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mercoledì 23 gennaio 2008

la mala Università e la casta dei "baroni"




L'annullamento della visita di Benedetto XVI all'Università "La Sapienza" di Roma e le conseguenti, feroci polemiche non ancora assopitesi, hanno distolto (ed in parte coperta) l'attenzione degli organi d'informazione dalla situazione, all'interno degli atenei italiani, riguardante l'annoso problema delle cattedre assegnate, dei ricercatori e delle classifiche di merito (in realtà già determinate) stilate in base all'albero genealogico del Rettore o del Preside di Facoltà piuttosto che dell'effettivo merito. Tanto per citare un esempio recente, il Magnifico Rettore della "Sapienza", Renato Guarini, è stato iscritto (dalla procura di Roma) nel registro degli indagati per abuso d'ufficio, in relazione ad un presunto "scambio" di favori tra la massima autorità universitaria e un certo Leonardo Di Paola, architetto più o meno apprezzato, nonchè docente di Estimo nella medesima Università, ma anche presidente della società C.p.C. (Compagnia Progetti e Costruzioni S.p.A.), finita sotto la lente d'ingrandimento della Guardia di Finanza, a seguito di una inchiesta aperta dal Procuratore Aggiunto, Maria Cordova, e dal Pubblico Ministero, Angelantonio Racanelli per la costruzione di un parcheggio sotterraneo, nel piazzale della Minerva, dal ragguardevole costo di circa 8 milioni di euro. A tutto ciò aggiungiamoci anche una interpellanza parlamentare (che purtroppo lascia il tempo che trova...) del 15 ottobre scorso (http://www.camera.it/resoconti/resoconto_allegato.asp?idSeduta=223&resoconto=bt56&param=bt56) e il quadro mi sembra abbastanza indicativo (oltre che esaustivo) degli intrecci perversi, e delle radicate situazioni di nepotismo cattedratico, all'interno di molte Università italiane (ricordiamoci anche del recente scandalo all'Università di Bari, in aggiunta a quelli di Messina, Macerata e Siena) da far sembrare, al confronto, la "querelle " Mastella e Lonardo & Co. (a proposito di nomine pilotate per aziende e ospedali nel beneventano) una sorta di gioco di società, un Monopoli riveduto e corretto, in salsa partenopea. In buona sostanza, l'assuefazione all'illecita gestione delle cattedre universitarie, degli enti pubblici, delle poltrone che contano e di tutto ciò che è diretta conseguenza di una "nomina", sta portando il nostro Paese sull'orlo di un precipizio (morale e materiale) che ha le ben note fattezze di una immensa discarica, maleodorante e non riconvertibile. Una cloaca massima, a forma di stivale, che sta inghiottendo tutto, compresa anche la nostra dignità (o quello che ne resta) di indolenti e narcotizzati cittadini.

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