedeltà della quota cattolica più convinta, all’interno del PdL, si riduce in maniera esponenzialmente maggiore di quella del suo elettorato nel suo complesso. Era vicina al 90% un mese fa, si è ridotta al 75 la settimana scorsa, per giungere oggi a poco più del 55%. Un regresso così gigantesco (di oltre il 35%) nel giro di pochi giorni non può non essere addebitabile alle conseguenze, nelle teste e nelle coscienze dei cattolici più assidui, del caso Noemi, visti anche i continui moniti, sia pur non molto pesanti, delle gerarchie ecclesiastiche e dei giornali vicini alle curie, succedutisi nell’ultimo periodo. Cosa può significare tutto questo dal punto di vista del comportamento dell'elettore nel momento del voto europeo e amministrativo? Forse poco. Forse, al momento in cui anche questi elettori un pò più tiepidi entreranno nella cabina elettorale, nel segreto dell’urna tutto verrà dimenticato. E torneranno ad indicare, tra i tanti simboli presenti sulla scheda, il nome del Pifferaio. Ma è anche possibile che, vista la salienza non certo trascendentale delle consultazioni in questione, un numero significativo tra loro decida alla fine di astenersi, lasciando almeno per questa volta che il premier se la cavi da solo, senza il sostegno osannante di tutto il suo popolo. E francamente spero proprio che accada tutto ciò...

2 Commenti:

  • Alle venerdì 29 maggio 2009 alle ore 13:29:00 GMT+2 , Anonymous Anonimo ha detto...

    Buongiorno.Ho letto i tuoi ultimi due post.Per quanto riguarda questo,mi auguro che il 6 giugno cambi qualcosa,anche se ho qualche dubbio.In fondo il Cavaliere rappresenta i vizi di molti nostri connazionali.Per quanto riguarda il caso Noemi,il Cavaliere non ha alcuna intenzione di rispondere alle domande di Repubblica.Mauro.

     
  • Alle venerdì 29 maggio 2009 alle ore 14:09:00 GMT+2 , Blogger nomadus ha detto...

    Purtroppo hai perfettamente ragione, carissimo MAURO. Il Pifferaio non ha nessuna intenzione di rispondere alle domande, nè di Repubblica nè di chicchessia. Al contrario di te, spero proprio che il 6 e 7 giugno qualche segnale arrivi dalle urne, per un piccolo cambiamento della direzione del vento che fino ad oggi ha avuto un solo senso di marcia. Quello purtroppo a favore del Caimano e dei suoi accoliti. Un affettuoso saluto a te e alla tua famiglia caro MAURO.

     

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